Ultima modifica 30 Aprile 2021

“I bambini vanno corretti?”
“Quando è giusto sgridare un bambino?”
“Quanto può sperimentare senza limiti?”

Queste sono alcune riflessioni che i genitori mi pongono, più che altro per la fascia d’età fino ai 3 anni circa.

Sgridare i bambini non serve. Loro hanno solo bisogno di capire

Secondo il mio parere, i bambini non vanno corretti.
Loro possono apprendere dal gioco e delle esperienze.
A volte da soli, altre guidati dagli adulti.

sgridare i bambini

Ma non vanno corretti nel senso di portarli ad essere ciò che non sono o che non possono essere. Se un bambino ha bisogno di esplorare, gli va concessa questa esperienza.
Un bambino ha bisogno di fare da solo per scontrarsi con la realtà e capirla e va lasciato fare. Se un bambino ha bisogno di tranquillità o non è particolarmente attratto dai giochi, va lasciato nella sua calma.

Quello che voglio dire è che è dannoso cercare di trasformare un bambino X in un bambino Y.

Si può stare accanto ai propri figli, osservarli, accettarli per quello che sono, senza manipolarli. Il limite va imposto se si mette di fronte ad un pericolo, per se’ o per l’altro.

Perché questo tipo di limite serve per proteggerlo, dunque diventa educativo.

Ad esempio, pensiamo ad un bambino che ama aprire i cassetti della mamma, tirare fuori tutto il contenuto e buttare tutto all’aria.
Automaticamente per molti verrebbe da porre un limite.
Io penso che tal bambino possa invece godere dell’esperienza di gioco legata al curiosare, al dentro e al fuori, al togliere e al mettere. È un’esperienza che insegna.

Il limite va posto, a parer mio, se il bambino è a rischio nel fare male a se stesso o a chi gli è accanto. 

Il limite va messo sgridando?

Non penso necessariamente.
È importante dire di no, in modo deciso, trasmettendo al bambino il senso dell’autorevolezza e del contenimento.

Sgridarlo, per cosa?
Perché sta giocando?
Si sta forse mettendo in pericolo?
Fa una cosa che non potrebbe?

I bambini hanno bisogno di capire, non di essere sgridati.

Si può spiegare ad un bambino il perché ed il percome di un no, di un limite, senza cadere nel rimprovero che spesso diventa inutile.
Invece, il “limite” per quei bambini molto calmi, che quasi appaiono poco interessati al mondo esterno può essere messo in senso contrario.

Come dicevo poc’anzi, sarebbe adeguato lasciarli in pace, in attesa di un loro segnale di apertura verso l’esterno. 

Se ciò non avviene, si può offrire loro la realtà a piccole dosi, mostrandogli alcuni giochi, facendogli ascoltare alcuni suoni, proponendogli di manipolare degli oggetti e di osservarne altri. 

Sia in un caso che nell’altro il senso è sempre quello del rispetto per ciò che il bambino è. 

Sono mamma di una splendida bambina. Terapeuta EMDR, Psicoterapeuta (specializzata in psicoterapia dell'infanzia, dell'adolescenza e delle coppie), Consulente per il Tribunale di Varese in materia di separazione/divorzi e Formatrice in progetti di prevenzione al maltrattamento ed abuso infantile. La psicologia non è solo un lavoro ma una vera e propria passione.

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