Ultima modifica 14 Ottobre 2019
A Berlino, qualche giorno fa’ è stata inaugurata la casa di Barbie.
Tutto in tinta, tutto rosa, tantissimi oggetti, così come ognuno di noi conosce Barbie, con la sua casa, la sua vita e di suoi amici.
Barbie è un caro ricordo dell’infanzia, ho passato ore ed ore a giocare con lei, con Ken, Big Jim, cagnolini, piscine, camerette rosa, ecc. e ci sono molto affezionata. E come me, credo che lo stesso discorso valga per molte di noi. Era una bambola, una principessa, mi divertivo immensamente a cambiarle vestito, a pettinarla, ad inventarmi favole con lei come protagonista.
E personalmente, l’idea della casa a misura umana mi sta pure simpatica.
Ma ecco che molte donne si sono sentite offese. Si grida al fascismo, al sessismo, si protesta contro una visione sbagliata della donna. Una bufera.
Ops, mi sono persa qualcosa? Io mi ero fermata alla sola idea di aver reso più reale un mondo magico dell’infanzia con un omaggio ad una bambola che con la sua veneranda età (che non si può dire, perché non si dice l’età di una signora) ha fatto e fa giocare molte bambine e tiene testa a tutti gli altri giocattoli, vecchi e nuovi.
Perché bisogna sempre sentirsi offese? Perché la rabbia deve spesso offuscare la vista?
Ora, io sono la prima a riconoscere che ci sono problematiche rosa da risolvere e che fanno preoccupare, ma signore mie, a tutto c’è una misura ed un limite.
Vogliamo lasciare in pace Barbie? Oppure il prossimo passo sarà demolire Marylin Monroe?!!! Non c’è tanta differenza: bella, provocante, svampitella, formosa e volutamente vistosa. Ma personalmente non mi sento offesa come donna.
Diamo il peso giusto ad ogni cosa. E cerchiamo di incavolarci per altre situazioni.
Lorenza Tondini
E’ quello che ho pensato anch’io quando ho sentito la notizia.
Ma possibile che con tutte le difficoltà, le discriminazioni e le ingiustizie alle quali le donne sono sottoposte, ci si sia presi la briga di protestare per il museo di Barbie? Ma è davvero questa la soluzione?
E per favore non mi si dica che è un simbolo, perché io e le mie amiche siamo cresciute con le Barbie, ma non per questo viviamo in casette rosa a spadellare, truccarci e cambiarci vestiti…