Ultima modifica 10 Luglio 2020

I mostri del buio è un libro che parla di un’amicizia speciale.
Sullo sfondo la paura più grande di tutte, quella che un pò tutti abbiamo provato.

La paura del buio.

I mostri del buio

Si spengono le luci e la stanza sembra popolarsi.
I mostri prendono forma e abitano il buio.
Difficile capire se sono ostili o meno… ma forse anche loro nascondono degli aspetti imprevedibili. E la paura del buio non è sola.
Con lei spesso si accompagna quella di non essere all’altezza di fare qualcosa. Di non essere capace.

Il nostro protagonista è Camillo, detto Millo, un bambino timido e insicuro.

Un pò cicciotello. Per questo a volte preso in giro ed escluso dall’ora di ginnastica. È fifone. La sera controlla con minuziosa attenzione tutta la sua stanza per escludere la presenza di mostri silenziosi! E se può, preferisce dormire con la luce accesa.
Una sera, incoraggiato dalla mamma decide di provare a spegnere la luce.
Ed ecco che dal buio arriva uno strano rumore.
È il mostro della scrivania. Scrì.
Anche lui è un bambino. Un bambino mostro.
E anche lui sembra avere tante insicurezze.
I compagni di scuola non sempre lo capiscono. Anzi lo prendono in giro.
Così come Millo viene preso in giro per la sua sensibilità.

I mostri del buio
Insieme scoprono di avere tante cose in comune. Entrambi hanno voglia di dimostrare di essere forti. Entrambi soffrono per le offese. È così facile diventare amici!
Insieme decidono di affrontare le loro paure.
Scrì spiega a Millo che il lavoro dei mostri è proprio quello. Spaventare i bambini per aiutarli a diventare grandi. “Se non si conosce la paura, non si troverà mai il modo di sconfiggerla”.
Ed ecco che si lanciano in un’avventura entusiasmante per riportate Scrì nel suo mondo.
Eh si, perché accendendo la luce, Millo ha chiuso il passaggio per far tornare Scrì a casa sua.
E così rientrando da un passaggio che non è il suo, comincia un viaggio esplorativo nel mondo dei mostri. Tutti quelli che popolano le fantasie di Millo.
Ognuno di loro ha la sua particolarità. E tutti sono accomunati da una terribile allergia. Quella alla luce!
Conoscere i mostri di persona, in carne ed ossa consente a Millo di vedere le loro debolezze. Riesce pian piano a riderci sopra.

I “mostri degli armadi” sono goffi e poco svegli.

I “mostri delle mensole” sono terrorizzati dai personaggi delle storie di avventure.
Quelli della scatola dei giochi” crescono a dismisura, diventano neri e appiccicosi… e abbastanza ridicoli! I “mostri dei cuscini” sono sempre confusi perchè dormono tanto. Devono addirittura darsi dei pizzicotti per capire se si trovano nella realtà! I “mostri dei comodini” vengono scambiati per il comodino stesso. I “mostri afferrapiedi” hanno 200 mani e trasudano sciroppo per la tosse amaro!

Ma come si fa ad avere paura di questi mostri?

I mostri del buio

È più facile riderci sopra. E così Millo non ha più paura di spegnere la luce. Si gode finalmente il “silenzio” del buio e i sonni tranquilli.
Un libro veramente divertente e ben costruito per affrontare la paura del buio. Adatto ai lettori in erba. Immagini divertenti che accompagnano una storia coinvolgente. Il lettore vuole proprio sapere come andrà a finire!

L’ho letto a “due voci” con Gabriele che ha 7 anni. Un pezzo ciascuno.

Alcune parti, come per esempio la descrizione dei mostri se le è rilette più volte da solo. Si è divertito pensando ai mostri logorati dalla terribile allergia alla luce!
Un modo per esorcizzare la paura è proprio parlarne e rappresentarla.
Questi mostri sono talmente simpatici e umanizzati che ci piacerebbe conoscerli più che scappare da loro!

DETTAGLI TECNICI:
Autori: Pina Irace
Illustrazioni: Chiara Lamieri
Editore: Read Red Road
Collana: Racconti di strada
Pagine: 69
Prezzo: 10 euro

Consigliato dai 7 anni.

40 anni, sono nata e vivo a Roma nello storico e suggestivo quartiere della Garbatella. Insegnante, psicologa/psicoterapeuta, mamma di tre piccole pesti: Gabriele 6 anni, “l’ingegnere/scienziato della famiglia”, Gaia 4 anni, la “nostra lettrice e ballerina” e Zoe 2 anni, “il sindaco”, con una capacità più unica che rara di decidere cosa fare e gestire i fratelli.

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