Ultima modifica 10 Ottobre 2019
Quando ero una mamma novella, ero terrorizzata dai videogiochi. Vedevo ragazzini che si facevano divorare dai videogiochi, tanto concentrati da non accorgersi di quello che succedeva intorno a loro. Non volevo assolutamente che i miei figli ne diventassero dipendenti. Quando mio figlio ha compiuto 9 anni, per celebrare compleanno, prima comunione e una bella pagella, io e mio marito abbiamo ceduto e gli abbiamo regalato la Nintendo DS. Avevamo però messo celle regole tipo: non più di 2 ore e solo nel fine settimana. Poi siamo andati in vacanza e se l’è portata dietro. Si è fatto divorare. Un giorno gli abbiamo anche fatto lo scherzo: era in veranda che giocava, noi ci siamo preparati per andare in spiaggiama lui non se n’è nemmeno accorto. E siamo andati in spiaggia… Niente, non si era accorto di essere rimasto solo. Allora la sorellina è tornata indietro a chiamarlo. Ancora ora lo prendiamo in giro. Ma una cosa buona è successa: ci ha giocato talmente tanto che alla fine si è stufato. E l’ha passato alla sorella. Ma a quel punto ero meno spaventata e anche lei si è stufata.
Non è il videogioco a renderci intelligenti
Ma di cosa avevo paura? Che diventasse stupido, che si spappolasse il cervello, che si rovinasse gli occhi. Se ne dicono talmente tante su videogiochi, telefonini e computer, che alla fine non sai nemmeno più a chi dar retta. E allora dai retta all’istinto di mamma.
Alla fine ho due figli bravissimi a scuola e molto creativi. Soprattutto la seconda che con le sue mani si ingegna nel “DIY” (Do It Yourself), il famoso “fai da te”. Con la carta, con la creta, con la macchina da cucire… Lei crea. Mentre il fratello legge, legge e legge. E si fa delle idee proprie su ciò che lo circonda.
E quando sento gente che dice “Ah, ai miei tempi sì che ci si divertiva con poco”, oh quanto mi hanno stufato quelle frasi. Non vorrete farmi credere che giocare all’elastico ci ha rese ragazze migliori. E noi mamme che passiamo ore su Facebook, a casa o fuori? Se avessimo avuto i computer quando eravamo ragazzi noi, saremmo le stesse persone che siamo ora. Non è il videogioco a fare una persona più o meno intelligente, ma è ciò che sta intorno al bambino. Se diamo loro materiale, input, informazioni per nutrire le loro menti, quei bambini ci renderanno genitori orgogliosi. Ma se ci limitiamo a dire NO al videogioco senza offrir loro delle valide alternative, allora i neuroni non verranno nutriti. E diventeranno ragazzi, o giovani adulti, privi di stimoli, di entusiasmo e di idee proprie.