Ultima modifica 3 Novembre 2016
Si assomigliano come due gocce d’acqua, oppure hanno avuto in comune solo il grembo materno, ma il loro aspetto è completamente diverso. In passato, si tendeva ad accentuare la somiglianza dei gemelli, eliminando ogni differenza nel vestirli, nel pettinarli e scegliendo per loro i soliti oggetti da usare quotidianamente. I genitori tendevano a considerarli come se fossero davvero “identici”. Questo comportamento favorisce nei gemelli una confusione di identità non solo fisica, ma anche psicologica. Infatti tornava loro difficile riuscire a separarsi sia da bambini che da adolescenti. Quello che inizialmente, avendo un gemello, può favorire il bambino, cioè farlo sentire meno solo, può diventare un aspetto negativo, se va a ledere lo sviluppo delle singole personalità. La mancanza dell’identità di ognuno crea la “sindrome del gemello”: una sensazione di “mancanza della metà” in assenza dell’altro.
Da qui nasce la domanda: ” Dividerli o lasciarli assieme?”
Le esperienze hanno insegnato che, dividere i gemelli, significa imporre loro una separazione troppo precoce, per la quale non sono ancora pronti. Scegliere asili e scuole diversi, dividerli, si è rivelato una perdita di tempo e tanto stress per genitori e figli. I gemelli, si trovano così ad affrontare un doppio distacco: non solo dalla madre e dall’ambiente familiare, ma anche dal proprio “compagno” di sempre. Si raddoppia il carico di angoscia, di dolore e di paura dell’abbandono presente nei bambini al momento della separazione, dovuta all’inserimento nel mondo della scuola. Per esperienza personale, le mie gemelle, che hanno 4 anni , frequentano assieme l’asilo. Non hanno mai avuto nessun tipo di problema. In futuro valuterò, le varie situazioni che si verificheranno.
Per ora, non voglio essere io, a dividere quel legame che le rende sicure e spavalde, senza che ne risenta la personalità di ognuna.
Debora Uberti
Essere madre e’ un mestiere molto complesso, esserlo di due gemelli, probabilmente ancor di più e non solo per la fatica fisica e mentale, che gestire due bambini della stessa età, comporta. Ma più che altro per tutte le dinamiche che si innescano nel rapporto speciale dei gemelli. Dal di fuori, si è sempre portati a dire:” che bello e che fortuna!” Indubbiamente, in una nascita così speciale, c’è sia l’uno che l’altro ma di sicuro, c’è ancor di più impegno e fatica. Da ammirare. Brava Debora.
Brava, mi trovi pienamente d’accordo. Ho due gemelle omozigote, hanno sei anni d mezzo, all’asilo le hanno messe in classi diverse e l’esperienza devo dire è stata più traumatica per noi genitori che per loro. Quest’anno hanno iniziato la prima elementare e ho chiesto che le mettessero insieme, nonostante la mia richiesta, ci ritroviamo la sorpresa al primo giorno di scuola…classi separate. A quel punto ho fatto di tutto per farle unire, sono in attesa del terzo figlio e non potrei seguire due programmazioni, riunioni diverse, compiti diversi…. Fortunatamente la preside ha capito e le ha riunitee devo dire che finora tutto va per il meglio! Siamo noi genitori che dobbiamo esaltare le loro ddiversità e non omologarli…al resto ci pensano loro!!