Ultima modifica 16 Luglio 2018

Ho visto solo il trailer di “Gladiatori di Roma”, ma mi è bastato per scegliere di non andarlo a vedere. Sarò snob e antiquata, ma certe cose io proprio non le tollero.

Numero uno:  non si può pensare di far doppiare a Belen Rodriguez il personaggio della dea Diana.

Su Wikipedia, inserendo Diana, compare questa descrizione: Secondo la leggenda, Diana – giovane vergine abile nella caccia, irascibile quanto vendicativa – era amante della solitudine e nemica dei banchetti; era solita aggirarsi in luoghi isolati.
In nome di Amore aveva fatto voto di castità e per questo motivo si mostrava affabile, se non addirittura protettiva, solo verso chi – come Ippolito e le ninfe che promettevano di mantenere la verginità – si affidava a lei.

A me sembra una presa in giro.

In  più, da quando in qua una dea italica parla con quest’accento mezzo argentino? Non me ne vogliate, ma l’Italia è la patria dei doppiatori. Perché affidare a lei quest’incarico?

Mi rendo conto che emerge in modo fin troppo evidente la mia idiosincrasia verso cotal espressione della nostra cultura televisivo-cinematografica contemporanea.

Torno nei ranghi ed anche al trailer, che, ripeto, è l’unica informazione che ho sul film. Innanzitutto non lo trovo un film adatto ai bambini. Troppe donne vestite da veline, per le quali non abbiamo necessità di un film d’animazione; abbiamo tutti i programmi televisivi del caso per questo.

In secondo luogo, il protagonista Timo, anziché essere riconoscente al suo salvatore e profondersi in un grande impegno per diventare un buon gladiatore,  preferisce spassarsela con gli amici.  Nulla di diverso da Pinocchio, ma sarà il clima, saranno i muscoli in bella visione, sarà la morale …  di fatto questo film mi sembra perfetto per chi è solito guardare programmi stile “Uomini e donne”.

gladiatori di roma

L’amore per la fanciulla del caso trasforma il bamboccione Timo in un “grande studioso” dell’arte dei gladiatori e lo conduce alla sfida con Cassio.

Tra i tanti, troppi, trailer che ho visto prima di guardare quel gran capolavoro di “The brave” questo mi è sembrato quasi fuori luogo, molto più di tanti altri film di animazione che, già di per sé, promettono di non diventare dei capolavori indimenticabili. Sembra di vedere un film dei Fratelli Vanzina ma adattato all’infanzia.

Ma siccome non si può dare un giudizio su un trailer, mi riservo di cambiare idea qualora il più grande dei miei figli decida di volerlo vedere a tutti i costi e per amor suo sarò tenuta ad accompagnarlo. Chissà, magari come mi è accaduto  con Toy Story, mi ricrederò.

Valentina Cozzoli

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

1 COMMENT

  1. Perché anche a quel tempo Roma era multietnica! Forse anche di più…..e il mitico Massimo del Gladiatore non era ispanico ? E a quei tempi erano molto più aperti mentalmente da quello che leggo qui….é storia e i bambini fortunatamente sono meno bacchettoni di noi…tieniti forte : fare sesso tra uomini era la normalità ! per il discorso Belen mo simpantica o no se vogliamo darle contro facciamolo con intelligenza…altrimenti fa più figura lei con la sua bellezza che noi con l’ignoranza

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