Ultima modifica 17 Giugno 2023
Questa settimana ci dicono la loro i ragazzi e le ragazze de Il Castello editore, che conoscete sicuramente tutti, ma forse non sapete che lo conoscete anche per altri nomi.
Il Castello Group comprende diversi marchi. Quelli che interessano noi sono Ideeali, La Margherita (vi ricordate ad esempio La puzzetta, o Una giornata no di cui vi ho parlato tempo fa!), Lemniscaat, Clavis, Tourbillon, Miniedition, Chiara Edizioni.
Due chiacchiere con i ragazzi de Il castello editore
Tutti i vostri marchi editoriali hanno in catalogo dei titoli di eccellenza!
Qual è il criterio con cui selezionate gli albi?
Gli albi vengono scelti partendo dalle emozioni che ci suscitano e dopo aver valutato attentamente sia il valore del testo, sia l’impatto e l’efficacia delle illustrazioni.
Devono presentare caratteri di originalità e un livello di qualità elevato sotto tutti i punti di vista. Devono distinguersi e collocarsi “fuori dal coro”.
Saperci stupire, per poi sorprendere e far innamorare il vero destinatario finale per cui sono pensati: il bambino.
Di recente mi sono interrogata sul tema linguaggio nei libri / nel parlato.
Secondo voi i libri che ruolo devono avere nella vita di un bambino? Essere aderenti alla realtà,ma avere comunque un ruolo educativo (di maniere, di linguaggio) o essere pedissequamente fedeli al vissuto (buono e cattivo) altrimenti c’è il rischio che il bambino li “rifiuti”?
Non bisogna mai dare per scontate le capacità dei bambini, anche e soprattutto sul piano della padronanza linguistica.
Ogni bambino è una piccola spugna, che assorbe tutti gli stimoli che riceve dall’esterno e riesce sempre a stupire gli adulti, arrivando ad apprezzare ciò che mai avremmo pensato potesse sorprenderlo.
Il linguaggio che noi consideriamo diverso da quello utilizzato da loro e troppo difficile.
Si rivela spesso un limite solo per noi adulti, ma non per i bambini che hanno una visione della realtà ben più elastica.
Traducendo il problema sul piano illustrativo, è come se continuassimo a dare in mano ai bambini esclusivamente libri Disney.
Non quelli di Roberto Innocenti perché i secondi sono troppo difficili.
Se invece sottoponiamo all’attenzione di un bambino una tavola di Innocenti rimarremo piacevolmente stupiti dall’interesse e dalla curiosità mostrate.
Per quanto riguarda l’aderenza della lingua al parlato, l’analisi testuale e l’eventuale traduzione di un albo rappresentano una fase molto delicata.
Le scelte linguistiche sono frutto di un lavoro attento.
Non è raro ad esempio che le traduzioni siano affidate a scrittori di grande rilievo, come nel caso di Vivian Lamarque per “Prima c’era il mare”.
Il risultato potrà presentare talvolta un registro linguistico vicino al parlato, mai volgare. Allo stesso tempo dovrà mantenere caratteri di correttezza, pulizia stilistica e varietà lessicale che invitano a scoprire, imparare e sperimentare con le parole.
Trovo geniale che sul vostro sito si possa vedere un piccolo estratto del libro, per evitare di comprare a scatola chiusa, ispirati magari solo dal titolo.
E’ anche vero che un libro deve però, secondo me, essere “accarezzato” prima di essere comprato.
Che ruolo hanno le libraie e, perché no, anche le blogger (di qualità) nel far conoscere un albo?
I librai, specialmente quelli che gestiscono piccole librerie indipendenti, hanno da sempre un ruolo essenziale nel percorso di diffusione dei nostri albi illustrati.
Presentare ai propri clienti dei prodotti editoriali non sempre facili o “immediati” richiede un alto grado di competenza e di passione.
Un buon librario sa spiegare ai suoi clienti perché vale la pena soffermarsi su un libro che a prima vista potrebbe sembrare difficile o semplicemente “diverso” da ciò che viene proposto abitualmente a un determinato target d’età.
E’ in grado di far comprendere a un genitore l’importanza della complessità, del testo che invita alla riflessione, dell’albo che stimola la curiosità e l’intelligenza di un bambino.
Allargando il discorso dai/dalle blogger anche alle varie testate che si occupano di letteratura per l’infanzia e per ragazzi, sono certo che il loro lavoro sia di fondamentale importanza per diffondere i nostri albi e per offrire al lettore un punto di vista personale ed esterno rispetto a quello dell’editore.
In questo senso mi riferisco a chi esamina un libro svolgendo un lavoro di analisi articolato su più piani di lettura (linguistico, figurativo, socio-culturale) o operando rimandi acuti e consapevoli alle produzioni editoriali più significative dello stesso ambito.
Uno studio di questo genere, che evidenzia una notevole conoscenza della materia, degli autori e del panorama letterario in cui si inserisce un libro, è molto utile anche a noi, oltre che al lettore. Spesso ci permette infatti, di cogliere alcuni aspetti che erano passati inosservati ai nostri occhi.
Si stabilisce dunque un dialogo a distanza, un lavoro di approfondimento e di studio reciproco proficuo e gradevole.
Un albo che adoro, personalmente, e trovo molto carino sia per i disegni che per il testo è “Una famiglia è una famiglia sempre!” di Sara O’Leary.
Se posso dire, manca la famiglia dei lettori!
Mi immagino una maestra seduta in mezzo a tutti i bambini che la ascoltano rapiti. Leggere ha un potere magico di calma e attenzione sui bambini.
Rodari diceva che è un momento per il bambino di avere la mamma tutta per sé.
Secondo voi come dovrebbe essere concepita la lettura nelle scuole?
È vero, i lettori sono una vera e propria famiglia!
E come succede all’interno di una famiglia, in cui ci si scambiano i libri letti, discutendone magari a tavola, la sera. E’ importante che anche in classe si possa ricreare la stessa atmosfera. I bambini arrivano la mattina, entusiasti del libro che hanno in mano e che hanno terminato la sera precedente.
Sono pronti a prestarlo ai compagni o a chiedere alla maestra di leggerlo ad alta voce per la gioia di tutti.
Poi, alcuni giorni dopo, durante l’intervallo, tra un panino e un succo di frutta, lo stesso libro viene analizzato da più bambini, diventando argomento di discussione.
Il tam-tam dei libri tra bambini è uno strumento molto utile oggi, considerando che molte biblioteche scolastiche sono pieni di libri desueti o poco stimolanti.
Gli insegnanti, a loro volta, possono entrare nel ‘circuito’ portando in classe libri che ritengono validi e interessanti e proponendoli ai bambini.
Molte scuole oggi hanno testato questo nuovo tipo di “prestito” e sono concordi nel confermarne il funzionamento.
Si tratta di un sistema che “pungola” anche i bambini più pigri e meno avvezzi alla lettura.
Beh che dire, grazie davvero a Viviana Reverso e Davide Rossi per il loro tempo e per l’impegno e passione che mettono nel loro lavoro.
Apprezzatissimo, perché gli albi e anche i libri che ci propongono in catalogo sono di altissima qualità!