Ultima modifica 10 Ottobre 2019

Prima di condividere con voi il mio pensiero, ci tengo a precisare che quanto sto per raccontarvi è la nostra esperienza. Gli Stati Uniti sono un paese enorme con differenze in ogni stato, quindi non è detto che ciò accada anche altrove.

Fatta la premessa vi racconto del mio stupore iniziale quando vidi che gli insegnanti dei miei figli assegnavano molti compiti da riportare fatti il giorno dopo. Ero abituata alle scuole italiane in cui i compiti venivano assegnati nel fine settimana.

Poi arriva Natale e, con altrettanto stupore, mi accorgo che non vengono assegnati compiti. Mah, tutto al contrario insomma.

Arrivano le vacanze estive… e ancora niente compiti. Ma come si fa?

Poi leggo di genitori italiani che scrivono addirittura sui giornali per annunciare che si rifiutano di far fare i compiti ai loro figli per non rovinarsi le vacanze.

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Un papà annuncia pubblicamente che non vuole fare il papà

Bisognerebbe inventare un contratto: quando decidi di avere un figlio devi anche imparare ad assumerti delle responsabilità, devi imparare che a volte dovrai fare dei sacrifici, udite udite, per il bene del figlio che hai.

Ricordo ancora quel papà di una compagna di mio figlio che, durante un’assemblea di classe, disse che lui la sera arrivava a casa stanco e non aveva tempo di star dietro ai compiti della figlia e di farla leggere, che quello era compito delle maestre. Ecco, quando sento queste cose mi viene un gran prurito alle mani. Ma certe persone pensano che avere un figlio sia come avere un peluche?

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Mi sta bene che non facciano compiti nel weekend: il weekend, qui, è considerato un momento per le famiglie. Sacrosanto. Non si tocca. I compiti però vengono assegnati tutti gli altri giorni, se non altro.
Ma le vacanze estive… 2 mesi e mezzo senza dover leggere un libro, senza un esercizio di matematica o di grammatica… significa che poi a settembre, quando ritorneranno a scuola, faticheranno tanto ma tanto di più per riprendere il ritmo e ricordarsi tutto quello che, ovviamente, hanno dimenticato. Ricordo che io lasciavo i miei figli liberi le prime due settimane dopo la fine della scuola. Per staccare la spina. Ma a luglio si cominciava con i compiti.
Facciamolo per loro, aiutiamoli a rendere tutto più facile a settembre e facciamo far loro un po’ di compiti nei due mesi d’estate. Detesto vederli ciondolare, non fare assolutamente NULLA per due mesi. E’ senza senso.

Renata Serracchioli

Nata ad Ivrea, con il mio compagno condividevo un sogno: vivere in America. Ed è grazie a lui e al suo lavoro (il mio l’ho perso a causa della crisi) che il nostro sogno si realizza.

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