Ultima modifica 6 Novembre 2015
Ci siamo, sto partendo in uno di quei viaggi di lavoro che accompagnano la vita di noi mamme.
Un bacio e tante coccole ai miei bambini, una lista interminabile di raccomandazioni mammesche, il menù programmato dei due giorni di assenza ripetuto fino all’ultimo momento a un papà appena sveglio e con pochi neuroni connessi, valigia, mac , agenda e vari telefoni in borsa e finalmente, la partenza!
Sembra tutto perfettamente organizzato, ogni dettaglio è stato curato affinchè la mia assenza pesi il meno possibile (tanto poi ci vediamo via skype, e tante altre strategie tecnologiche per sembrare più vicini), che come per magia mi ritrovo in viaggio con occhiali scuri e una lacrimuccia da tirar su.
Cosa è successo?
Lo ammetto, già mi mancano e mentre telefono, dopo dieci minuti di viaggio, utilizzando le scuse più inverosimili per ascoltare la voce dei miei bimbi, mi accorgo degli innumerevoli sentimenti contrastanti che fanno capolino altalenando il mio umore già ballerino.
Eppure conosco i miei “diritti” mammeschi, riconosco quanto è nutriente coltivare le proprie passioni, amo il mio ruolo di mamma “che lavora fuori casa”, la mia professione poi mi appartiene da sempre, addirittura prima di diventare mamma, ma c’è un ma che accoglie e comprende i miei occhi lucidi, abilmente nascosti. Provare a spiegarlo è riduttivo, provare a sentirlo invece è la via migliore per tornare a sorridere.
Sono emozioni di cuore e di pancia, sensazioni di pelle che hanno tracciato segni indelebili nella vita di donna, sono i miei figli e mi mancano da morire.
Ecco, riconoscerlo mi fa star già meglio e allora che il viaggio abbia inizio, mentre gusto le esperienze che condividerò con loro al mio ritorno, i racconti di nuovi incontri, la pienezza di riconoscere quella che sono, una donna, una moglie e una mamma che si nutre di emozioni.
Cecilia Gioia
…tutto verissimo! ecco il racconto del mio primo viaggio di lavoro da mamma http://wp.me/p3xKFH-64