Ultima modifica 3 Febbraio 2021

Chiedere aiuto per una mamma sembra quasi essere un disonore.
Il che è assurdo perchè, se c’è una cosa di cui ha bisogno una donna quando diventa madre, è proprio il bisogno di essere aiutata.

Parola d’ordine: imparare a delegare

Fin da quando all’ospedale ci appoggiano tra le braccia quel frugoletto vestito con tutine sempre abbondanti, come a ricordarci quanto sono piccoli, si innesca qualcosa dentro di noi, un senso di responsabilità che già era in embrione durante la gravidanza: io sono la mamma e so quello che va fatto e anche qual è il modo giusto.
Sfido chiunque a porsi in mezzo.

Da qui discende la prima Legge della Maternità

Se succede qualcosa è colpa tua. 

E il suo corollario

Se non lo fa la mamma, sicuramente è fatto male.

Due Leggi false, naturalmente.

Il primo a farne le spese è ovviamente il papà.

papa_e_figlio
Giustamente all’inizio il rapporto è simbiotico con la madre e quel figuro che gravita lì intorno viene relegato in secondo piano, salvo poi dargli del cretino se non capisce, non vede, non improvvisa.

Dai, dite “mio marito è differente“. Non è vero.
Se è diverso lui e si affaccenda come una piccola ape operaia intorno a voi, non siete diverse voi.
Lo controllate con la coda dell’occhio, lasciandogli credere di essere liberi, di agire secondo istinto, pronte però a scattare se solo accenna a non eseguire a Regola d’Arte (la vostra).

Non importa cosa stia facendo.
Sia che si tratti di somministrargli la giusta dose di tachipirina, o di dare al bambino l’acqua nel bicchiere verde invece che blu, il poveretto agirà sotto il vostro sguardo indagatore. Chiariamo.
Ai papà non importa un accidente di che bicchiere usano (e poveretti, hanno anche ragione), ma per noi è questione di vita o di morte, di CAPIRE nel profondo vostro figlio, di non urtare i suoi sentimenti, e via così.

Ne discende che difficilmente, soprattutto nei primi anni di vita potremmo chiedergli di tenere il bambino per qualche ora per, che ne so, andare dalla manicure o dal parrucchiere. Se fosse possibile controllarlo lo faremmo anche a cuor leggero, così da portare poi le prove inconfutabili della sua negligenza: “guarda che lo SO che gli hai dato la merendina!”

Un giorno, però, prendete coraggio, temerarie decidete che è giunto il momento, che non potete fare a meno di lasciarlo a papini, nonni, baby sitter, asilo. E così accade.

Uscite con mille sensi di colpa per aver chiesto aiuto e scendete la prima rampa di scale ancora col pensiero dentro casa “chissà che fanno? gli mancherò? sicuro che adesso succede qualcosa … quasi quasi no vado, in fondo non mi serve davvero la puntura di cortisone per lo shock anafilattico”. Piano piano però quel pensiero si dissolve, vi convincete che in fin dei conti sono tutti in grado di gestire la situazione. Del resto li avete scelti VOI, quindi già la prima fase di controllo è stata rispettata.

Certo, come tutte le abilità, anche quella di imparare a delegare va esercitata: più li lasciate, più sarete brave a non pensarci.

Come tutti gli sport agonistici, però, ha un prezzo da pagare. Le ballerine sono belle ma magrissime, i nuotatori hanno le spalle incredibilmente sviluppate … il vostro qual è?

Curiose, eh?

Il rientro. Prima o poi tornerete a casa, con l’ebrezza del relax che ancora scorre nelle vene, il sorriso sulle labbra, anche un po’ di malinconia perchè l’incantesimo è finito e la misteriosa dama è tornata Cenerentola, aprirete la porta e …

L’inferno.

Se l’avete lasciato (o lasciati) con i nonni saranno cani impazziti come se fossero fatti di saccarosio.
Se con il papà, la casa sembrerà visitata dai ladri, o i bambini con il cellulare in mano e la tv accesa sul canale dei cartoni.

Il primo pensiero che vi attraverserà la mente sarà: visto che succede quando non ci sono io??
Che succede? Niente. Va bene così.

Quello che dovremmo imparare (io l’ho fatto solo da poco) è che non è importante.
Ognuno ha un ruolo nella famiglia e ognuno è giusto che viva e gestisca i bambini a modo suo, per crearsi un rapporto reciproco.

bambini_con_papa
I nonni li viziano? E allora? Se non lo fanno loro chi? Il papà li sgrida troppo duramente anche se secondo voi avrebbero dovuto notare che blablabla? Non è importante. Davvero. Non succede niente di niente.

L’unica cosa che è accaduta è che vi siete rilassate e, soprattutto, che chiedere essere aiutate non è un disonore, che i vostri figli non possono vivere sotto la vostra ala protettrice per sempre.
Visto? Non era così difficile imparare a delegare!

Classe 1979, testona per DNA e per vocazione personale. Mamma di due meraviglie (ovvio) della natura Tiziano 2013 e Alice Testaduracomegranito 2015, moglie del mio grande amore Marco che è dovuto gioco forza diventare un folletto saltellante anche lui.

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