Ultima modifica 2 Marzo 2021

Sempre più frequentemente il disturbo del sonno del bambino, equivale alla mancanza o l’insufficienza di movimento corporeo spontaneo.

Nel corso di questi anni si è parlato spesso, e si sente tutt’oggi parlare di alto contatto e  di contenimento estremo come uno dei bisogni dei bambini, trascurando il fatto che si tratta di uno dei bisogni e non l’unico.

Il bisogno di movimento del bambino invece inizia già durante la vita fetale.

Il feto infatti inizia a mobilizzarsi da subito ed è possibile apprezzare i primi movimenti di estensione, flessione, rotazione e avviluppamento. Questi movimenti, cita il Prof . Bernard Aucouturier, si ritroveranno in tracce nel cervello e si alterneranno in tensioni e distensioni, momenti di riposo e momenti di attività. Una vera pulsione vitale.

La pulsione è una forza, una spinta biologica che agisce in permanenza, la sua sorgente è corporea e rappresenta uno stato di eccitazione come la fame e la sete, ed orientano l’organismo verso un oggetto grazie al quale la tensione può essere ridotta (soddisfazione del bisogno).

Il bambino sopravvive grazie alla figura maternante. Ne è dipendente ed è grazie alle cure continue e a quello che si può definire un involucro di qualità delle interazioni precoci e ad un aggiustamento reciproco che questo pulsioni si umanizzano  dando inizio così all’avventura psicologica del bambino.

 La pulsione è di per sé un atto di vita.

La pulsione motoria infatti rappresenta il modo elettivo di dirsi, di esprimersi del bambino già dalla vita fetale, e questa possibilità deve essergli consentita  da subito affinché possano comunicare il loro essere al mondo circostante.

Attraverso il contatto costante con la mamma il bambino prende coscienza della sua esistenza ed attraverso il rispecchiamento scopre di esistere. E’ un processo lungo e laborioso che sfocia col tempo nell’identificazione del sé. Ma non di solo contatto corporeo necessita  il bambino dicevamo poc’anzi…

Il rispetto profondo delle pulsionalità e del bisogno di movimento dovrebbero rappresentare le attività principali nelle routine quotidiane dei bambini.

Il portare in fascia anche molti mesi e per molte, molte ore durante la giornata pensando che ciò rappresenti l’unico bisogno del bambino ( tralasciando ovviamente casi limite di reflussi gastrici o altre problematiche che richiedono questa pratica come elettiva ) non danno certo spazio alle possibilità di movimento spontaneo di cui necessita in maniera vitale l’essere umano. Essa rappresenta un pratica utile e comoda laddove però non vincola e ostacola lo sviluppo psicomotorio e soprattutto esperenziale che il bambino deve fare sin dalla nascita.

Tenere h24 il bambino sul corpo contrariamente a quanto si possa credere o si sia propagandato non è il bisogno unico e vitale del bambino, in quanto questa modalità non tiene conto di molti altri fattori di sviluppo necessari alla maturazione psichica. Pensiamo solo al processo di individuazione e separazione dalla figura maternante di cui parlava  Margaret Mahler.

Il processo di individuazione e separazione consiste appunto nella graduale uscita del bambino da una fusione simbiotica con la mamma che gli consente di comprendere di possedere delle proprie caratteristiche personali e delle capacità per poter affrontare delle piccole criticità del quotidiano.

L’importanza del movimento, del gioco spontaneo e la qualità del sonno.

Il gioco spontaneo è imprevedibile, ed  è la forma privilegiata di espressione dei bambini. E’ a tutti gli effetti un’attività psicomotoria poiché è una malgama di sensazioni.
Sia Maria Montessori che Emmi Pikler  sottolinearono l’importanza di favorire il movimento spontaneo del bambino. Entrambe  erano convinte che si dovesse creare l’ambiente giusto affinché il bambino potesse esperire le capacità motorie acquisite in quella particolare fase del suo sviluppo.

