Prima di entrare nel merito di questo mio primo intervento su Lenuovemamme.it, ho da assolvere a due doverosi compiti: un ringraziamento e una presentazione come papà.

Innanzitutto, devo ringraziare la mia cara amica Camilla, che mi ha aperto le porte del sito con grande generosità e un entusiasmo davvero contagioso.

Sentivo l’urgenza di cristallizzare sulla pagina i miei intricatissimi pensieri, perché io stesso potessi mettervi ordine e perché rimanessero fissati in un luogo (seppur virtuale) a beneficio di chi vorrà condividerli o, perché no, contestarli.

Meditavo di aprire un blog, ma la mia pigrizia tecnologica mi ha a tal punto rallentato che senza Camilla, probabilmente, non avrei mai avuto l’opportunità di pubblicare alcunché.

Quindi, grazie Camilla. Grazie, grazie, grazie.

Adesso passiamo a me, Ivan un papà che non la manda a dire.

Mi chiamo Ivan, sono catanese, ho 42 anni e una moglie (più giovane e più bella di me) con la quale ho generato – rispettivamente 11 e 8 anni fa – due maschietti che definire meravigliosi è un eufemismo.

Attenzione, “meravigliosi” non significa “perfetti”, che non si dica che la mia famiglia abbia dimora presso la casa del Mulino Bianco.

I bambini, per loro natura, sono esseri perfettibili, sta a noi genitori (e in parte alla scuola) lavorare affinché crescano seguendo modelli sani e virtuosi.

Domanda: si può affermare che il mondo contemporaneo soffra una certa carenza di siffatti modelli?

La risposta o, meglio, la ricerca di una risposta a questa domanda è la ragione per cui desidero scrivere.

A mio parere, di fronte alle sfide genitoriali di un presente in caotica accelerazione, sono in molti quelli che per indolenza, per incapacità o addirittura per timore, preferiscono arretrare.

Ma, se è vero com’è vero che ogni padre e ogni madre ha a cuore il benessere dei propri figli sopra ogni altra cosa, allora dovrebbe risultare naturale, finanche istintivo, non tirare i remi in barca alla prima mareggiata, affrontare le difficoltà con il giusto piglio, cercare le soluzioni anche ai rompicapi più ostici.

Possano dunque i miei articoli offrire un incentivo in questa direzione, e se anche un solo papà o una sola mamma riuscirà a trarne beneficio, potrò ritenermi pienamente soddisfatto.

Ma entriamo nel vivo di questo mio esordio giornalistico.

Nel presente articolo, giusto per mettervi in guardia su ciò che dovrete aspettarvi dalla mia penna, mi limiterò a illustrare sommariamente alcuni degli argomenti che via via andrò affrontando.

Non li ho scelti con cognizione di causa, ma sono talmente attuali e urgenti, che mi pare piuttosto di essere stato scelto io da loro.

Quel che proverò a fare, ad ogni modo, è offrire al lettore una prospettiva altra, un punto di vista diverso dall’ordinario, fosse anche negletto.

Per chi avrà voglia di leggerli, i miei testi diventeranno nuove fonti di approfondimento, forniranno chiavi di lettura alternative, susciteranno nuovi interrogativi (almeno così mi auguro); gli occhi del lettore, volendo, si trasformeranno in piccoli microscopi mentali con i quali scrutare dettagli altrimenti insondabili.

Del resto, com’è scritto ne Il piccolo principe:

L’essenziale è invisibile agli occhi.

Non è un romanzo che amo particolarmente a dire il vero, ma questa famosissima frase trovo che faccia al caso nostro.

Dunque, in questo mio spazio parlerò…

di tecnologia

Viviamo un’epoca che definirei, senza troppi giri di parole, come TURBO-TECNOLOGICA. Dalla più elementare azione quotidiana, come cercare una buona trattoria dove andare a pranzo la domenica, alle più elaborate sofisticazioni nel mondo del lavoro – pensiamo all’imminente avvento dei computer quantistici – siamo immersi in un’era in cui il progresso tecnologico ha pervaso in modo capillare la società umana, e a cascata il mondo dell’istruzione, della cultura, della scienza, della politica e così via.

Riusciamo ancora, noi esseri umani, a immaginare un mondo in cui gran parte delle nostre azioni non sia mediata da un qualche dispositivo elettronico?

La tecnologia, come sostiene lo storico israeliano Yuval Noah Harari nel suo libro Homo Deus, si appresta davvero a sostituire la religione?

E quali sono le ricadute del mondo tecno-virtuale sulla vita reale dei nostri figli?

Proverò a interrogarmi su questi e altri temi, ma attenzione, risposte non ne ho, quelle lasciamole agli esperti e ai sapientoni. Io procedo per domande, sono un socratico di ferro.

Certo, spero di non arrugginire in fretta!

…di scuola

Il dizionario Treccani, alla voce scuola, così recita:

s.f. [lat. schŏla, dal gr. Σχολή – Istituzione a carattere sociale che, attraverso un’attività didattica organizzata e strutturata, tende a dare un’educazione, una formazione umana e culturale, una preparazione specifica in una determinata disciplina, arte, tecnica, professione, ecc.

papà

È ancora così, o da molti anni a questa parte la scuola si è trasformata in un centro di formazione per (pochi) futuri imprenditori e pletore di docili consumatori?

