Ultima modifica 18 Giugno 2018
Ieri ho letto in un blog un pensiero che mi ha fatto riflettere.
“Chi fa sesso a tre mi ha ricordato che il nemico non è il terzo, ma l’ipocrisia di far finta che il terzo non esista già… L’amore vero non è mai a due. Perché c’è sempre il terzo, ed è la vita reale.”
In effetti l’essere umano nella sua evoluzione passa da uno stato “auto-centrico”, in cui vede solo se stesso, (tipico del bambino: io,io e basta) ad una nuova fase “allocentrica” in cui si mette in relazione con l’altro.
Lungo il viaggio della vita arriva un momento in cui non vuoi più fare questo percorso da solo e allora cominci a cercare una persona che abbia voglia di condividere questa esperienza con te.
Iniziamo una spasmodica ricerca di chi ci assomiglia e ci completa, perché crediamo o tentiamo di autoconvincerci che così si possa viaggiare meglio.
In realtà ci dimentichiamo che nasciamo interi e il nostro scopo è realizzare al meglio il nostro viaggio e la nostra VITA.
Quando due soggetti si incontrano possono concordare, per vari motivi, di percorrere insieme una parte del loro viaggio. Se il legame che unisce queste due persone è il sentimento, daranno vita ad un terzo soggetto che è la “coppia”, passando quindi da due a tre entità distinte.
I condizionamenti sociali e la comodità ( two is meglio che one), ci portano a fare in modo che il viaggio insieme duri il più a lungo possibile , dimenticandoci però della nostra meta, il nostro viaggio, la nostra vita.
Per questo talvolta rinunciamo alla nostra individualità, insabbiamo i nostri desideri, nascondiamo le cose che ci danno piacere.
Siamo i primi da dire bugie a noi stessi e agli altri solo per quieto vivere.
Ci hanno fatto credere che ognuno di noi è la metà di una mela e che la vita ha senso solo quando troviamo l’altra metà, facendoci troppo spesso dimenticare che il viaggio è il nostro, in compagnia è solo più gradevole e non c’è scritto da nessuna parte che deve essere a tempo indeterminato.