Ultima modifica 11 Aprile 2020
In alcuni casi può capitare che nella fase finale del parto, chiamato periodo espulsivo, il piccolo mostri dei segni di sofferenza.
Quando ciò avviene la mamma può provare a cambiare posizione, a respirare più profondamente. Alcune volte, però, questi tentativi potrebbero non migliorare la situazione. Se la sofferenza del piccolo è grave e i diversi tentativi provati non portano a nessun cambiamento, è necessario che gli operatori presenti al momento del parto aiutino la donna a partorire nel più breve tempo possibile. In questi casi viene utilizzata la ventosa ostetrica.
E si pratica il parto operativo.
Sulla testa del piccolo grazie al vuoto d’aria viene posta una coppetta, chiamata appunto ventosa alla quale è attaccato un tubicino con una maniglia.
Questo strumento permette all’operatore di compiere una trazione che, combinata alla contrazione dell’utero e alla spinta da parte della donna, consente al bimbo di nascere più velocemente. Quando ce n’è bisogno.
A causa dei tempi rapidi del parto operativo, può capitare che i muscoli pelvici non abbiano il tempo di adattarsi e di fare spazio al bimbo che nasce.
Spesso quindi, prima di applicare la ventosa, viene praticata l’episiotomia, ovvero l’esecuzione di un taglio diagonale lungo i muscoli del pavimento pelvico. A questo punto, l’operatore posiziona la ventosa sulla testa del bimbo e, durante la contrazione e la spinta da parte della donna, esercita una trazione.
Dopo qualche contrazione il bimbo è finalmente nato.
A seconda del suo stato di salute viene subito visitato oppure dato alla mamma per il contatto pelle a pelle. Alla mamma, dopo la nascita della placenta, vengono messi dei punti di sutura per richiudere l’episiotomia o eventuali lacerazioni che si sono create.
Il parto operativo: cosa accade per mamma, papà e bambino
Partiamo dagli aspetti emotivi della coppia.
Spesso l’applicazione della ventosa può essere un momento di grande tensione sia per gli operatori che per la coppia.
Tutto avviene in fretta, al contrario di come è previsto in natura in cui l’incontro tra la mamma e il neonato è un incontro lento, che lascia il tempo di realizzare cosa sta accadendo, attimo dopo attimo.
Con questa velocità invece i neo genitori possono sentirsi spaesati, spaventati e confusi.
Di solito infatti è una situazione imprevista. E’ fondamentale che i professionisti presenti siano in grado di dare supporto emotivo alla coppia per calmare eventuali paure e preoccupazioni.
Scegliere i professionisti che assisteranno alla nascita infatti, è un passo importante.
Nei momenti di difficoltà l’esperienza è fondamentale per far vivere alla coppia questi momenti in maniera più positiva possibile.
Inoltre, frequentare degli incontri di accompagnamento alla nascita, può aiutare la coppia ad arrivare al momento della parto informati sulle possibili difficoltà che potrebbero attraversare.
Gli aspetti fisici per la mamma.
Come detto precedentemente, molto spesso il parto operativo è accompagnato dall’episiotomia.
Per le donne a cui è stato praticato questo intervento, la ripresa dal parto può essere più faticosa a causa della ferita, che dovranno controllare spesso e curare scrupolosamente per una corretta guarigione.
Inoltre, la novità e la normale fatica che può esserci nei primi giorni di allattamento e di cure del bimbo, può essere più complessa a causa del dolore della ferita, della difficoltà a stare sedute.
Le mamme che hanno avuto un parto operativo quindi hanno ancor più bisogno di essere sostenute nei primi tempi dopo il parto.
E’ importante circondarsi di persone pronte ad ascoltarle se hanno bisogno di raccontare la loro esperienza. Persone che possano preparare pasti caldi e che si occupino della cura della casa. La mamma necessita di riposo e deve avere tutto il tempo di cui ha bisogno per prendersi cura di sè e del bimbo.
Gli aspetti fisici ed emotivi per il bimbo.
Il bimbo nato da parto operativo, spesso ha bisogno di attenzioni specifiche.
A volte, dopo un parto operativo non è possibile fare il contatto pelle a pelle tra mamma e bimbo, momento importantissimo per i due protagonisti della nascita, sia dal punto di vista fisico che relazionale. Suggerisco che questo momento di intenso contatto si replichi appena possibile perchè porta immensi benefici a mamma e bimbo.
Dal punto di vista prettamente fisico, alcuni bimbi nati da parto operativo possono avere un rigonfiamento in corrispondenza del punto in cui è stata applicata la ventosa.
Questa protuberanza, dalla consistenza morbida, viene detta cefaloematoma e tende a scomparire nel giro di poche settimane dal parto.
Se oltre tale periodo si notano ancora delle irregolarità della testa del piccolo, è bene richiedere il parere del pediatra e di un osteopata esperto in neonatologia.
Ill parto operativo può comportare delle conseguenze non indifferenti per la mamma e per il bambino. E’ fondamentale dunque che questo tipo di intervento venga eseguito solo quando ci sia effettivamente una sofferenza fetale che non può essere risolta in altri modi.