Ultima modifica 27 Gennaio 2016

Lessi questo libro nei giorni felici della mia adolescenza per colpa della mia allora insegnante di lettere, la signora Bricchetti. Ogni sacrosanto mese, come compito, dava un libro da leggere per poi commentarlo in classe.
Brava donna ed insegnante avveduta direte voi. In realtà ha contribuito a creare una sociopatica, dipendente ai libri come un drogato alla cocaina; una donna che, fino all’avvento dei eBook-reader, ha contribuito a disboscare intere foreste per la futile smania di avere tonnellate di libri ed ovviamente anche legname per costruirne il rifugio (dette anche librerie, si cari lettori e lettrici… l’Ikea deve a me l’implemento di fatturato degli ultimi 20 anni!!!).

janeeyre

Ma torniamo a noi. Un mese la Bricchetti se ne uscì con questo titolo. Non vi dico la reazione dei maschietti in classe: belarono proteste come piovesse; la sinossi parlava chiaro, il libro era un dramma sentimentale… ergo…per donne!
Inutile dire che l’algida creatura, (la Bricchetti) dotata di registro e possibilità di rimando a settembre, stemperò i malanimi con classe ed eleganza, convincendo i restii che l’apertura mentale non è da considerarsi una frattura cranica, bensì un’opportunità di vita…in poche parole paventò un tre in pagella e tutti corsero in libreria a comprarsi una copia, nuova ed intonsa, di Jane Eyre.

Avvertenza per i lettori: seguiranno spoilerate a gò-gò, quindi, ponderate bene se continuare o no la lettura di questo mio commento.

Parliamo finalmente del libro e della Bronte. Charlotte sa scrivere! Bè su questo siamo tutti d’accordo giusto? E’ normale giusto? Dopotutto è scrittrice.

Non per deludere i fini palati ma non tutti gli scrittori sanno scrivere, come del resto non tutti i lettori sanno leggere. E questo è un dato di fatto!

La storia divisa in tre grandi parti narra, in prima persona, la vita di una donna di nome Jane.
La vicenda ha subito sentore di drammone, infatti la piccola Jane orfana di entrambi i genitori, finisce a casa dello zio da parte di madre-uomo degno e giusto- che però ahimè muore anch’esso nel corso di sole tre righe, lasciando le sorti della nipotina (che è anche povera, bruttina e sfigata in modo imbarazzante) nelle mani della consorte e dei tre figli i quali risulteranno essere tutti, nessuno escluso, sadici psicolabili.

Noi sappiamo che la fortuna e cieca mentre la sfortuna ci vede benissimo; infatti a furor di parentado la piccola viene confinata in una scuola-carcere dove subisce ogni tipo di vessazione possibile ed immaginabile. Piegata nel fisico ma non nell’animo, l’intrepida Jane riesce comunque a trovare una sua dimensione e, ancor più importante, una prospettiva di vita.
Nonostante sciagure e patimenti oltre ogni dire, la nostra protagonista sopravvive -e qui passiamo alla seconda parte del libro-,evolversi ed uscire dal guscio trovando lavoro presso Thornfield Hall. La’ incontra l’uomo che cambierà nel bene e nel male l’intero corso della sua vita.

Non stò a dirvi che Charlotte ha l’incontestabile pregio di riuscire a sondare nell’animo della protagonista in modo da far invidia al migliore psicoanalista. Non vi tedierò dicendo che riesce a farlo usando una prosa che è pura poesia. Questo lo sappiamo già tutti, mica per niente “Jane Eyre” è annoverato e pluri osannato come un classico della letteratura inglese…, mica cotiche!

Come ogni dramma che si rispetti in questa parte troviamo una nutrita rosa di: impedimenti, fraintendimenti e colpi di scena. Iniziando dal co-protagonista, (signor Rochester) dannato e maltrattato dagli accadimenti, passando per il patimento d’amore, incontrando la rivale bella e stronza (passatemi il termine ma è proprio così) ed ovviamente il risvolto misterioso e imprevedibile….nonché un immancabile tocco di paranormal-divino.
Insomma la divina Bronte miscela il tutto con maestria e parsimonia. La scrittrice riesce a bilanciare questa trama ricca ed ingarbugliata con equilibrio ed eleganza laddove, un mediocre romanziere, creerebbe un pastone noioso e ridondante.
Riesce, e ci riesce talmente bene, che alcuni passaggi che potrebbero sembrare eccessivi anche per un romanzo gotico, risultano plausibili in modo sconcertante.
Dovete ben intendere che l’utilizzo della prima persona in qualche modo facilità la Bronte, molti espedienti sono filtrati dalla percezione della protagonista cosicché al lettore paiono lineari e congruenti anche quando non lo sono affatto. Anche i colpi di scena vengono vissuti attraverso gli occhi del io narrante in modo talmente naturale e realistico che ci si ritrova ad immedesimarsi così tanto nella povera Jane che risulta spontaneo ritrovarsi a bocca spalancata e col fiatone.
La terza parte del libro è quella che risulta meno ritmata. Pentimento, redenzione e immancabile lieto fine per tutti e tutto corona un romanzo che è -e fu- di per sé un miracolo letterario di vendite e gradimento.
Uscito nel 1847 come “Jane Eyre – An Autobiography” e firmato con lo pseudonimo maschile di Currer Bell, il romanzo ebbe un successo strepitoso, talmente tanto che fu indispensabile svelare la vera identità dell’autrice. Nonostante siano passati ben 169 anni dalla prima edizione, la scrittura rimane fresca e moderna. La Bronte racconta, con una emancipazione disarmante, un spaccato d’epoca esemplare. Un romanzo imperdibile, uno di quei libri ai quali si sente il bisogno di tornare più volte nel corso della vita.

In sintesi: questo piccolo capolavoro letterario fa curriculum! Ogni lettore che si rispetti deve averne almeno una copia cartacea più una digitale, pena un tre in pagella…ricordate!

Gladia

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

2 COMMENTS

  1. Gladia sei mitica! la tua recensione è un gioiellino e tu sei di una simpatia unica.
    Spero di leggere presto un’altra pagina così piacevole ed istruttiva! ^_^
    Jane Eyre è nella mia libreria, ma non nel reader, questo romanzo vale, per me, il cartaceo! sono rimandata a settembre o promossa con la sufficienza?????Complimenti con il cuore.

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