Ultima modifica 16 Marzo 2016

Siamo proprio strani noi umani. Non inserisco la parola razza, che oggi è diventata solo una brutta parola che riassume la nostra maniacale voglia di rivalsa, rivincita e supremazia verso il prossimo.

Non ci identifichiamo nella razza umana ma ne creiamo altre mille piccole e grandi e su quella distinzione, creata dal nulla in nome del potere, del denaro, della cattiveria e del marcio che tanto ci contraddistingue si plasmano e si rovinano vite. Creando un modello marcio che viene emulato.

calcio

Viviamo in un pianeta meraviglioso e non facciamo che distruggerlo.
E prima di ogni altra cosa una cosa su tutte che non fa nemmeno il più piccolo o elementare essere vivente non umano, facciamo del male ai nostri figli. Non li proteggiamo o tuteliamo al di sopra di tutto.

Li buttiamo via, a volte letteralmente. A volte invece gli infondiamo il nostro marciume stillandolo un po’ ogni giorno, forse consapevoli o speranzosi non se ne accorga nessuno. Perché a parole son tutti bravi. Tutti attenti, tutti premurosi e amorevoli.

Ma in pochi lo sono davvero. Perché per poter essere davvero brave persone e sperare con mille dubbi di poter essere bravi genitori bisognerebbe prima capire che grande responsabilità abbiamo se decidiamo di procreare. E fare della santa santissima e sanissima autocritica. Autoanalisi e riflessione.

Basterebbe quello ad evitare di leggere sui giornali l’ennesimo scempio a danno dei più piccoli. Genitori che si scannano ad una partita di piccoli giocatori di calcio. Io solo a scriverlo mi sento male. Non per loro. A loro potessi gliele darei io due sberle ben assestate.

Penso alle loro creature. Loro per pura genetica. Bambini che giocano per poi vedere i loro genitori che si picchiano a partita finita.

E visto che non c’è mai fine allo schifo ripeto, per insultare meglio, offendere più in profondità si attaccano alla parola razza. Alla parola diverso.

A me sorge spontaneo chiedermi sapendo già la risposta: ma quanto male fa una cosa del genere nella crescita di un bambino ? Cosa gli insegna ? In che cosa lo spinge a credere, a identificarsi ?

Credo davvero che si diventi genitori solo a patto di sapersi guardare dentro. A fondo. Per trovare il meglio di noi stessi e donarlo a qualcuno che vede in noi il proprio modello a cui ispirarsi.

Non certo un modello di perfezione, ma almeno umano.

Nathalie Scopelliti

Svalvolata ben riuscita. Precisa e attenta sul lavoro, giocherellona e sbadata in casa, tanto che spesso e volentieri dimentico le cose in giro (per fortuna mai marito o figlio).

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