Ultima modifica 4 Agosto 2020
Il dolore è sempre stato un aspetto del travaglio che spaventa molto.
Il genere di dolore che avverte la donna quando è in travaglio è caratterizzato da una serie di sensazioni diverse, difficilmente spiegabili, che assomigliano ad una compressione molto forte al basso ventre o nella zona lombare.
Fisiologicamente la contrazione assume l’andamento di un’onda.
Inizia, cresce, raggiunge un picco e poi diminuisce fino a scomparire completamente creando così una pausa durante la quale ci si sente bene e si possono recuperare energie.
Non c’è solo una componente fisica, ma il dolore interessa anche degli aspetti psicologici ed emozionali.
È un’esperienza di perdita di controllo che costringe ad uscire dai propri confini, ad abbandonarsi, e questo spesso spaventa.
Segnala inoltre alla donna cosa sta succedendo e la induce a cercare un ambiente sicuro e a chiedere la presenza rassicurante di qualcuno.
Prepara il terreno a una profonda perdita (la vita da “ragazza”) per accogliere un altro ruolo, quello materno; segna anche la separazione dal bimbo immaginario e l’incontro con quello reale.
Se capito, facilitato e accompagnato, produce un forte senso di conquista.
Il dolore del parto è anche funzionale.
È una guida che induce le donne a sperimentare movimenti, posizioni e modalità varie. L’immediata sensazione fisica segnala dove la pressione è eccessiva e porta la mamma a ridurla, ad assumere posizioni facilitanti, oltre a favorire la capacità di adattamento del neonato.
Attiva anche risposte neuro-ormonali fondamentali per il buon andamento del travaglio/parto, per l’accoglienza e per l’accudimento.
Durante il travaglio si può contenere il dolore sfruttando degli stimoli esterni quali il massaggio, la pressione, il caldo, il freddo, camminare, dondolare.
La cosa più importante è restare in movimento il più a lungo possibile, usare qualsiasi posizione comoda e cambiarla spesso.
Anche il cervello può influenzare la percezione dolorosa attraverso l’insieme del sistema di convinzioni, degli aspetti cognitivi e delle emozioni quali ansia, paura, eccitazione.