Ultima modifica 10 Ottobre 2019
Ora che l’entusiasmo per la decisione della Supreme Court si è placato, condivido con voi una piccola riflessione. Non sullo specifico caso, ma su ciò che trapela di questo Paese dalla vostra parte dell’Oceano.
Molti hanno una visione distorta di questo paese. E anche io non ero da meno prima di venirci a vivere. La realtà è che questo paese è pieno di controsensi.
Ho letto dei bellissimi commenti sugli USA, paese dalla mentalità così aperta da prendere decisioni così drastiche e importanti. Ho letto messaggi del tipo “Eh ma loro non hanno il Vaticano”. Poi, contemporaneamente, si spara a zero (perdonatemi la metafora) su questo popolo che usa le armi come fossero giocattoli. L’immagine che ne vien fuori è di un Paese in cui, fra un matrimonio gay e l’altro, ci si spara per strada.
Vediamo di chiarire alcuni punti.
Pur sapendo che quasi tutti hanno ALMENO una pistola, in casa o in auto, non ne ho mai vista una!
Non ho mai visto gente spararsi. L’ingresso nelle banche è uguale a quello di un qualsiasi negozio: non ci sono guardie, non devi lasciare la borsa nell’armadietto, non passi attraverso alcun metal detector.
Ci sono quartieri pericolosi. Non qui a Kenosha, ma a Chicago, NY, Los Angeles e in qualsiasi città grande. Ma si sa quali sono e si evita di andarci.
Vero, qui non c’è il Vaticano, eppure esiste ancora il rito del fidanzamento con anello e festa, con lui che si mette in ginocchio e la famiglia di lei che fa il rituale album di famiglia con i neo-fidanzatini. Il concetto di convivenza non è proprio ben contemplato (leggi: accettato). E ho sentito dire: “possono andare a vivere insieme ma prima devono essere engaged [fidanzati, ndr]”.
Il fatto di non appartenere ad alcuna parrocchia o a una qualsiasi religione (e questo è il paese in cui basta poco ad inventarsene una nuova), è mal visto. Una qualsiasi, ma ad una parrocchia dovrai pur appartenere… Soprattutto in una cittadina della provincia, queste etichette esistono.
Questo paese dalle larghe vedute sui matrimoni omosessuali, è lo stesso paese in cui le bambine, che abbiano 3 o 13 anni, in spiaggia o in piscina, devono avere il “seno” coperto. I preservativi nei supermercati sono in un angolo remoto, mica vicino alla cassa! E nonostante le scuole abbiano corsi di educazione sessuale ogni anno a partire dalla 4 elementare, al liceo hanno le nursery… (non per nulla nasce qui il programma “sixteen and pregnant”). Il problema è che il sesso è ancora un tabù di cui non si parla in famiglia.
Gli assorbenti per le donne vengono venduti principalmente online perché far vedere che hai le mestruazioni è vergognoso.
Infine le donne che allattano si coprono! Esistono delle specie di fulard appositi per coprire il corpo della mamma e il bambino… E però si sposano e divorziano con la stessa leggerezza e facilità con cui vanno al ristorante.
Insomma, un controsenso dietro l’altro, aperto da una parte e ancora tanto chiuso dall’altro.
Insomma, ogni paese, visto dall’interno, ha i propri pro e contro. Anche l’Italia, vista da qui, è il paese dei sogni e non c’è americano che non sogni di andarci almeno una volta. Alcuni addirittura vorrebbero trasferircisi una volta in pensione…
Renata Serracchioli