Ultima modifica 21 Aprile 2021

Oramai è luogo comune che i giovani siano inetti, bulli, spenti.
Ebbene no. Non è così. Noi vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno ed è per questo che oggi vi parliamo di due ragazzi che straboccano di buoni valori, energie, di voglia di fare e di affermarsi.

Due giovani molto diversi fra loro ma simili per tenacia e grinta, che trasmettono un messaggio positivo.

Lei è Anna Giavazzi, lui è Carlo Imberti. Entrambi nati e cresciuti nella Bergamasca, terra di grandi lavoratori e gente genuina.

Per cambiare le cose bisogna alzare le chiappe!

giovani

Anna ha 22 anni, studia scienze dell’Educazione e si laurea a Luglio. Lavora come tutor per due ragazzi con difficoltà. Lei è parte fondamentale delle politiche giovanili, è a capo di una consulta che si occupa di creare eventi e attività per la propria comunità di un grosso paese alle porte di Bergamo. Organizzano proiezioni di film gratuite, si occupano di locandine, distribuzione, raccolta sponsor. Presenziano a diverse manifestazioni. Con lei, Presidente, ci sono Luca Parimbelli, che è il vice, Beatrice Pagani, Stefano Sciolti, Giorgia Tedoldi.

Chiedo a lei cosa ne pensa degli ultimi episodi di bullismo che hanno alimentato maggiormente l’idea che i nostri giovani siano alla deriva.

“Questi fenomeni hanno più luce a causa dei social. Purtroppo nelle scuole insegnano poco o niente di educazione civica e di cittadinanza. Inoltre alcuni genitori non possono più seguire bene i bambini come una volta perché la vita è diventata molto più pressante.
Il docente ha perso la sua autorità ed i ragazzi per reazione si permettono una confidenza maggiore..”.

Anna aggiunge “ I ragazzi educati e molto impegnati non hanno la stessa luce rispetto ai giovani irrispettosi. Nel mio ambiente e fra i ragazzi che frequento io non girano droga e alcool, non chiediamo soldi ai nostri genitori ma ci impegniamo per guadagnarceli.
Io per esempio leggo molti libri, pur essendo presente anche sui social.
Sogno una famiglia e di diventare mamma, un giorno.
Voglio far capire che la lamentela è un aspetto molto negativo. Smettiamola di lamentarci, di dire che questo è un paese per vecchi per poi stare con le braccia conserte.
Se non siamo noi giovani ad impegnarci per le future generazioni, chi deve farlo?
Facile lamentarsi senza trovare una soluzione. Bisogna ALZARE LE CHIAPPE!”.

Inutile dirvi che Anna mi è piaciuta tantissimo, rivedo in lei la gran voglia che avevamo io e i miei amici di “spaccare il mondo”. Ed è la stessa sensazione che ho quando ascolto le parole di Carlo.

giovani di oggi

Impegno e voglia di riuscire

I giovani d’oggi non sono più in grado di darsi degli obiettivi da raggiungere, pertanto preferiscono accomodarsi e non proseguire con il grande gioco che é la vita.
Io mi definisco una persona frizzante e briosa ma nel contempo autocritica, determinata, maniaca dell’ordine, puntigliosa, temeraria e molto autoritaria su alcune questioni.
Amo darmi degli obiettivi e lavorare duramente per riuscire a raggiungerli.

Il mio obiettivo principale sarebbe quello di disegnare e confezionare capi d’alta moda, organizzare eventi e viaggiare. Ecco perchè invece di aspettare che succeda qualche cosa, sto iniziando a darmi da fare affinchè i miei sogni si avverino. Sto cercando di mettere da parte soldi  per poi potermi permettere di proseguire negli studi presso un’università di fashion design. Lavoro presso una ditta di taglio e confezione di camicie intanto per non perdere tempo”.

Carlo ha solo 21 anni ma sa già cosa vuole dalla vita è si è rimboccato le maniche per ottenerlo e, credetemi, lo otterrà.

Parlo con lui di bullismo. Ecco cosa mi dice:” La scuola per il bullo é solo un campo di battaglia dove cercare il piú fragile, quello “debole”. Il classico ragazzo “diverso” per schernirlo e umiliarlo di fronte a tutti gli altri. Facendo questo il bullo si fa vedere forte e figo agli occhi dei compagni. Il problema quindi sta nelle persone che non accettano la diversità degli altri e la calpestano cercando di emergere. Anche se poi maturando molti dei “bulli” capiscono gli errori fatti in età adolescenziale e tornano a scusarsi con le vittime come é capitato a me… Ad oggi io però ringrazio di essere il DIVERSO.

I genitori devono fare la loro parte.

Vorrei però sottolineare una cosa importante, mi dice Carlo.
Alcuni giovani volenterosi si trovano
le strade sbarrate dagli adulti,
il più delle volte.

Capito perché ho voluto parlare di loro?
Perché dobbiamo smetterla di parlar male dei nostri ragazzi “in generale “.
Dobbiamo invogliarli, dare loro spazio. Credere in loro.
Non siamo noi il futuro, sono i ragazzi come Anna e Carlo che porteranno avanti il nostro paese. Ma se nessuno parla di loro, se nessuno vede il bicchiere mezzo pieno finiremo per diventare tutti grigi, tristi, asettici.

Io non voglio che i miei figli vivano così. E voi?

Elisa, mamma, piemontese, politically correct, mi piace scoprire il "vero" di ogni cosa. Ho vissuto in Spagna, lavorato anche all'estero, ma ora faccio la mamma e sono nella "cumpa" delle new mums

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