Ultima modifica 27 Maggio 2019
Sì certo, avere un bebè è un momento unico nella vita di ogni donna.
Poi, i bambini crescono e sembrano ormai lontani i tempi in cui quel rapporto simbiotico con un batuffolino di pochi mesi ci faceva sentire indispensabili e in totale sintonia con lui.
I primi anni da mamma
La pelle morbida, i primi sorrisi, i primi baci, le prime parole, i primi passi.
E poi, ancora: i primi giorni, quelli del nido, dell’asilo, la prima gita. Tutto indimenticabile!
Poter andare in giro con le poppe al vento (il mio sogno di naturista repressa) senza che il marito calabrese mi si lanciasse addosso col burka, per coprire la svergognata….
E poi, sentirsi cercata, sempre, come all’inizio di una qualsiasi storia d’amore che si rispetti.
Sì, tutto vero, tutto bello, tutto indimenticabile ma è tutto qui?
Chi si è dimenticata le notti passate a sperare che quella sirena penetrante fosse l’antifurto del vicino e, invece, no, era sempre quel mostro a tre teste che noi stesse avevamo ingenuamente messo al mondo!
Chi è già riuscita a rimuovere dalla memoria quella sensazione di impotenza di fronte a pianti inconsolabili e, ancora oggi, inspiegabili, del proprio neonato?
Qualcuna di voi rimpiange quell’ansia continua?
La morte in culla, il soffocamento, le cadute accidentali, le malattie, lo svezzamento.
Tutto ciò che è nuovo spaventa ma un neonato, a volte, può terrorizzare, soprattutto se, davanti, ha una mamma ansiosa.
Qualcuna sente la nostalgia dei pasti consumati in piedi, con una mano sola o, direttamente, dalla mangiatoia? Io, una volta, con la bimba in braccio urlante e una fame da lupo, ho rozzamente piegato la pizza in quattro divorandola in pochi morsi, praticamente una donna pitone! Ho bevuto per sei giorni e sei notti per digerire quella leggerissima Margherita!
E che dire della doccia? Tre minuti di paura, ravanando a caso qua e là con lo sgrassatore ed il cuore in gola perchè, nel frattempo, nell’altra stanza sarebbe potuto succedere di tutto.
Qualcuno tornerebbe all’Hotel “Raggio di Sole” di Borghetto Santo Spirito?
No, dico, ma mi prendi in giro?
Io, quell’anno il sole l’ho visto solo alle sei del mattino e alle sette di sera, perchè il resto delle giornate lo passavo ad allattare, cercare di addormentare il lattante di turno e a tenerlo protetto nelle ore più calde. In quelle fasce orarie, gli ottantenni col femore a mollo erano l’unica forma di vita riscontrabile.
I bambini crescono e non è sempre facile accettare questa cosa che, però, ha indubbi vantaggi.
Certo, il tempo che passa
non piace a nessuno.
Io però sono felice di assaporare di nuovo quel senso di libertà e di autonomia che mi regala la crescita dei miei figli.
Sì lo so, qualcuno penserà che, quando si hanno bimbi di sette anni sia facile cantare vittoria, perchè ancora non si conosce l’adolescenza. Non si può parlare di autonomia vera e propria dei figli, ma mi capita spesso di sentire mamme di compagni di Sara e Diego parlare con nostalgia dei tempi in cui i loro figli “mangiavano e dormivano”.
Ecco, forse è proprio questo il punto: a me la fase del mangiare e dormire non è mai capitata! E me è capitata quella del “mangiare, urlare, mangiare, strillare”.
Forse per questo motivo,
quei tempi non mi mancano affatto.
Mi vivo questi anni come una felice parentesi tra l’incubo della dipendenza totale e la profezia dell’indipendenza selvaggia promessa per l’adolescenza.
Insomma, ora che i miei bambini crescono, la sera, dopo averli messi a letto, posso sdraiarmi sul divano e disporre di circa un’ora per guardare un film.
Posso leggere un libro o stare un po’ con mio marito e, in quei momenti, l’ultima cosa che mi manca è un bebè da cullare!
Quando faccio una doccia, uso di nuovo prodotti idonei alla pelle umana perchè non ho dovuto prendere di fretta un prodotto a caso dallo sgabuzzino.
A volte, mi concedo anche, un po’ di relax sotto l’acqua calda. Senza contorcermi dal dolore se, dall’altra stanza, non provengono urla di un piccolo despota intollerante all’abbandono.
Quando i bambini sono a scuola, io mi dedico al lavoro, alla casa o alle mie passioni.
Non rimpiango affatto i periodi in cui l’unico tempo per me era quello della pipì, fatta col mega getto, per non perdere nemmeno un secondo prezioso!
Ora pianifico viaggi, con la mia famiglia, che mi permettono di salutare dall’aereo le forme di vita mattutine di Borghetto Santo Spirito e la cosa non mi addolora affatto.
I bambini crescono e questo è, per noi genitori, un bene prezioso.
Loro diventano più autonomi e, con loro, lo diventiamo anche noi, riscoprendo dimensioni, come l’individualità e la coppia, a lungo rimaste sospese. Questo significa anche che stanno bene, seguono la loro strada e ci mostrano i primi risultati dei nostri sacrifici.
La mia mano è sempre lì, tesa verso la loro, che si gode un periodo magico in cui non viene più stritolata ma nemmeno respinta.
Mah… io sono già terrorizzata al pensiero che fra poco più di un anno mio figlio prenderà il volo…
A me mancano quei momenti. Seriamente.
Beh sì, io parlo di come mi sento ora che hanno cinque e sette anni ma poi vedremo quando saranno più grandi!