Ultima modifica 11 Aprile 2016
Mi chiedo dove sia la linea di confine.
Cerco quella demarcazione netta, che mi permetta di andare a dormire la notte e di smettere di chiedermi in continuazione se la direzione che prendo è quella giusta.
Forse penso troppo.
Anzi, senza forse.
Ma crescere questi figli da soli non è una cosa facile.
Sono passati i tempi in cui con un gelato si risolveva ogni problema e bastava il bacino della mamma per guarire ogni dolore.
Qui si tratta di vivere tra due case.
Cercare le mutande preferite nella lavatrice sbagliata.
Portare questa cartella piena di compiti avanti e indietro.
Ricordarsi di preparare la borsa con costume pinna ed occhiali già il venerdì pomeriggio anche se in piscina ci devi andare lunedì con la classe. Perché questo week end sei da papà, ma vivi e hai tutte le tue cose da mamma.
Lo capisco, darei i numeri anch’io al loro posto.
E’ una situazione che non hanno scelto e si portano dietro un sacco di complicazioni in più, di cui avrebbero davvero fatto a meno.
In questo momento quel senso di colpa che ci teniamo sulle spalle, viene fuori in tutto il suo splendore. Bello e luccicante come il sorgere del sole. Ci alziamo, laviamo la faccia, salutiamo questo magone e andiamo a preparare la colazione.
Io ci lavoro da mesi e va bene a giorni alterni.
Mi chiedo però dove sia quel sottile confine di coerenza.
Quanto è giusto accontentare questi figli che vivono di riflesso una situazione che non hanno voluto, in un’esistenza che non hanno chiesto, e quanto invece sia giusto cercare di raddrizzare il tiro e non assecondarli sempre.
Ogni tanto credo di avere in casa due indipendenti esserini che sbriciolano cracker per tutto il salotto.
Spesso invece sento ragionamenti da piccoli opportunisti.
Quando la situazione da mamma si fa difficile allora via e si scappa da papà.
Se anche lui parte per la tangente allora si rifugiano dalla nonna.
Nel momento in cui il gioco si fa duro allora ritorno dalla mamma, che sente da morire la mia mancanza.
Quando dire basta a questo circolo vizioso?
In teoria è facilissimo. Basta avere una linea educativa comune e interfacciarsi rispetto ai criteri generali di educazione infantile. Senza nemmeno un’ombra di dubbio.
Ma è altresì vero che se sapevo parlare con il mio ex marito sarei stata ancora sposata.
Se la mia ex suocera non continuava a descrivermi con epiteti colorati magari avrei vissuto ancora nella casa coniugale. E se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata una carriola.
Con i dubbi non si va da nessuna parte. Io ci provo ma ho bisogno di un confronto vero.
Se qualcuno di voi ha trovato il Santo Graal è pregato di darmi le coordinate.
Prendo il mio destriero e vengo di corsa insieme a voi.
Questa volta non è un articolo, è una domanda dal cuore: voi come fate?
Certo uomini tacciano le donne separate come egoiste ma cosa ne sanno del nostro voler rinascere da noi stesse? Del nostro ripartire da noi stesse per ricostruirci e attraverso la nostra rinascita ritrovare il nostro cammino. Non ho più tempo non ho più voglia di pensare a terzi che non siamo io e il mio bambino stare con me non è facile, richiede costanza e dedizione