Ultima modifica 10 Ottobre 2019
Come ho avuto modo di dirvi, nella nostra famiglia ci sono due bambini in età di asilo. La piccolina è approdata in Cina a quasi quattro anni, dopo aver frequentato il primo anno di scuola materna in Italia. Il piccolo aveva appena 22 mesi e in Italia aveva frequentato solo il nido.
Anche l’asilo è stato scelto a distanza, utilizzando il web. Mio marito era in Asia da gennaio, noi ci siamo trasferiti in agosto. Lui ogni tanto faceva una capatina a Suzhou per verificare di persona i posti e le strutture, ma in linea di massima è stato fatto tutto online.
Le due scuole internazionali più famose in città, come ha avuto modo di spiegarvi Daniela, sono SSIS e Dulwitch College, due strutture enormi, immense, che raccolgono al loro interno bimbi dai 2 ai 17 anni. La cosa un po’ mi spaventava, provenendo noi da realtà di paese, piccole e familiari: temevo che i miei piccolini potessero sentirsi sperduti e privi di punti di riferimento. Così ho scelto una scuola più piccola, che fosse unicamente un asilo: il Newton International Kindergarten che si trova all’interno del compound “Bayside Garden”.
Li abbiamo iscritti parecchi mesi prima dell’arrivo (il rischio di non trovare posti è concreto se ti muovi all’ultimo momento!) e poi, la scelta dell’appartamento è stata fatta un po’ in funzione della scuola: il bimbo era ancora piccolino e non me la sentivo di metterlo su uno scuolabus, preferivo accompagnarli io ogni mattina. E, da dove stiamo adesso, ci metto nemmeno cinque minuti a piedi! Anche qua, l’intuito ci ha aiutato molto e siamo felicissimi della scelta fatta: pur essendo un asilo grande e con tanti bambini (ma esiste poi qualcosa di piccolo, qua in Cina?) l’atmosfera è familiare e tutti conoscono tutti. Disponibilità, gentilezza, professionalità. Io mi sono trovata bene.
L’unico neo (che non dipende tanto dalla scuola, ma dalla vita expat in se’) è che insegnanti e compagni vanno e vengono, cambiano di anno in anno e spesso anche nel corso dell’anno. Quello che, a posteriori, mi è piaciuto molto di questo asilo (a differenza di quelli all’interno delle due grosse scuole menzionate prima) è che i bambini hanno avuto occasione di parlare e imparare anche il mandarino, avendo in classe tutto il giorno un’insegnante cinese e una bambinaia che per comunicare usano esclusivamente questa lingua.
A differenza degli asili italiani, nel Kindergarten di stampo americano si impara a leggere, scrivere e far di conto molto presto: il metodo è completamente diverso e la competitività molta. Sia nella cultura anglosassone che in quella cinese, a mio avviso, i bimbi vengono investiti di molte aspettative e spinti a dare molto già dalla più tenera età. A noi italiani sembra lunare, ma ho notato che i bimbi, tutto sommato, non sono poi così stressati: il metodo di insegnamento è basato sul gioco, sul divertimento, libri, canzoncine, attività di ogni tipo e loro imparano senza nemmeno rendersene conto.
Lo scorso venerdì c’è stato il Summer Concert, ovvero la recita di fine anno in teatro. Ma che recita, ragazzi! E che commozione! Per i bambini dell’ultimo anno c’è stata la cerimonia della “graduation”: hanno preparato ben quattro performance sul palco (recite, balli, musica e canto) e poi sono stati consegnati loro i diplomi. Anche i bimbi delle altre classi, dai più piccolini a quelli intermedi, hanno calcato la scena: si sono preparati per un mese intero e devo dire che tutti hanno fatto un figurone. Ogni ballo aveva costumi e scenografie diverse. Tutto lo spettacolo è stato organizzato in modo estremamente professionale!
I momenti più commoventi? I discorsi dei genitori dei bimbi dell’ultimo anno e le foto che scorrevano sullo schermo, con il sottofondo di musiche strappalacrime. Dai genitori al preside ai maestri, tutti hanno posto l’accento su come i bambini siano stati fortunati a crescere in un ambiente così multiculturale, stringendo amicizia con bimbi di decine di diversi paesi. Il prossimo semestre la scuola cambierà sede: hanno costruito una nuova struttura a circa dieci minuti di macchina dalla vecchia. Ci saranno un teatro, una piscina, stanze luminose e colorate. E i bimbi dovranno prendere lo scuolabus per arrivarci. Bene, ormai sono più grandi e non mi preoccupo più che lo scuolabus possa essere per loro un’esperienza faticosa.
Ma mi mancherà un po’ il contatto diretto con la scuola: in questi due anni, portandoli e andandoli a prendere ogni giorno, ho fatto amicizia con tante mamme (anche loro vicine di casa), ho potuto parlare di persona con le maestre, ho curiosato nella cucina e annusato gli odori dei cibi della mensa, ho conosciuto il portiere, le infermiere, le bambinaie, ho assaporato l’atmosfera delle classi. Portarli alla mattina, mentre nei corridoi viene trasmessa a tutto volume la musica dei “morning exercises” (sì, qua in Cina i bambini, appena arrivati a scuola, fanno una ventina di minuti di esercizi e balletti a suon di musica!) mi ha sempre messo addosso una sana allegria! Sono proprio contenta di aver potuto vivere pienamente l’esperienza scolastica e, seppur con un po’ di malinconia, sono pronta ai cambiamenti che verranno.