Ultima modifica 28 Aprile 2021
La descrizione dei diversi stili parentali è sicuramente utile per definire e comprendere il perché i genitori scelgono certe modalità per gestire ed educare i figli.
Inoltre, permette di capire dove si può migliorare o, quantomeno, valutare le conseguenze di queste scelte. Offre la possibilità di vedere quali sono i pregi e le limitazioni dei differenti stili.
Tuttavia, un problema di questa classificazione è che si applica sul singolo individuo ovvero riguarda esclusivamente un solo genitore e non la coppia genitoriale.
In questo caso, lo scenario più comune e diffuso è quello di genitori con stili educativi differenti.
Dunque… che cosa accade se i genitori hanno stili educativi differenti?
Una risposta generale sarebbe qui inopportuna in quanto le variazioni nelle dinamiche di coppia (genitoriale) sono molteplici e strettamente dipendenti dal contesto in cui hanno luogo. Si può affermare che non esiste uno stile dominante su un altro.
Per esempio, un padre autoritario non è detto che riesca a imporre il suo stile con le relative pratiche di fronte a una madre autorevole.
Infatti, entrano qui in gioco una serie di svariati fattori (personalità, ambiente, condizione economica, ecc.) che possono portare a favorire lo stile di uno rispetto a quello dell’altro o, piuttosto, a creare una sorta di “stile ibrido.”
Insomma, ci troviamo in un territorio indefinito e pieno di incognite in cui è praticamente impossibile fare previsioni.
Ciò che possiamo fare è provare a fornire alcuni punti che servano come “bussola” per orientarci in tale territorio:
- Come sopra accennato, è comune, per non dire “normale”, che due genitori abbiano stili parentali differenti tra loro. D’altronde, si tratta di due persone diverse con personalità e storie di vita differenti!
- Tale differenza non è di per sé un problema, anzi. In condizioni di relativa tranquillità, può fornire ai figli modelli diversi a cui ispirarsi e dunque essere un fattore di crescita positivo.
- Tuttavia, questa diversità è qualcosa che va gestita nel migliore dei modi.
Lungi dal riuscire a fornire uno stile genitoriale unitario e perfettamente coerente, la sfida dei genitori è quella di proporne uno “sufficientemente” adeguato. - Per affrontare questa sfida, il genitore non deve cercare di modificare il proprio stile individuale o, peggio, pretendere che l’altro cambi il proprio.
Sarebbe un’impresa titanica, con grandi probabilità di insuccesso. - Appare invece maggiormente praticabile che, a partire dal riconoscimento del singolo stile individuale, i genitori si focalizzino sulle pratiche e sui comportamenti che utilizzano insieme per educare i figli e cerchino di trovare un “accordo di massima” su questi.
- Tale accordo è fondamentale in quanto il fatto che i genitori abbiano due stili diversi e mettano in atto pratiche educative differenti e incompatibili genera grande confusione.
- E’ importante sottolineare che i figli sono in grado di tollerare le differenze e le incoerenze dei genitori, purché non siano esagerate.
In breve, non si chiede la perfezione ma, più semplicemente, il non superamento di certi limiti. - Per definire al meglio questi confini non servono sofisticate conoscenze psicologiche ma, piuttosto, la applicazione quotidiana del nostro buon senso.
- Questa applicazione non è sempre facile perché, nella relazione con l’altro genitore e con i figli, si tende a essere molto coinvolti emotivamente e dunque non si riescono a prendere “la giusta distanza” dalle situazioni che si vivono.
- Dunque, al fine di definire delle buone pratiche genitoriali condivise, è necessaria un po’ di freddezza per valutare cosa è meglio fare.
In breve, in bocca al lupo!
E’ meno semplice di quanto questi punti facciano apparire ma… anche se i genitori hanno stili educativi differenti, ce la si può fare!