Ultima modifica 17 Giugno 2023
A proposito di incoerenza positiva. Analizziamo quella degli insegnanti.
Dialoghi di una mattina di metà seconda:
-Mae posso andare in bagno??
-Eh no ora che abbiamo appena iniziato!…Ok vai! Corri! Non correreee!
-Mae non ho capito io… queste col meno non le ho capite.
-Eh, ma se ti chiedo della macchinina in tasca, sai tutto! Guarda che a chi non sta attento le maestre non rispiegano eh! dai vieni a fare la prossima alla lavagna, le facciamo insieme.
–Che hai fatto? Perché piangi?
-Voglio la mamma…però.
-Ma ormai sei grande abbastanza dai! Vieni un attimo in braccio.
-Adesso guarda che pizzata di compiti a casa se non parlate a bassa voce e segno anche i nomi di chi fa confusione eh!
-Ma se facciamo piano ci cancelli??
-No assolutamente
Mezz’ora dopo
-Mae hai cancellato i nomi!
-Ah, sì, vero…. per stavolta… sì vero
Gli insegnanti non sembrano sempre coerenti, no.
Anzi, a volte rasentano la bipolarità.
Ma tutto ok. Tutto ok.
Si prova ogni giorno a dare la via giusta, ma con la mezza misura. Anche un quarto, se serve.
Si prova a far comprendere, ma senza spaventare.
Si prova.
Certo che la strada uno la conosce, e pure bene, ma non si può certo passare con i cingoli sulle margherite.
Vi presento le margherite (forse mi prendete in una giornata buona…)
Immaginate la scena di oggi:
“Bimbi, oggi ci mettiamo sotto: calcoli difficili. Addizioni e sottrazioni, ma di quelle che scansati!!”
E sono lì che ti guardano, chi non vede l’ora, chi non vede l’ora che arrivi ricreazione, ma comunque si mette giù e lavora.
Uno per volta si mettono alla prova, lì, davanti alla lavagna, perché a scuola si gioca, si scherza e si fatica.
Li guardo uno alla volta: sguardo corrucciato, serve un aiutino?
Contano e scrivono cancellano e riscrivono.
Il momento in cui il risultato è giusto: lei controlla e il sorrisone dice “Ho fatto bene”.
Le due laggiù cancellano perché hanno sbagliato (“Ecco avevo ragione io!” “Eh, anche io ero indecisa”) e poi continuano a parlottare di chi ha fatto bene cosa… ma a me sta bene così. Infine lui, alla lavagna, fa un saltino di soddisfazione.
“Dai che ne facciamo ancora insieme finché non diventiamo bravissimi, issimi. Di più”
Sono io che li metto in difficoltà quotidiana.
Ci sta che spesso, in un attimo di “illuminazione” mi renda conto quando spingo troppo col rimprovero. E allora faccio un passo indietro.
La bilancia dell’insegnante è sempre sbilanciata dalla piuma della sensibilità, dalle reazioni bambine, dall’uguale per tutti che spesso non può essere.
Ma da fuori non si vede, e se si vede non si comprende.
I bambini, invece, capiscono cosa c’è per uno e per l’altra, gli entusiasmi e le delusioni che si misurano sulla persona.
Sanno perfettamente che i traguardi raggiunti vanno festeggiati, ma alcuni di più.
Sanno che i rimproveri hanno una misura che dipende tanto da ciò che si dà e si riceve. Sanno perfettamente che la loro maestra è “incoerente” perché ha i suoi motivi, e non si lamentano della sua bilancia quotidianamente sbilanciata.
Loro lo sanno perché. Più stiamo insieme e più lo sanno.
Questo basta.