Ultima modifica 3 Novembre 2016
Generare vita regala potenza, è l’atto più simile a un miracolo alla portata dell’uomo comune. Perciò chi ha problemi di erezione, condizione necessaria, seppure non sufficiente per l’atto sessuale che a sua volta è necessario, ma non sufficiente, per la procreazione, sente di non avere un senso per stare al mondo.
Forse l’impotenza è uno strumento messo in atto dalla natura per impedire a una persona triste, depressa, che ha perso fiducia in se stesso, nel futuro e nella vita stessa di procreare. Il questa condizioni psicologiche, e visto che non è capace di amare la vita, è meglio che non la generi.
Guardandosi attorno, ci ritroviamo circondati da persone sfiduciate, che hanno perso il gusto nel nostro Paese, gente che crede più in un avvenire dell’Italia, nella sua stessa vita e vitalità. L’unica convenzione della comunità-italia è che non si possa far nulla per invertire la tendenza, per essere finalmente felici, per poter cambiare le cose, per poter “generare” qualcosa.
L’Italia ha problemi di erezione, questa è l’arguta analisi sessual-politico-sociologica di un articolo pubblicato su L’undici, un giornale on line, dove l’autore sottolinea che “sì, abbiamo capito bene: il nostro Paese soffre di disfunzione erettile altrimenti detta impotenza.”
Il tono dei discorsi che si ascoltano per strada, la sfiducia di circa un milione e mezzo di italiani che hanno smesso di cercare lavoro perché troppo scoraggiati da anni di inutili ricerche, le affermazioni di quanti continuano a pensare che nessun politico potrà mai cambiare la condizione del nostro Paese e la rassegnazione degli occhi dei giovani, che dovrebbero essere i primi ad apportare novità e vita, comprova questa interessante teoria.
Il tutto avviene in una sorta di circolo vizioso: non riesco a raggiungere l’erezione e mi deprimo perdendo fiducia in me stesso, se sono depresso faccio fatica a raggiungere l’erezione… Applicando questo principio ai cittadini e alla politica, si ottiene lo stesso effetto: più la politica si rivela marcia, più noi ce ne allontaniamo senza partecipare attivamente, mantenendo le distanze da quelle situazioni che mettono alla prova la nostra “virilità”, le stesse che dovrebbero donaci l’estati del sesso e la gioia della procreazione.
Il popolo italiano è spesso rabbioso nei confronti della politica, spara giudizi negativi a zero, soprattutto sui social network, dove emergono commenti imbufaliti, sfoghi nei confronti del “partner” con il quale non riesce ad accoppiarsi, cioè la politica stessa.
Come si risolvono questi problemi di erezione? Come si fa a non dare al partner che non ci eccita, non ci sa fare, che non ci stimola sufficientemente? Innanzi tutto smettendo di imputare all’altro l’origine della nostra impotenza e provando anche con un “aiuto esterno” a superare il problema.
Politicamente parlando, il nostro Viagra potrebbe essere ammettere che esistono ancora associazioni e partiti a cui è possibile avvicinarsi con l’obiettivo di tornare a credere nella loro possibilità di cambiare le cose. Qualora ciò non bastasse, bisogna fare un lavoro su se stessi, desiderando di nuovo la felicità data dal reciproco godimento che ci regala l’atto sessuale, che non è mai un piacere egoistico, ma sempre bilaterale.
Il segreto può essere la fiducia nel cambiamento. I recenti fatti politici ne sono testimoni: qualcosa è cambiato. Il governo, ad esempio. Pochissimi avrebbero scommesso sul fatto che avremmo iniziato il 2012 senza Berlusconi. Che poi questo porterà veramente a un miglioramento dello status quo (e questa è una nostra personale considerazione), è ancora tutto da vedere. Ma perlomeno le cose sono cambiate. Abbiamo cambiato “partner” e ciò forse ciò potrebbe regalare nuovo vigore alla nostra “sessualità”.
Continuare a dirsi che nulla cambierà, che nessuno capirà e metterà in atto il nostro desiderio nella vita, così come nella politica, ha il sapore di una scusa che giustifichi le normali difficoltà di un confronto.
Fonte: www.lundici.it
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