Ultima modifica 20 Aprile 2017
Quanti sacrifici fa una mamma, una donna?
Tecnicamente, dal momento che si fanno volentieri non si possono chiamare “sacrifici” perché certo vivere per chi si ama e fare tutto in funzione loro, non lo posso annoverare tra le cose pesanti della vita.
Eppure una donna, quando diventa madre e quando, a maggior ragione, ama il ruolo che la vita le ha assegnato, attua una serie di rinunce che di fatto le cambiano la vita.
Pensare sempre al benessere di tutti, creare nuove e stimolanti attività in casa e fuori, organizzare vacanze a misura di tutti tranne sua e via così. Oltre, naturalmente, a tutte quelle micro rinunce che quotidianamente le ricordano che la sua vita non sarà mai più quella di prima. Quasi si sente in colpa per aver anche solo pensato quest’ultima frase, quando in bagno la porta si apre 20 volte, o mentre, seduta sul water, nanetti festosi le si arrampicano addosso, oppure ancora, quando cammina con qualcuno che le sta dietro come un’ombra.
Come la mamma non c’è nessuno.
A me piace sapere che sono amata, che senza di me la casa sarebbe vuota e triste, mi gratifica sapere che il mio ruolo è proprio quello che ho sempre sperato di avere. Eppure … eppure alle volte si danno per scontate queste mamme.
Ho vissuto con due genitori che anche mentre stavano insieme vivevano due vite separate (o meglio, era mio padre che coltivava i suoi interessi che ci fossimo o meno noialtri), certo erano talmente diversi che non sarebbe stato possibile fare diversamente, perciò quando ho creato la mia famiglia, quella che ho sempre sognato, ho sofferto nel dover addirittura scrivere nelle regole di casa che ci si aspetta.
Che significa che due membri di casa sono pronti per uscire e quindi vanno?
Chi resta in casa vale così poco da non poterlo neanche aspettare?
E’ così intollerabile pensare che un’altra persona abbia ritmi diversi?
O che, cosa che è, abbia così tanto da fare che alla fine è l’ultimo a essere pronto?
Mi consola il fatto che, almeno nel mio caso, non è fatto con dolo di mancanza di rispetto, ma semplicemente per accelerare le operazioni. Ma non sempre è così.
La cosa che più ferisce una donna, è non essere capita ed è lì che i nostri sforzi vengono percepiti come sacrifici.
E’ vero, è vero, le donne sono complicate, lo so, ma basta poco alle volte, sarebbe sufficiente aprire gli occhi e provare a immedesimarsi nell’altro. Guarda caso le donne tra loro si capiscono (quasi) sempre.
Da bambina c’era una fiaba sonora che ascoltavo spesso e allora non ne capivo l’importanza: L’uomo che la sapeva lunga. Un uomo torna tutti i giorni dai campi e quasi prende in giro la moglie che, invece, è casalinga.
Puah, le dice, tu non fai niente. IO mi spacco la schiena ogni giorno!
La donna allora, gli propone per un solo giorno di fare scambio di giornata. Risultato? Dopo due ore l’uomo è totalmente nel pallone, un maiale sul tetto, il burro impazzito, un mezzo incendio in cucina e via così. La donna rientra dai campi stanca e gli dice col sorriso di chi sa di aver ragione “allora, com’è andata la tua giornata?” naturalmente l’uomo non ammette niente, ma gli dice che forse è meglio se torna lui a zappare i campi per non stancare troppo la moglie.
Spesso, spessissimo agogno a questa possibilità!
Scambiarci i ruoli per un solo giorno!
In tutto e per tutto, però, non solo nei compiti di casa.
Anche in tutti quei dettagli non quantificabili: il tono con cui vengono dette certe cose, i musi lunghi o i silenzi mentre l’altro parla … e via così. La somma fa il totale e vedrebbero che bella giornata! Immagina a ripeterlo per giorni e mesi e anni. Poi è normale che uno sbotta.
Essere donna è complicato?
Non vi immaginate neanche quanto.
Sentire dentro una tristezza ormonale, è vero, ma comunque profonda che necessita isolamento e non poterlo fare, ostentare sorrisi, non essere mai stanche, non potersi permettere il lusso di 5 minuti di silenzio.
Per fortuna, almeno nel mio caso, queste giornate no si riducono a poche ore l’anno, ma quando ci sono … che rabbia! Per altre mie colleghe (madri) purtroppo si tratta di una condizione quotidiana e a tutte loro dò un consiglio, che per me ha sempre funzionato: parlate. Non abbiate paura di litigare perchè se una lite o due o anche tre vi cambia la via, FATELE! Alle volte anche i figli se ne approfittano e parlare anche con loro è salvifico.
Una giornata di sciopero farà bene a tutti, credetemi. Ne va della vostra autostima e della vostra salute!
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