Ultima modifica 17 Giugno 2023
Salto, doppio salto, camminata sulle mani e poi hop, l’Italia è finita.
Sì, l’Italia è finita in tutti i sensi e devo proprio riconoscere che senza l’iniziativa delle insegnanti sarebbe finita anche a scuola primaria.
Con un’ora a settimana, in quinta, dovremmo far conoscere tutte le meraviglie del nostro paese e pure l’Europa con i suoi paesaggi. Il Parlamento Europeo. L’Italia e il suo posto in Europa e nel mondo.
Come mai le ore di geografia sono diminuite?
Quale progetto psicopedagogicodidattico ha condotto i nostri governanti a diminuire di un’ora la geografia alla scuola primaria?
Beh, fate una regione a settimana e ci siamo, no?
Ecco, devono aver pensato questo, semplicemente.
Già. Quella padronanza nel metodo di studio, quella memorizzazione a casa che, si sa, i bambini di 10 anni oggi hanno già acquisito serenamente. Come bere un bicchier d’acqua. Poi i bambini di oggi, si sa, non sono complessi e non hanno bisogno di aiuto nella comprensione, assimilazione e verbalizzazione.
Anche i genitori lo sanno: studiare non è un’abilità da coltivare, modulare, stimolare. Nonono, che scherzi?
Imparare con l’imbuto è il sogno di ogni bambino, tra l’altro.
Come volere la botte piena e la moglie ubriaca, ce lo insegnano ogni giorno con stile.
Perdonatemi ma credo che ogni tanto, mentre si va comunque avanti con ciò che si ha, si abbia almeno il diritto di sentirsi un pochino dissociati o presi in giro ad intermittenza.
Vorrei condividere con voi certe situazioni limite.
Da un lato ci ispirano, ci accompagnano verso una geografia meravigliosamente dinamica, matura e teso alla conoscenza profonda della nazionalità riflessa nel proprio “essere cittadini d’Europa e del mondo”.
Leggete questi stralci delle Indicazioni Nazionali e ditemi se anche voi non pensate “che splendida passeggiata sarà la geografia per il bambino nel proprio essere in divenire!”.
“La finalità è una cittadinanza che certo permane coesa e vincolata ai valori fondanti della tradizione nazionale, ma che può essere alimentata da una varietà di espressioni ed esperienze personali molto più ricca che in passato.
Ma condizione indispensabile per raggiungere questo obiettivo è ricostruire insieme agli studenti le coordinate spaziali e temporali necessarie per comprendere la loro collocazione rispetto agli spazi e ai tempi assai ampi della geografia e della storia umana, così come rispetto agli spazi e ai tempi ancora più ampi della natura e del cosmo.
La nostra scuola inoltre deve formare cittadini italiani che siano nello stesso tempo cittadini dell’Europa e del mondo.
I problemi più importanti che oggi toccano il nostro continente e l’umanità tutta intera non possono essere affrontati e risolti all’interno dei confini nazionali tradizionali, ma solo attraverso la comprensione di far parte di grandi tradizioni comuni, di un’unica comunità di destino europea così come di un’unica comunità di destino planetaria.
Perché gli studenti acquisiscano una tale comprensione, è necessario che la scuola li aiuti a mettere in relazione le molteplici esperienze culturali emerse nei diversi spazi e nei diversi tempi della storia europea e della storia dell’umanità.”
Con 1 ora alla settimana: come dire ” Fate geografia e innamoratevi del vostro paese, ma fate in fretta”
Dall’altro trattengono dal monte ore, un’ora, come fosse una zavorra.
Come quando sono andata a costruire con mia figlia un telaio per fare braccialetti e nella scatola imballata. Mancava un pezzo indispensabile.
Le istruzioni riportano che il pezzo deve fare da gancio per poter iniziare…ma non ce l’ho.
Non si può insegnare con qualità senza il tempo.
La geografia non può essere solo “Impara fiumilaghimonti, ovinibovinisuini, metalmeccanicatessilefarmaceutica”.
Ci devono essere altri stimoli per i bambini di oggi. Ma, del resto, ce lo dicono proprio le Indicazioni.
C’è un aspetto antropologico meraviglioso che va compreso, un aspetto storico-artistico che va considerato… altrimenti…marifiumilaghi…ovinibovinisuini…
La geografia deve essere tanto di più.
Per fortuna con la collega abbiamo pensato ad un lavoro in tandem: sommi poeti e scrittori italiani hanno cantato le loro regioni esaltandone le bellezze e le iniziative e mettendo in luce anche aspetti critici.
E lei, mentre i bambini studieranno quelle regioni, in italiano approfondirà in questo senso.
Ma sennò, la ricchezza della loro terra chi gliela dà ai nostri figli?
I telegiornali?
Papà e mamme, mentre viaggiate, costringete i vostri bambini a guardare fuori dal finestrino e stupitevi con loro quando si scopre il mare.
Fategli osservare che le coste sono diverse, scogli o sabbia, che l’acqua scende dalle pareti delle montagne in primavera e che scava la pietra, che l’alba mi dice est e il tramonto mi dice ovest e fateli partecipare alle tappe che si fanno.
Pensiamo mica che questo scaturisca veramente da un libro di geografia?