Il modello aziendalistico su cui stanno plasmando le istituzioni educative, dalle scuole materne fino alle università – pubbliche o private che siano – è davvero il miglior modello possibile per i nostri bambini e i nostri ragazzi?

Per questo argomento così delicato, farò spesso riferimento al pensiero della Dott.ssa Elisabetta Frezza, che da anni combatte per restituire alla scuola italiana quella dignità e quel prestigio di cui godeva fino a pochi decenni fa.

 …di televisione (e contenuti audiovisivi in generale)

Dopo 11 anni di fiera astensione dal medium televisivo, potrei apparire come l’ultima persona qualificata a parlarne (o a straparlarne, come presumibilmente farò).

Invece no, perché io osservo la TV senza guardarla.

Mi basta posare lo sguardo sulla moltitudine di bimbi, ragazzi e adulti la cui educazione, il cui senso estetico e il cui modo di stare al mondo sono irrimediabilmente plasmati dai (dis)valori da essa quotidianamente veicolati.

Se mai un giorno dovessi condurre un programma televisivo, vorrei che si chiamasse così: Nemici di Maria De Filippi.

Eppure le alternative esistono, vedremo insieme quante e quali.

 …di musica (quella bella però)

Con la mia smodata passione per le sette note e un figlio, l’ottenne D., chitarrista di primo pelo, avrò buon gioco ad approfondire le innumerevoli sfaccettature di quest’arte che dalla sua invenzione in epoche remote ad oggi non fa che regalare all’umanità perle di raro splendore.

papà

(COMUNICAZIONE DI SERVIZIO: per buona musica intendo – al di là dei generi, che spesso e volentieri ingabbiano la nostra percezione dentro recinti troppo angusti per riuscire ad apprezzare in egual modo un notturno di Chopin rispetto a un singolo dei Nirvana – quella scritta per ispirazione, da gente competente, da Artisti con la A maiuscola.

Pertanto, non scriverò che male di tutti/e quei/lle cantantucoli/e il cui unico scopo nella vita è vendere trecentosettantamiliardoni di copie al minuto, veicolando spesso e volentieri messaggi di dubbio gusto, quando non esplicitamente volgari, e cantando a squarciagola testi i cui contenuti sono di una banalità imbarazzante (per usare un eufemismo).

Insomma, per dirla con Jim, l’amico fidato di Huckleberry Finn, scriverò male malissimo di tutti quei personaggetti tronfi a cui la chiave di violino sembra il disegno di un nodo marinaro.

Pazienza se tra di voi ci sono fans di Mahmood, di Achille Lauro, di Elodie, di Annalisa e compagnia stonando…vade retro dai miei bambini!

 …di libri

Qua sfondiamo una porta aperta.

Anzi, sapete cosa, questa porta la chiudo, la riapro, e la sfondo per la seconda volta.

papà I libri sono l’acqua di sorgente con cui cerco di estinguere la mia insaziabile sete di conoscenza.

E di quest’acqua sto insegnando a berne anche ai miei figli.

Negli articoli che affronteranno questo tema parlerò di letteratura per l’infanzia e per ragazzi, recensirò libri classici o di recente pubblicazione, vi informerò sulle iniziative culturali che in giro per l’Italia coinvolgeranno i piccoli lettori, cercherò di scandagliare le differenze tra libro digitale e libro cartaceo…

  Toglietemi tutto ma non il mio Collodi!

…e parlerò anche di natura, di famiglia, di sanità, e di tanto altro ancora.

 Vi aspetto numerosi allora…per adesso ti porgo un affettuoso arrivederci, caro e ridente popolo di Lenuovemamme.it!

Ivan, un papà che non la manda a dire

Mi chiamo Ivan Randazzo e sono nato a Catania, città dove vivo tuttora, il 27/09/1981. Lo stesso giorno di Francesco Totti e Jovanotti, per sfortuna. Sono padre di due bambini meravigliosamente fantastici e dopo più di vent'anni di conoscenza sono ancora innamorato di mia moglie, incredibile ma vero! Ho frequentato la Facoltà di Lettere Moderne ma, a pochi passi dal conseguimento della laurea, in polemica con il mondo accademico in vistoso degrado etico e culturale, ho deciso di abbandonare gli studi (quelli istituzionali intendo) e di accettare un'allettante proposta di lavoro. Scrive poesie, racconti per l'infanzia e articoli su tematiche varie. Inutile sottolineare che amo leggere, quando e dove posso. Se dei ladri decidessero di scipparmi rimarrebbero delusi, dentro la mia borsa troverebbero più libri che contanti. Nel 2022 ho pubblicato, per la casa editrice Akkuaria, la mia prima raccolta poetica dal titolo "Metapensieri". Sono una persona umbratile, tendente al malinconico, anche se non mi tiro mai indietro quando c'è da farsi quattro belle sane risate tra amici. Il mio motto? "Vorrei essere come i pesci, che sanno vivere annegati"

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