Ultima modifica 4 Giugno 2021
Cosa c’è di più naturale e spontaneo nel sentire nel cuore l’istinto di dover proteggere un bambino ? Anche uno mai visto prima, anche uno lontano.
Perché i bambini vanno protetti.
Perché la loro purezza deve durare il più possibile.
Per condire al meglio gli anni della maturità.
Già dal pancione una mamma sta attenta a tutto, tutto ciò che potrebbe nuocere al suo bambino. Poi nasce e nei primi mesi sono tantissime le preoccupazioni perché cresca sano e sereno. Poi comincia l’asilo nido e poi la materna.
E la tua potenzialità protettiva, volente o nolente diminuisce drasticamente.
Perché entrano in gioco altre persone che interagiscono con lui.
Non solo più amici e parenti, persone di cui ti fidi e che sai che presteranno attenzione al tuo tesoro più grande. Ma quando lo lasci per la prima volta a persone che in sostanza non conosci…E’ dura. Durissima.
Lo faranno piangere?
Gli daranno il suo ciuccio?
Gli metteranno il suo pupazzo accanto per la nanna?
E’ una situazione a rischio di follia se non provi a non pensarci.
E si calma davvero solo quando vedi che non piange quando lo lasci.
Quando lo vai a prendere e stanno giocando con lui che ride.
Allora cominci a rilassarti un pochino.
Ma mai del tutto no ?
E poi crescendo le sue piccole relazioni con gli altri si fanno più complesse e a volte accese. Piccoli bisticci su piccole cose. Ma tanto grandi per loro.
Allora le domande che ti facevi quando era piccolo e magari così per ridere parlando con il papà dicevi cosa avresti fatto se qualche bimbo avesse fatto male a tuo figlio.
Beh…Lo aspetto fuori dalla scuola e lo corco ?
No dai son bambini…
Però ti auguri che non succeda perché non sai ancora quanto sei brava a trattenerti e a reagire al suo primo scontro fisico.
Ma lo sai che tanto succede.
Allora ecco. Un bimbo lo ha spinto da dei scalini e lui è caduto malamente.
Sbucciato in più punti con annesso grande pianto e condimento di lacrimoni.
I bambini fanno lacrime gigantesche ci avete mai fatto caso? Come nei cartoni animati…
Tu sei un pochino lontana dalla scena ma a portata di orecchio sufficiente per sentirlo strillare. Non hai visto esattamente cosa è successo ma stai correndo da lui.
Non si è fatto gran che ma ti guardi comunque intorno con lo a torvo.
Nessun problema nell’individuare il colpevole.
Una cinquina di ditina puntano tutte in un’unica direzione.
Il colpevole stretto nella morsa del “ sei stato tu è inutile negare “ usa la tattica migliore. Piange disperato.
Più disperato di tuo figlio ammaccato dicendo che gli dispiace, che non voleva fargli male, che lui ci ha messo due ore a saltare e si era stufato di aspettare.
Il trittico di scuse mi convince subito lo confesso.
Si perché appurato che tuo figlio non ha niente di rotto alla fine il visino del bimbo che lo ha spinto che piange mi colpisce lo stesso.
Mi allontano per un salutare sorso d’acqua calmante, una sciacquata veloce alle lievi sbucciature e promessa di cerottini colorati da tutte le parti ( non so perché ma mio figlio adora i cerotti…) e, ovviamente, immancabile bacio miracoloso che nemmeno a Lurde. Quello della mamma che guarisce o allieva tutto o quasi.
Dal mal di pancia al ginocchio incerottato.
La mamma del reo confesso lo sgrida per bene.
E tu che fai ? Tiri fuori una classe e una saggezza che non sapevi nemmeno di avere…
Tranquilla, non successo niente capita che si bisticci.
No, non era la reazione da killer che mi aspettavo di avere!!
Ma la maternità è davvero miracolosa.
Ti fa nascere dei geni strani, mai avuti prima.
Una pazienza infinita, la capacità di superare e sopportare tutto, dispensare baci miracolosi e, incredibile ma vero, a mantenere la calma e la ragione anche in situazioni dove avresti giurato di non riuscirci.
La maternità…ah quanta magia.
La verità è che è stato naturale non esagerare sia nel coccolare il piccolo ( perché sappiamo bene che le coccole post caduta sono inversamente proporzionali al danno causato.
Più coccoli lievi danni e maggiori saranno i lacrimoni da cartoni giapponesi.
E sia nel lasciare che fosse la madre del piccolo a sgridare suo figlio.
E a godere della reazione di tuoi figlio.
Che appena saputo del cerotto promesso si era già calmato. Che ha detto che è sbagliato spingere i bambini e lui non lo fa perché ci si può fare molto male. E che il giorno dopo ha giocato con lo stesso bambino come, giustamente, se niente fosse stato. Ma magari lontano dalle scale….
Alla fine abbiamo imparato molto dai bambini.
A non prendersela troppo e a perdonare velocemente.
Alla fine il rancore non porta niente di buono. Meglio continuare a giocare.