Ultima modifica 28 Aprile 2021

Vivo in provincia.
In uno di quei luoghi incantevoli dal punto di vista del panorama e che d’estate si trasformano in luoghi di vacanza, quando la popolazione quasi raddoppia per i turisti che arrivano. Una provincia che tra giugno e agosto si anima di feste, di occasioni per ritrovarsi e vivere le serate dopo una giornata passata in spiaggia.

Ma adesso è tornato settembre e con l’autunno la calma, i colori vividi e la tranquillità.

lago maggiore

(foto di Katia Cazzolaro)

Per noi adulti la qualità della vita in questo angolo di paradiso è impagabile e alcuni (se non la maggior parte) sono quasi infastiditi dal caos estivo. Vivono nell’attesa che si spenga e che si possa tornare alla tranquilla routine quotidiana.

Per noi adulti. Ma per gli adolescenti?

Ad osservare la provincia in cui viviamo con i loro occhi (e con quel ricordo mai sopito del milanese che c’è in me) la calma si trasforma in noia e la routine in mancanza di stimoli.

I ragazzi vanno a scuola, studiano (chi più e chi meno), frequentano qualche sport (ma neanche tutti). Per il resto c’è quasi il vuoto. Due discoteche e un cinema nel raggio di 20 chilometri di strade dove anche i mezzi di trasporto pubblici si vedono passare una volta ogni tanto. E solo negli orari scolastici o in quelli di uscita dal lavoro.

Se noi genitori vogliamo evitare di trasformarci in autisti di taxi al servizio dei nostri figli (ammesso che lo si possa fare se non impegnati in attività lavorative) dobbiamo fornirli di un mezzo di trasporto adatto alla loro età. Per spingerli verso un minimo di autonomia come è giusto che sia.

Adolescenti, motorini, noia. L’equazione porta ad un risultato quasi garantito. 

Le gare illegali.

Succede allora che le strade si trasformano in piste da Moto GP e gli adolescenti in novelli piloti che si sfidano nelle serate di inizio autunno ritrovandosi a centinaia dopo essersi dati appuntamento sui social. Nemmeno fossimo sul set di Sette metri sopra il cielo.

adolescenti in provincia

La popolazione insorge per i pericoli che questi ragazzi provocano sulle strade (o, più probabilmente per il fastidio delle marmitte rumorose che spezzano il silenzio della provincia) e chiamano le forze dell’ordine che intervengono e fanno una specie di retata. Il sindaco prende posizione e promette un “giro di vite contro i motorini truccati” definendo quelli dei giovani “comportamenti da bulli da debellare“.

E niente. Sembra finire tutto così.

Con il mondo degli adulti che interviene in modo normativo e sanzionatorio per debellare comportamenti rischiosi per i ragazzi e per la popolazione. Che sarebbe un buon inizio se non fosse, contemporaneamente, anche la fine di come si affronta quella che è decisamente un’emergenza.

Perché è certamente importante dare ai ragazzi un segnale forte che indichi quale sia il limite da non superare, ma non è sufficiente.

Non basta sanzionare se non si lavora su ciò che ha creato il problema.

Per fare in modo che non si riproponga. 

Gli adolescenti hanno fame di stimoli e di esperienze, ma se non ne trovano proposti dal mondo adulto se li devono inventare da soli con gli strumenti che hanno o che i media presentano loro.

Il problema, a mio avviso, è che stiamo crescendo i nostri figli facendoli transitare da un’infanzia in stile villaggio turistico (fatta di scuola, calcio, pianoforte, karate, piscina, judo, danza, violino, pallavolo e ogni altra attività che riempie le agende dei bambini) a un’adolescenza caratterizzata dal nulla. Evitiamo, quando sono piccoli, che imparino a gestire anche momenti di noia offrendogli la possibilità di stimolare la loro creatività e poi li lasciamo (quando non accettano più che gli si organizzino le giornate) davanti ad un vuoto cosmico che non sanno come riempire.

Non esistono luoghi aggreganti (anche presidiati dagli adulti) nei quali i ragazzi possano ritrovarsi e stare insieme. Spazi dove possano coltivare le loro passioni e relazioni, ma anche la loro noia o la semplice voglia di “sparare cavolate tra di loro”. Occasioni per fare con, fare per o anche non fare.

Ma insieme. Adolescenti e adulti.

Centri di aggregazione giovanile per adolescenti; spazi per fare musica, teatro o altre attività creative; educativa di strada che incontri i ragazzi nei luoghi dell’aggregazione spontanea. E che con loro condivida qualcosa. Un’alternativa.

Qualcosa di più divertente della Sagra del Mergun e dei Fugiat.

Ma questa è la provincia. Fino a quando i motorini non sono troppo rumorosi, le strade non si sporcano di sangue o l’alcool viene bevuto dietro le spalle degli adulti il problema non esiste.

Fino a quando non diventa emergenza. Quando forse è già troppo tardi.

polenta e funghi

 

(E per i curiosi di sapere cosa sia il “mergun” vi lascio un’immagine. Capirete da soli cosa abbia a che fare con i “fungiat“)

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