Ultima modifica 7 Giugno 2021
Mi chiamo Claudia e sono mamma, blogger, autrice, yogi, educatrice Montessori.
Sono una gran viaggiatrice e i miei tre figli sono nati in tre Paesi diversi (Principato di Monaco, Italia, Francia).
Ero in preda alla depressione quando una vacanza in montagna mi ha invogliata a cambiare, a perseguire uno stile di vita diverso, più a contatto con la natura.
Mio marito è francese e abbiamo esitato a lungo prima di decidere se vivere in Italia o in Francia. E’ in Francia che ci si è presentata la prima opportunità (una proposta di lavoro per lui e un proprietario disposto ad affittarci la sua casa anche se non avevamo garanzie) ed è quindi, un po’ per caso, che in Francia siamo sbarcati.
Per i miei familiari che, al contrario, consideravano il loro passaggio dalla campagna alla città come un’ascesa sociale, non è stato facile comprendere la mia scelta.
A loro sembrava che io stessi facendo un passo indietro. Per rassicurarli e per tenerli aggiornati sull’evoluzione dei miei bambini, ho aperto un blog, che ho chiamato simbolicamente La Casa nella Prateria.
Nella mia nuova casa in mezzo al verde sono rinata e ho iniziato a raccontarmi regolarmente sul blog.
Eravamo tutti molto felici della nostra nuova vita e abbiamo deciso di allargare ulteriormente la famiglia. Delle mie tre gravidanze, quella vissuta in Francia è stata senz’altro quella meglio seguita.
Se ho incontrato persone meravigliose anche al Sant’Anna di Torino e al Centre Hospitalier Princesse Grace di Monaco, ad Annecy ho vissuto un’esperienza meravigliosa e ho ricevuto un sostegno incredibile. E’ stata una gravidanza difficile perché improvvisamente tutto si è messo ad andare storto (mio marito ha perso il lavoro, poi si è rotto la gamba, più altri problemi familiari…) e il personale sanitario mi ha appoggiata non solo sotto il profilo medico ma anche sotto quello psicologico.
Le mamme francesi sono, secondo me, più rigide di quelle italiane ma anche più rilassate.
Ovviamente non si può generalizzare ma questo vale per la maggior parte delle mamme che conosco. I bambini sono molto più indipendenti dei “nostri” e le mamme molto meno ansiose.
L’Italia mi manca.
Mi manca tanto. Mi manca la gente, gli italiani. Mi manca il cibo e mi manca la cultura. Mi dispiace che i miei figli non crescano immersi nell’italianità.
Mi consolo pensando che qui avranno vita più facile (purtroppo la cosa è innegabile, almeno considerando la situazione italiana attuale) e cerco di trasmettere loro il più possibile le tradizioni della nostra terra.
Con loro ho sempre parlato in italiano, mentre il papà parla in francese.
Sono perfettamente bilingui e non hanno avuto alcun tipo di difficoltà.
In Italia ho una grande famiglia che vedo regolarmente, un po’ qui, un po’ là. Ho sempre cercato di parlare molto ai bambini dei loro parenti “lontani”, facendoli diventare parte del nostro quotidiano con fotografie, racconti, aneddoti, indovinelli (chi è il cugino di mamma? E la figlia di zia?).
Claudia Porta