Ultima modifica 16 Giugno 2023
Siamo ormai tutti d’accordo che i libri siano fondamentali durante la crescita di una persona e che, se da un lato ci impoveriscono economicamente, dall’altro ci arricchiscono di qualcosa che non è quantificabile.
Compito importantissimo del genitore è quello di insegnare ai bambini ad avvicinarsi alla lettura partendo dal loro linguaggio, dal loro livello di comunicazione che a partire dai primi mesi di vita include l’uso di tutti e cinque i sensi, che li guidano nell’esplorazione prima, nella comprensione poi e infine nell’elaborazione di fantasie del tutto personali.
Oltre al genitore, però, c’è un importante “intruso” nella vita di un bambino, che lo condizionerà e lo formerà al pari della famiglia: sto parlando naturalmente della scuola.
Qual è il ruolo della scuola nel trasmettere l’amore per la lettura?
Sembra banale dirlo, è fondamentale.
Fin dal nido il contatto con la letteratura per l’infanzia, di qualità naturalmente, dovrebbe essere un compagno onnipresente per un bambino, per non parlare della materna e via via che si sale, scuola primaria e secondaria.
Molti genitori si lamentano che nei compiti estivi dei più grandi gli insegnanti abbiano dato due, tre, quattro libri da leggere.
Questo perché è l’ennesima spesa da sostenere. Altri invece non ritengono necessario informarsi se nella scuola per l’infanzia o nel nido che frequenta il figlio siano previsti piani di lettura.
Non pretendo certo che tutti amino i libri alla follia, o che possano capire che si può anche non mangiare pur di finire il capitolo di un particolare libro, ma neanche sminuire l’importanza della letteratura per l’infanzia relegandola a un mero accessorio!
Nei bambini, non solo in quelli abituati a leggere, il racconto di una storia, che sia leggendo, che sia semplicemente narrando, ha un effetto calmante.
Attiva la concentrazione, stimola la fantasia.
Potrete anche non crederci, ma ci sono classi intere di bambini anche molto piccoli, che restano in silenzio di tomba aspettando di sentire il prosieguo di una storia!
Detto questo mi domando: come è possibile che in alcuni casi il ruolo della scuola sia messo in secondo piano?
Quasi come ad avallare la teoria che leggere è divertente, carino, ma in fin dei conti… a che serve? No, meglio fare i lavoretti con la colla che ai genitori piacciono tanto, perché si portano a casa, perché si appendono al frigorifero … se un bambino torna a casa con una storia nel cuore che si racconta ai parenti, ai vicini?
Mi è capitato spesso di avere a che fare con bambini, non solo i miei per la verità anche dei perfetti sconosciuti, che erano in un momento di crisi o eccitazione incontenibile e solo con la magia di guardarli negli occhi e raccontare loro di un topolino schiacciato da un leone, o persino i Promessi Sposi, si calmavano, si rilassavano.
Per fare un esempio recente in metropolitana pochi giorni fa una bambina di poco più di due anni sale con la madre piangendo disperata perché voleva spingere il passeggino. Mi sono avvicinata, rischiando peraltro che la mamma mi mandasse a quel paese, e ho letto alla piccola Sara … un catalogo! Sara si è zittita all’istante, non mollava la presa del passeggino, sicura sotto le braccia della sua mamma, ma immobile mi fissava coi suoi occhioni, finché le ho lasciato il catalogo e addirittura si è seduta sul passeggino senza fare resistenza.
Magia?
No. Libri. Story telling si dice ora, arte di narrare si è sempre detto.
Il ruolo della scuola è molto importante in questo.
Mi ricordo le ore di italiano alle medie in cui dovevamo leggere a turno i capitoli di Zanna Bianca. Una noia mortale, un sonno e soprattutto un odio per quel cane.
Per fortuna amavo da prima i libri, perché fosse stato per quello forse non avrei più letto in vita mia.
La scuola e gli insegnanti dovrebbero dedicare del tempo alla narrazione pura, quella vera, quella che rispecchia il vero spirito con cui sono nate le storie: sognare, volare con la fantasia in posti incredibili, vivere storie che mai si potrebbe.
Un libro non è solo imparare una lezione.
Imparare a rifugiarsi nella lettura è un bene preziosissimo.
Trovare quell’angolino silenzioso dentro di noi che ci permette di stare in silenzio e da soli per un tempo indefinito. Lontano dal caos, lontano dalla realtà.
Perciò genitori, ricordatevi che nella vita di vostro figlio tutto conta e che voi e la scuola non siete due enti separati, deve essere una sinergia.
Perciò cara scuola, e per scuola intendo dal nido in poi, pensa che non devi accontentare i genitori, ma fare il bene dei bambini che a voi approdano per avere un insegnamento distaccato dall’affetto famigliare.