Ultima modifica 3 Giugno 2021
A volte le mamme mi chiedono: quando è giusto rientrare al lavoro?
Il bambino sarà pronto? Come gestisco il rientro?
Questi, ed altri ancora, sono alcuni dubbi che vivono le mamme nel momento in cui si avvicina la data che segna la cosiddetta “fine della maternità”.
Penso sia utile partire proprio da questo concetto.
Rientrare al lavoro significa automaticamente lasciare qualcosa, cioè l’essere mamma.
Ci siamo prese cura del nostro cucciolo in modo esclusivo, creando con lui un legame profondo, vivendo con lui emozioni intense, facendo crescere giorno per giorno l’attaccamento reciproco.
Ed ora, si avvicina quel terribile giorno dove la sensazione è quella di dover dire addio a quella magia, metaforicamente identificata con le parole “fine della maternità”.
Non è così mamme!
Penso che la maternità, se la intendiamo come il prendersi cura di, non finisca mai.
Inizia ancor prima della nascita del proprio bambino.
L’essere mamma ha inizio nel momento in cui una mamma sente dentro di se’ il sentimento materno, quindi anche ancor prima di una gravidanza, quando vi è anche solo l’idea, il progetto di creare una famiglia.
Trovo possa essere rassicurante questa riflessione, per tutte quelle mamme che rientrando al lavoro temono di abbandonare il proprio bambino o sentono di perdere un pezzo di se’, quello materno. Niente e nessuno può far finire la maternità.
Ora confrontiamoci sul pratico: quando è giusto rientrare al lavoro.
Io penso che non ci sia una risposta o meglio la riposta è: quando una mamma se la sente. Potendo scegliere questa fatidica data, è importante ascoltarsi e capire quando si è pronte ad affrontare il distacco dal proprio bambino.
Dovendo invece subire un rientro, è altrettanto importante allenarsi alla separazione già qualche tempo prima.
Il bambino sarà pronto.
Lui lo sarà se lo siamo noi.
Non potrà affrontare il distacco dalla sua mamma se essa, per prima, non sarà in grado di gestire i sentimenti di solitudine che tale separazione crea.
A volte, separarsi diventa una difficoltà maggiormente marcata nelle mamme, ovvero si vedono bambini, ad esempio al nido, capaci di affrontare di petto la giornata in assenza della figura materna e mamme che soffrono di questo sia al momento del distacco che dopo.
Tale riflessione può rassicurare molto queste mamme molte ansiose a riguardo.
Infine, come gestire il rientro.
Io trovo sia di grande aiuto essere già “esperte”. Se durante la maternità vi siete un po’ allenate a stare senza il vostro bambino 24h su 24 il distacco sarà più semplice, per entrambi. Altrimenti, bisogna imparare.
Si può spiegare al bambino dove e quando andrà la mamma, chi lo accudirà e quando vi rincontrerete.
Indipendentemente dall’età, è utile mettere delle parole di questo tipo, le quali hanno un effetto rassicurante anche per la mamma che le ascolta mentre le dice.
I bambini più grandi capiranno, quelli più piccoli no, ma la voce della mamma diventa così come una ninna nanna routinaria che simbolizza un passaggio.
In occasione del saluto, bisogna essere allegre e felici!
Questo lo condivido con voi da mamma: non è affatto semplice mettere questa maschera!
Però, dato che al bambino serve per non sentire il distacco come traumatico, uscite dalla porta così e fuori da casa piangete pure! Non c’è cosa più liberatoria, almeno per me è stato così.
Al rientro, momento di ricongiungimento colmo di emozioni, niente Smartphone o altre interferenze e lasciatevi contagiare dalla gioia di rivedersi, lasciandovi riempire il cuore nell’abbracciare il vostro cucciolo.