È sempre più dibattuto e stimato il danno che i dispositivi informatici possono arrecare alle menti di giovani e bambini in evoluzione.
Ciò che accade nel caso in cui si abusi di tali strumenti è davvero un panorama devastante.
Mi è capitato di incontrare bambini in totale dipendenza da dispositivi per l’eccessivo abuso degli stessi.
Questa dipendenza si evince da un’assenza di creatività, come se il bambino fosse in una posizione di attesa e profonda apatia.
Mentre nell’atto creativo dei giochi vissuti il fanciullo è il protagonista attivo del suo creare, nella dipendenza di cui si sta parlando, il bambino è spettatore di qualcosa che lo faccia divertire e intrattenere.
Cioè, il soggetto attivo non è più lui ma ne diventa personaggio passivo.
Infanzia: creatività e dispositivi informatici
I risultati di questo abuso sono terribili: variano dall’apatia con mancanza di inventiva a un appannamento dell’apprendimento.
A volte si nota anche un’instabilità emotiva qualora si tenti di ridurre drasticamente il tempo trascorso dal bambino sul fatidico telefono di mamma.
Di contro, la creatività chiede ai bambini inventiva, passione, amore, stravaganza e la voglia di provare cose nuove.
La creatività interpella l’intelligenza, la fantasia, l’uso delle mani e del corpo.
Tutte queste abilità hanno la capacità di formare e plasmare la mente, promuovendo anche la socializzazione. L’uso del cellulare, senza una regola, educa a un individualismo dove il bambino è solo senza una relazione.
Ma facciamo un passo indietro: come abbiamo fatto noi adulti a perdere la chiarezza educativa fino ad arrivare a lasciare per ore un bambino con un telefonino in mano o davanti al tablet senza pensare al possibile danno?
Spesso noi genitori non ci muoviamo per un bene educativo ma per una “stanchezza” esistenziale.
Le problematiche del lavoro, dei rapporti coniugali e il tempo sempre corto, fanno perdere di vista il bene dei nostri figli.
Sicuramente i dispositivi sono degli ottimi baby-sitter, addirittura arriviamo a dire che in fondo i bambini imparano anche delle cose usandoli, ma sappiamo che può essere così solo se il tempo di utilizzo è minimo e deciso dagli adulti.
Ritorna così in auge la posizione dei genitori come detentori di una capacità decisionale sulle scelte da fare per educare i figli senza lasciare nulla al caso e senza perdere di vista il bene.
Chiaramente io sto dalla parte della creatività, del produrre arte, dell’esperienza del fare, del provare…
Amo proporre ai bambini attività di creazioni reali perché queste offrono autonomie che costruiscono identità forti e solide, perché è solo nel fare che il fanciullo si costruisce.