Ultima modifica 6 Novembre 2015
Quando si è avvicinato il momento di procedere con lo svezzamento della mia seconda figlia ho deciso di non fare lo stesso errore che avevo fatto con la prima.
Di cosa sto parlando?
Dei piatti per le prime pappe che permettono di mantenere caldo ciò che è contenuto all’interno del piatto stesso.
In realtà con la prima figlia pur essendo attratta da questo tipo di oggetto (perché l’idea secondo me è intelligente) avevo deciso di non cedere all’acquisto, ma per fortuna qualcuno aveva deciso di regalarmelo e, proprio perché lo reputavo un oggetto intelligente, ne ero anche rimasta contenta.
Quando è arrivato il momento di utilizzarlo però mi sono resa conto che i piatti “autoriscaldanti” hanno comunque dei difetti: il mio andava riempito con dell’acqua calda perché era proprio grazie alla temperatura dell’acqua che riusciva a mantenere il cibo in esso contenuto ad una temperatura costante.
Solo che fin da subito ho trovato “scomodo” il doppio passaggio: riscaldare la pappa e riscaldare l’acqua.
Il tempo che perdevo per la preparazione del pranzo o della cena si dilatava e la mia bambina, soprattutto quando a casa c’eravamo solo io e lei, spesso diventava insofferente e cominciava a piangere così quando era tutto pronto per iniziare a darle da mangiare, spesso capitava che prima di cominciare a darle il cibo dovevo toglierla dal seggiolone, calmarla e poi cercare un modo per distrarla e rimetterla seduta per poi cominciare a darle da mangiare.
Ad un certo punto mi sono stancata e ho smesso di aggiungere l’acqua nel piatto e ho fatto quello che ho fatto con lo svezzamento della mia seconda figlia: ho iniziato a scaldare maggiormente la pappa in modo tale che qualsiasi fosse il piatto utilizzato per somministrargliela rimanesse calda più a lungo.
Certo all’inizio bisogna soffiare un po’ di più sul cucchiaino per evitare che il bambino metta in bocca del cibo troppo caldo, ma superato questo “scoglio” anche al termine della pappa la temperatura di quest’ultima rimane comunque adatta al bambino.
Così mi sono dotata di un piatto in melanina (materiale resistente alle “cadute fortuite”), con raffigurati dei personaggi carini e con colori accattivanti, ma non ho più preso in mano il piatto “autoriscaldante” anche perché, se ben ricordo, terminato lo svezzamento della prima figlia deve essere finito in qualche sacchetto della pattumiera!
Risultato ottenuto: la bimba è più tranquilla quando la metto seduta nel seggiolone e anche per me il momento della sua pappa è meno stressante!
Laura Zampella
Io il piatto auto riscaldante l’ho comperato e, alla prima pappa del mio primo figlio, l’ho prontamente utilizzato. ..peccato che poi lui mangiava talmente in fretta che ho dovuto subito abbandonarlo, dal momento che avevo il problema opposto:la pappa restava troppo calda comunque e avevo bisogno che si raffreddasse velocemente, vista la sua voracità!!!
Comunque lo reputo un oggetto utile x quei bimbi che fanno fatica a mangiare e impiegano molto tempo, anche se concordo sulla scomodità di dover scaldare pappa e acqua x il piatto!