Oggi vi spiego che cosa rappresenta per noi il librone dei capolavori.
Guida per dissuadere abili stropicciatori di fogli.
Da educatrice mi sono spesso confrontata con una delle realtà educative più difficili: quella dei bisogni educativi speciali.
Per questa ragione ho dovuto, nel tempo: inventarmi modi creativi per fronteggiare quelli che da manuale vengono chiamati “comportamenti problema“; creare dei ponti tra i compiti da svolgere ed i miei bambini con i loro limiti; costruire percorsi su misura in base alle loro esigenze e rigidità.
Da mamma ho reso funzionali le mie conoscenze ed esperienze per sostenere lo sviluppo e l’autonomia delle mie bambine.
Una delle azioni che recentemente abbiamo cominciato a modificare è lo stropicciare il foglio dopo aver terminato un disegno o una attività.
Così nasce… rullo di tamburi: il librone dei capolavori.
Si è dimostrato un alleato prezioso e con cui mia figlia ha fatto subito amicizia: un porta listini del suo colore preferito che abbiamo incontrato, accarezzato, esplorato e decorato.
È diventato un posto speciale dove custodisce i suoi lavori che molto spesso mostra orgogliosamente agli zii, i cuginetti e i nonni.
Attenzione, però, il librone non fa magie: ha smesso di stropicciare i fogli?
Quasi, a volte capita ancora.
Ma quindi, questa strategia, non funziona? Falso.
Vi spiego: nel momento in cui introduciamo qualcosa che va a modificare un comportamento o a renderlo funzionale avviamo inevitabilmente un percorso educativo.
Tale percorso è composto da un inizio (e quindi, in questo caso, l’incontro con il librone dei capolavori), uno “svolgimento” (per un tempo indefinito bisognerà accompagnare il bambino nella pratica di conservazione, in quanto non gli verrà naturale, ma si tratterà di un comportamento acquisito), e una fine.
Sapremo di esserci arrivati, in questo particolare caso, quando il nostro bambino metterà da parte in autonomia le sue opere.
Proverai anche tu questa strategia?