Entrambe inoltre ritenevano pericolosa l’interferenza dell’adulto nel percorso di crescita, la Pikler in particolare suggeriva di porre il neonato in posizione supina qualche minuto al giorno già dalla nascita, permettendogli di esprimere tutto il suo potenziale lasciando che in modo autonomo e con i propri tempi conquistasse tutte le posizioni per poi arrivare alla deambulazione.

Anche il Tummy time per esempio può essere un ottimo momento di pratica motoria per i più piccolini. La posizione è prona (sulla pancia) e serve a stimolare lo sviluppo dei muscoli del collo e del tronco. Questa attività può essere svolta da subito dopo la nascita per qualche minuto al giorno.

Soltanto offrendo ai piccoli l’opportunità di muoversi,  diamo loro la possibilità di affinare la propriocezione (percezione del proprio corpo) ma ovviamente le braccia di mamma e papà sono pronte a contenere il pianto o il bisogno di rassicurazione qualora i bambini manifestassero un certo disagio nel vivere questa esperienza motoria.

Durante il movimento spontaneo il bambino sviluppa neurogenesi (processo di formazione di nuove cellule nervose da cellule staminali neurali o da cellule progenitrici e svolgono un ruolo fondamentale nel neurosviluppo ).

Il gioco quindi chiede mobilizzazione e trasformazione del corpo

Molti ‘’ disturbi del sonno’’ altro non sono che la mancanza di attività motoria.

I  bambini a cui non è stata data la possibilità di mettere a frutto le loro capacità motorie a tappeto, sono spesso agitati e nervosi, hanno una bassissima tolleranza agli  stimoli esterni ed alle piccole frustrazioni in quanto non hanno avuto modo di ‘’sentirsi e  provarsi ‘’  in quanto esseri competenti e in grado di risolvere autonomamente le criticità ( per come può essere intesa l’autonomia dei bimbi cosi piccini ovviamente).

Inserire quindi le attività motorie, studiate e calibrate per età e tempistiche adeguate, può essere davvero la chiave di risoluzione di alcune problematiche relative ai frequenti risvegli notturni.

Ciò che è importante ricordare è che cosi come il contenimento tra le braccia di mamma e papà, anche il gioco e il movimento sono una forma di rassicurazione profonda. Alternano momenti di disorganizzazione a momenti di organizzazione. Essi sentono di esistere attraverso il piacere senso motorio.

Che cosa serve?

Per i più piccini le classiche palestrine strutturate con i vari oggetti appesi. Stimolano il movimento degli arti superiori  e la futura coordinazione oculo-manuale

Per i più grandicelli (dai 6 mesi) i tappetini componibili. Attutiscono eventuali cadute da seduti, proponendo oggetti interessanti e stimolanti che il bambino possa esplorare con le mani e con la bocca in assoluta sicurezza e autonomia.

Tutte queste attività motorie agevolano e convogliano l’eccesso di energie che altrimenti si porterebbero in dote nel sonno notturno  creando risvegli frequenti e sonno disturbato.

Molto spesso è sufficiente  introdurre queste attività  tra le routine del giorno per vedere già i primi benefici durante la notte.

Per concludere, dobbiamo ricordare che i cuccioli d’uomo sono senz’altro tra i mammiferi più immaturi, ma nascono con dei diritti, in primis quello di essere considerate persone con svariati bisogni. Il primo dei quali è essere se stessi e poter essere messi in condizione di mettere a frutto le proprie competenze da 0 a100 anni.

Il Compito dei genitori invece è quello di agevolare il movimento autonomo.
Non focalizzandosi solo ed esclusivamente sul bisogno di contenimento, che rimane soltanto uno dei numerosi bisogni del bambino

 

Puericultrice, psicomotricista, mi occupo di mamme e bambini dal 1989. Attualmente la mia attività principale è la Sleep consultant, ovvero consulente del sonno.

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