Ultima modifica 17 Giugno 2023
La scuola sta per finire e, come sempre, si inizia a parlare di compiti per le vacanze.
Non posso esprimere un’opinione “universale” perché, dietro ogni bambino in vacanza, c’è un genitore che non è in vacanza: ognuno la prende come vuole.
Quattro suggerimenti utili a placare le ansie, però, li posso dare.
Il libro che raccoglie gli esercizi non è obbligatorio, ma consigliato.
Questo vuol dire che se un genitore decide di non prenderlo non commette niente di grave. L’importante è che ogni tanto e soprattutto dalla metà di agosto riprenda un ripasso degli argomenti forti dell’anno precedente che farà sentire il bambino più sicuro al rientro.
In altri paesi le vacanze sono frequenti e quelle estive sono più brevi delle nostre.
E’ solo per questo che si chiede di non abbandonare del tutto i concetti e le conoscenze che diventano prerequisiti per l’anno scolastico successivo.
Chi prende il libro deve essere sereno: è un aiuto, non una spada di Damocle.
In fondo è uno strumento che può essere gestito: anche la tv ha il telecomando e il pulsante on/off.
E si sa che alcuni bambini sono reticenti a lavorare. Però è vero anche che ogni genitore conosce il proprio figlio e sa quali sono i momenti buoni e quelli no.
E stiamo sereni!
Prendere il libro non vuol dire completare ogni pagina a tutti i costi.
Se, ad esempio, si capisce che un concetto non è passato, è meglio saltare pagina e magari segnarlo su un foglietto per dirlo all’insegnante al rientro.
Fin dalla classe prima si può prendere un calendario (o farlo al computer con un’immagine carina o preferita… se ne trovano a fasci) con degli spazi per scrivere.
Coinvolgendo il bambino, si può decidere di scrivere una L (libro) o una A (allenamento) una volta a settimana o due mettendo poi una stellina quando ha lavorato.
Meglio non cominciare il 15 giugno, non decidere a priori il numero delle pagine e non seguire le indicazioni “Primasettimanablumaresole e fantasia” ecc…
Quello che farà, farà.
Mezza pagina? E mezza pagina sia!
La cosa importante è che a decidere sia sempre il bambino, senza imposizioni da parte dei genitori. E se a lui fa piacere fare qualche compito anche d’estate, perché impedirglielo?