Ultima modifica 21 Aprile 2021
Avrete certamente sentito parlare della storia dei due “genitori nonni” che in questi ultimi giorni si sono visti negare con sentenza della Cassazione la possibilità di crescere la loro figlia di otto anni.
Genitori Nonni: La Cassazione ha deciso
Gabriella Carsano e Luigi Deambrosis sono una coppia non più giovanissima (64 e 76 anni rispettivamente) che nel 2010 ebbero una bimba grazie alla fecondazione eterologa effettuata in un paese estero.
Appena poco dopo la nascita di questa bimba i vicini di casa della coppia denunciarono il padre per abbandono di minore.
Sembrerebbe che il papà avesse lasciato la bimba sola in auto pochi minuti mentre lui era sceso a posare la spesa.
Per questa imputazione Luigi verrà assolto.
Nel 2013 la bimba viene dichiarata adottabile, e dopo aver vissuto tra famiglie affidatarie e centri per bimbi senza genitori, nel 2015 viene adottata definitivamente da una famiglia.
Prima di arrivare alla sentenza odierna io però vorrei fare un passo indietro.
Perché è vero che su questi genitori nonni si è scritto di tutto in questi lunghi 7 (quasi 8) anni, ma magari il quadro d’insieme è oramai sfocato. E magari serve una rinfrescata alla memoria per poterne parlare. Non giudicare, ma quantomeno scriverne.
E sono andata a ritroso per ricordare alcuni passaggi, aiutata dalla stampa.
Questi genitori nonni hanno avuto questa bimba, Rosa, con enorme difficoltà.
Qualche giornalista aveva anche contestato l’uso di questo appellativo, che in effetti è già di per sé un appellativo pregiudizievole. A ben vedere aggiungo. E per questo parlerò d’ora in avanti dei genitori di Mirabello.
Dopo anni e anni di tentativi di fecondazione Rosa era arrivata quando loro avevano un età quasi per essere nonni e non genitori. Già in clinica si erano palesati i primi problemi “burocratici”.
L’ospedale infatti aveva fatto una segnalazione alla procura dei minori.
Ma il giudice incaricato all’epoca aveva consentito le dimissioni di Gabriella e la aveva mandata a casa con la bimba.
Quando i vicini denunciano il padre per abbandono, gli assistenti sociali fanno la loro parte presentando una relazione terribile sullo stato di questa famiglia. Ed ecco che come soluzione si provvede a portare la bambina in comunità. Senza mamma.
Sempre per il bene di Rosa, la bimba viene spostata di famiglia in famiglia.
Fino a quando, nel 2015, viene affidata alla famiglia con la quale vive tutt’oggi.
Ma Gabriella e Luigi non si arrendono. E in questi 7 anni cercano disperatamente di riavere la loro figlia.
Figlia che sono costretti a vedere sempre meno.
Adesso Rosa viene dichiarata definitivamente adottabile per effetto della sentenza della Corte di Cassazione.
Sentenza che afferma che i genitori di Mirabello sono incapaci “di comprendere quali siano i bisogni emotivo-affettivi e pratici” della bambina e che il padre specificamente sia “totalmente dipendente” dai desideri della moglie “chiusa in un processo narcisistico”.
Chi ha ragione in questa vicenda?
Beh, certamente ha torto il medico che nonostante l’età dei genitori ha consentito loro la fecondazione.
Non hanno torto Gabriella e Luigi a volere la loro bimba.
Non hanno torto neanche i genitori che l’hanno accolta in casa 3 anni fa. Genitori che magari l’hanno coperta, e continuano a farlo, d’amore.
Io però penso a quelle tante mamme che hanno 20 anni e ugualmente non si curano dei propri figli. Penso alle donne disagiate, magari con problemi di droga, o semplicemente talmente immature da non comprendere davvero le priorità dei figli.
Hanno mai pensato i servizi sociali a quanti casi come questi che ho elencato ci sono in giro?
Sarà Gabriella una di queste? Davvero era indispensabile che gli assistenti intervenissero per togliere questa bimba dalla casa nella quale era nata?
O il fatto che Gabriella e Luigi fossero soltanto grandi è bastato per pensare che non sarebbero mai potuti essere dei buoni genitori?
E se anche così fosse, allora serve subito una legge che impedisca che un fatto del genere si replichi.