Ultima modifica 14 Ottobre 2019

 

Da tempo ormai si sente parlare di terza guerra mondiale. Quello che c’è di diverso dalle altre world wars è che non si tratta più di una guerra tra stati ricchi, che gareggiano per giungere ad un primato, ma di stati più poveri, più arretrati, con popolazione che già povera, la guerra riduce alla nera miseria. Guerra in cui le “razze” sono coinvolte, guerra fra stati con disordini interni, guerra per motivi economici, guerra di religione. Tutte cose già sentite.

bambino povero

Siamo già alla seconda decapitazione, si minaccia la terza: su queste note sento partire un conto alla rovescia nella mia mente. Dieci, nove. Prendo in mano il giornale e leggo “L’esercito dell’Isis cerca nuovi alleati in Italia”, respiro, mi adiro, rileggo nervosa. Otto, sette. La foto di un carrarmato che avanza nel fumo nero, fiamme all’orizzonte. Sei, cinque. La costruzione di nuove moschee a Milano, Roma. “Fermiamo l’apertura di nuove moschee” grida qualche politico considerato troppo precipitoso. Quattro,tre. Al mercato vedo ovunque facce sospette, gente trasandata, bancarelle che vendono datteri freschi e bici rubate. Due, uno. Spuntano per tutta la città, kebab, bazar, ristoranti curdi, siriani, etiopi; un aroma di spezie e cipolla sale fino al cielo nei quartieri più poveri della città e quell’odore pervade l’aroma della mia casa, lo sento la mattina quando salgo sul pullman, quando nel tardo pomeriggio cammino per le strade del centro, mi pervade l’aroma acre, mi sale nelle narici e non si stacca, non si scolla, tossisco, mi soffoca, vedo sfuocato, allucinata scorgo nuvole nere e fiamme all’orizzonte. Zero.

carrarmato in Iraq

Dilaga, scoppia, dentro di me il terrore della guerra, ogni volta che apro il giornale, accendo la Tv o mi siedo davanti al computer. Mi tormenta quando scendo e passeggio per le strade della mia città; l’odore di cibo esotico si trasforma velocemente in odore di paura e vecchie storie raccontate dai miei nonni riaffiorano alla mente come vivide premonizioni. “Alessandria vista dalla collina alla sera sembrava un enorme fuoco d’artificio, piovevano bombe come fiocchi di neve e il loro sibilo ci indicava che non era la nostra casa ed essere colpita: forse quella di fianco dove abitava la mia maestra, forse qualche isolato più in là, dove il figlio del panettiere mi aveva sfiorato per caso la mano”. Zero, zero.

bombardamenti notturni

Stringo mio figlio più forte al petto, ho paura che debba vedere queste cose; la notte sogno lampade cinesi che invece di salire al cielo cadono a terra e incendiano i palazzi, i giardini, le auto e le strade. Negli occhi della mente, di notte, nei miei sogni, mio foglio piange e le fiamme divorano tutta la città: non voglio svegliarmi un giorno e trovare solo più le ceneri.

Silvia Gamba

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

1 COMMENT

  1. Non mi sento più sola in questa paura…mi sento vicina da mamma, per il nostro istinto, per l’amore e per l’aver dato la vita, ma anche come donna ed essere umano. Noi mamme, la vita l’abbiamo creata e pensare che ci venga tolta, logora il cuore e l’anima, e invade di terrore la mente. Ma personalmente quello che mi fa tremare di più è l’impotenza di non poter gestire le cose e non avere la certezza di regalare un futuro sereno a mio figlio.

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