Ultima modifica 10 Ottobre 2019
Nei giorni, pochi, che hanno preceduto il nostro trasferimento verso una nuova vita, abbiamo cercato di pensare a tutto: le scuole per i bambini, i visti, la nostra sistemazione, le macchine, patenti, assicurazione. E una volta atterrati in questo paese abbiamo cercato di affrontare, passo passo, ogni problematica che ci si è presentata.
Il tutto, affrontato in una lingua straniera.
Ma c’è una cosa a cui non si pensa da subito. Che è lì che ti aspetta al varco: il cibo.
Affronti ogni problema, uno per volta e a questo non dai quell’importanza che ha per noi italiani. Ma arriva. Arriva il momento in cui lo dovrai affrontare, sicuramente. Un primo campanellino d’allarme arriva quando vai a fare la spesa. Girando per i corridoi sbirci ogni piccolo scaffale, cerchi di prendere confidenza con le marche… eh già, non sono mica le stesse! E cerchi le tue cose, quelle a cui sei abituata.
Trovi la pasta Barilla e la De Cecco ma se leggi bene c’è scritto MADE IN USA.
Anche la Nutella non è quella italiana e te ne accorgi già al primo cucchiaino.
Poi cerchi la farina 00. Eh no! Qui è diverso. Non c’è.
Quindi piano piano cerchi di capire cosa ti conviene comprare. Poi chiacchieri con la gente del posto e ti suggerisce un altro supermercato dove trovi anche alcune marche italiane (imported from Italy), e alla fine ti accorgi che il tuo supermercato più fedele diventa Amazon!
Ma certe cose ti mancano. La mozzarella, i Ringo, i Pocket Coffee e tante altre cose buone.
E allora? Cosa cuciniamo noi mamme? Come nutriamo i nostri figli? Mica vogliamo andare avanti a pancake, patatine fritte, hamburger e mille salse? I nostri figli sono stati ben “addomesticati” e non ne vogliono sapere di mangiare quelle cose.
E così cominci a scoprire che esiste un modo per farti la bresaola in casa, la ricotta, il burro, lo stracchino. E ci provi.
Poi ti si presenta il problema della mensa scolastica. E scopri che qui, a parte le patate, la verdura la mangiano solo cruda: broccoli, cavolfiori, piselli, asparagi… salutare penserete voi. Si… peccato che non esistano olio e aceto per condire ma solo salse, tante salse. Insomma, qui la lotta si fa dura. Non esiste una commissione mensa. Ma almeno abbiamo una speranza: gli studenti non sono obbligati ad usufruire della mensa, possono portarsi il pranzo da casa!!!
E mentre i loro compagni vanno avanti a panini con in mezzo il burro d’arachidi e la marmellata, i miei figli sono stati muniti di un Thermos contenente gli avanzi della cena del giorno prima. E quando dico cena non parlo di un surrogato preso dal freezer e inserito in un microonde, ma una vera cena.
Le mamme italiane in Wisconsin la sera preparano la cena doppia così che poi ci siano avanzi per il giorno dopo, per tutti. Noi mamme italiane cuciniamo molto più di quanto cucinavamo in Italia perché andiamo molto meno a cena fuori, non per il costo, anzi costa meno che in Italia, ma per la qualità. Anche la pizza, un alimento così semplice, qui è una cosa oscena.
Le mamme italiane, quando chiacchierano con le mamme americane, devono specificare che tutto quello che preparano, lo preparano, ossia dagli ingredienti base. Perché qui NESSUNO prepara da mangiare from scratch: la pasta è in barattoli già pronti o in scatole da tenere in freezer.
E se comprano la pasta da cuocere… non vi racconto cosa sono in grado di fare. Le torte sono solo in scatola: mettere insieme uova, burro, zucchero, farina e lievito, pare impossibile.
Ma una cosa è certa: quando gli amici dei miei figli vengono a casa nostra, bisogna poi mandarli via a forza!!!
Un esempio: avete presente la Viennetta? Ieri sera l’ho fatta io, from scratch! Oh, ci si deve arrangiare!!!
Oh, ci si deve arrangiare…
Ma… quanto era buona!!!!
Credo tu abbia ragione… non ho mai vissuto all’estero, se non per vacanze, per cui sicuramente il cibo è l’ultima cosa che ti viene in mente.
Ovvio, se vai negli Stati Uniti per una settimana, come ho fatto io qualche anno fa, sei perfino curiosa di provare il loro cibo, ma VIVERE è assolutamente diverso!
Mamma mia, davvero nessuno cucina, negli USA? Ma che orrore la pasta in scatola… Capisco il successo dei ristoranti italiani! Però avrebbero successo anche le scuole di cucina!