Ultima modifica 14 Gennaio 2020
Ho chiesto allo scrittore Mauro Corona di scambiare due parole con me sul suo libro “Come sasso nella corrente” , seppur brevemente dato che ha reso pubblica la sua intenzione di ritirarsi dalle scene, quindi questa è un’intervista inedita.
Il suo libro “Come sasso nella corrente” si divide in due parti, la prima che parla dell’infanzia del protagonista, delle miserie e della violenza in cui cresce e la seconda della sua età adulta, quando con una certa maturità tira le somme, cerca di rimediare al tempo perso e si dedica alla costruzione di qualcosa di buono. Quanto c’è di autobiografico? Si sente più vicino al personaggio della prima o della seconda parte?
Tutto autobiografico. A entrambe le parti.
Cito una farse del libro che mi ha colpito: “Meglio feroci che invidiosi. L’invidia, forma subdola e vile di cattiveria, non tollera chi si vuol bene.” Fa un ritratto molto realistico della società umana, mettendone in luce i vari difetti: l’arroganza, l’egoismo, la crudeltà, l’invidia, intende davvero ritirarsi per questo?
Si
Dal romanzo, viene fuori l’insoddisfazione umana, ovvero la voglia di perseguire la felicità e l’incapacità di afferrarla e tenersela. Riflessioni sulla felicità?
E’ ogni giorno nelle piccole cose, quando siamo sani ma, essendo molto imbecilli, non la vediamo.
Cito dal suo libro: “Un ragazzino dovrebbe avere riferimenti sicuri, persone di fiducia cui aggrapparsi, genitori a modo dai quali ricevere tracce, solchi sui quali posare i piedi per i futuri passi della vita. Non legnate, fame e assenze.” E ancora: “I senza infanzia sono privi d’acqua, stanchi, appassiti, teste reclinate e impaurite, occhi malinconici e bocche chiuse. “ E poi dice”Da adulti si agisce decifrando e leggendo cicatrici. Siamo il prodotto dell’esistenza in fasce, delle mute domande, delle paure, delle ignoranze non controllate. SIAMO QUELLO CHE CI HANNO FATTO.”
L’importanza dell’infanzia che mette le fondamenta per l’individuo che cresce. Qui siamo su un magazine creato da mamme che cercano di impegnarsi e fare del loro meglio per costruire buone basi su cui far camminare i figli. La sua opinione su questo argomento ci interessa molto.
Per fare i genitori servirebbe superare degli esami, ottenere un benestare, un patentino.
Ho sentito molto forte la presenza della memoria nel suo libro: “Un libro non serve a nulla se non salva la memoria, se non la toglie dalle soffitte e le scrolla via la polvere del tempo….A volte, cercando di farla uscire, infilava la mano nel buco, ricevendo un morso. La memoria spesso addenta, ferisce, fa male. Non sempre sta nascosta col muso dentro e la coda fuori. A volte nella tana si gira, presenta il ghigno all’imbocco, pronta coi canini affilati.”
La memoria: non ci resta che dimenticare per non soffrire e portarsi dietro “il piombo dei giorni”, è questo che suggerisce tramite i due personaggi del libro?
Certo, poi ognuno faccia come gli pare.
Raccontare per alleggerirsi e liberarsi del passato, ma anche per accettarlo meglio, metabolizzarlo, rendersi conto che è il nostro e non si può cambiare, lui fa parte di noi e noi di lui. Accettarlo per poi prenderne serenamente le distanze è l’unico modo che può salvarci?
Si. Ma solo per chi accetta questa realtà.
L’assenza: siamo fatti più di ciò che incontriamo o di ciò che non abbiamo o abbiamo perduto?
Siamo fatti di quel che accade.
“Tutta la sua esistenza fu il prodotto di quella notte….Le assenze lasciano segni, solchi che nessuna aggiunta può colmare. E’ una questione di riempimenti, si ama per essere amati, si dona per ricevere. Ma quando si perde, si perde. Sottrazioni e assenze, non lasciano scampo, segnano la vita, tracciano il sentiero, decidono il destino, indicano il futuro. Tra questi orti vuoti e desolati dovrebbe cadere a ogni stagione la neve dell’oblio e seppellire la memoria per sempre.”
Così è per me, certo.
Muoversi, creare con la scultura e con la scrittura sono i rimedi che ho colto dal suo libro per salvarsi e per dimenticare un passato ingombrante che però torna sottoforma di incubi, maledizioni e tormenti.
Lo ha aiutato di più la scultura, le scalate in montagna o la scrittura?
Tutte e tre più un’altra; le sbronze. Ora non bevo più.
Non ho mai amato la montagna. Con le sue descrizioni mi ha fatto venir voglia di vistare le cime di cui parla. Sono aspre ma anche molto fiabesche da come parla dei ruscelli , della natura selvaggia e degli animali. Crede che sarebbe stato diverso se fosse cresciuto con un altro scenario?
Si, ma non so che cosa.
Se posso permettermi, non si ritiri, ci dia ancora qualche buon libro che ce n’è tanto bisogno.
Si permetta, si permetta, ma tolgo l’ingombro.
La ringrazio per la gentilezza e la disponibilità e regalo ai lettori un ultimo assaggio di questo libro:
“In verità non si vedevano molto. Ma quando capitava era un completarsi. Uno depositava nel cavo dell’altra un po’ d’amore, come una farfalla che si poggia nella conca della mano. L’altra colmava i vuoti del primo, come la fontana rasa il mastello e lo fa tracimare. I loro incontri erano materia liquida: entrava dappertutto, li riempiva, li saziava, s’abbeveravano l’un l’altra, si dissetavano coi musi vicini, come capretti al ruscello……
Attendere ancora momenti buoni, tempo per stare assieme, ore, giorni, mesi.
Perché no? Anche per sempre.
Ma per sempre non esiste.
Esiste il tempo che vivono le anime.
Perdere tempo in attese, mentre le anime vivendo muoiono, è il vero dolore della vita. Assieme ad altri dolori, certamente. Così fu per loro.
Attese colme di distanze. Distanze piene di attese, incontri. Abbracci che dicevano “non ti mollo più”. Invece non c’è abbraccio al mondo da cui alla fine non ci si debba sciogliere. Tutto trama per sciogliere gli abbracci, ma se è forte vince solo il tempo che passa.”
Sempre sintetico Corona! 🙂 E’ un autore che mi piace molto e con cui condivido la passione per la montagna… Ho letto molti dei suoi libri, ma questo ultimo mi manca!
Mi piace l’autore, mi piace l’intervista. Devo leggere anche questo libro (e la lista si allunga…).
Grazie ragazze di aver letto le mie domande lunghissime e le sue risposte stringate!Questo libro ve lo consiglio, fa riflettere e lascia lunghe eco dietro di se’ come scie luminose.