Ultima modifica 3 Giugno 2021
Cosa vuol dire andare in vacanza per i bambini?
Ci riflettevo con alcune famiglie questa settimana, ovvero quella di chiusura dell’anno scolastico in corso e di passaggio alle imminenti vacanze estive.
Cosa si aspettano i bambini dalle vacanze estive?
I bambini hanno bisogno di “ferie”. Così pare.
Spesso raccontano di essere investiti da compiti, attività estive e quant’altro rappresenti un impegno. A volte per necessità del genitore il quale altrimenti non saprebbe come organizzarsi, e ci sta. Ma, ahimè, altre volte anche i genitori fortunatamente presenti per i loro bambini pensano comunque di riempirli di cose da fare e di agevolare così il loro bene.
La voce dei bambini dice invece di un bisogno di noia, staticità, passività, nulla, calma, lentezza e quant’altro assomigli a tutto ciò.
Voglia di passare le vacanze estive in assoluto relax.
Parole che nella realtà odierna sembrano lontane dal vivere comune, sia che si tratti della routine dell’anno scolastico, sia che si tratti delle vacanze.
La vita è densa di impegni, tra casa, famiglia, lavoro, attività extra è necessario essere sempre sul pezzo. In vacanza forse no, forse ci si può concedere di lasciarsi andare al nulla.
Cosa vogliono dire quelle parole dunque, secondo il punto di vista di bambini e ragazzi?
Un bambino di 7 anni circa si è espresso in tal senso, comunicando ad esempio il bisogno di fare le cose lentamente con la sua mamma, a partire dalla semplice colazione mattutina, spesso assunta da solo di fronte alla televisione, con la sua mamma concentrata a preparare l’occorrente per uscire.
Un’altra bambina, della stessa età circa, ha invece fantasticato sull’assenza dei compiti di scuola, immaginando di poter giocare tutto il pomeriggio con le sue bamboline.
Un ragazzino di 11 anni, molto legato al suo papà, mi ha chiaramente detto che avrebbe chiuso in cassaforte i cellulari presenti in casa, (il suo compreso non si sa?!), per godersi il suo papà molto impegnato nel lavoro anche fuori ufficio.
Un’altra ragazzina pregava i genitori di non effettuare l’iscrizione al solito campo estivo, onde evitare stress vari, per poter trascorrere liberamente i pomeriggi a chiacchierare con le amiche.
Cosa ne pensate?
Come li valutate?
Sono sogni tanto utopici o meno?
Qual è la vostra esperienza?
Vale la pena, penso, fermarsi a riflettere sui desideri dei bambini e dei ragazzi, a me ultimamente espressi come sopra descritto, e cercare di assecondarli quanto più possibile.
Questo è il mio punto di vista.
Il mio invito è quindi quello di fermarvi un attimo a fantasticare sul significato simbolico di quelle sei parole.
Sono certa risuonino in voi come altrettanti desideri ai quali aspirare come adulti o come genitori.