Ultima modifica 10 Ottobre 2019
Partiamo da una prima certezza: Suzhou ha delle infrastrutture davvero invidiabili. Nell’ultimo decennio l’urbanistica cittadina ha sconvolto intere aree di questa città , creando nuovi quartieri . In due anni di permanenza qui ho visto sorgere palazzi, grattacieli, centri commerciali, ospedali e perfino due linee della metropolitana.
Le strade sono ampie, i sensi di marcia sono solitamente ben separati con viali alberati o siepi nel centro, gli incroci sono molto grandi, la segnaletica è perfetta, le indicazioni stradali sono in doppia lingua, i semafori sono enormi con il tempo che scorre e i passaggi pedonali sono perfetti anche qui con semafori con tanto di conto alla rovescia e sensore per non vedenti. I marciapiedi, ampi anch’essi, sono dotati di percorso segnalato per non vedenti e rampe di salita e discesa. Le piste ciclabili è un vero peccato definirle tali. Sono delle vere e proprie strade, ampie e presenti in entrambi i sensi di marcia, asfaltate e ben separate dalle corsie riservate agli autoveicoli. Si insomma le infrastrutture sono di primo ordine .
Seconda certezza:Le leggi esistono. Mio marito due anni fa ha preso la patente qui e ha dovuto sostenere l’esame di teoria: Il vecchio ordinamento (ultimo aggiornamento gennaio 2013) prevedeva di rispondere 100 domande da completare in 45 minuti con una possibilità massima di 5 risposte errate (ora sono diventate 10). Tutto funziona più o meno come da noi: una delle differenze maggiori che balza all’occhio è la svolta a destra possibile anche con semaforo rosso…(svolta ammessa purché si rispettino le precedenze di chi ha il verde).
Terza Certezza: Nonostante il paradiso delle infrastrutture e delle leggi, circolare in questo paese è quanto di più pericoloso, bizzarro e frustrante ci possa essere.
Io circolo per questa città ogni giorno, l’unico patentato di casa qui è mio marito e la macchina la usa lui per andare a lavorare a 50 km da casa per cui, per ogni mia attività quotidiana da quando ci siamo allontanati dal quartiere “occidentale”, ho abbandonato la mia bicicletta e sono passata allo scooter elettrico che con i miei 60 km di autonomia con una carica, mi permette di rendermi indipendente per la spesa o per qualsiasi altra attività.
Quindi torniamo a noi….che cosa trasforma questo paradiso di infrastrutture in un inferno della circolazione? Ovviamente gli utilizzatori. TUTTI. Dall’automobilista, al ciclista, al motociclista, al pedone!. Secondo l’utilizzatore medio i semafori sono semplicemente degli aggeggi colorati che chissà mai perché ogni tanto cambiano colore facendo anche il conto alla rovescia. Gli indicatori di direzione di cui sono dotati gli splendidi scooter elettrici che circolano ovunque da queste parti sono sicuramente degli abbellimenti inutili che chissà perché gli occidentali come me si ostinano ad usare e le luci accese di notte poi…sono un inutile surplus.. la città è illuminata, cosa servono le luci che fanno consumare più batteria? Le strisce pedonali?… strisce inutili disegnate per terra dallo stesso strano personaggio che ha definito gli incroci della città con le linee di arresto. Perché mail il pedone deve attraversare sulle strisce quando si può tagliare in diagonale l’incrocio risparmiando forse qualche metro??!?! I parcheggi…devo parcheggiare la macchina nei posti assegnati?..e perché non sui marciapiedi che sono così ampi??!
Il campanello o clacson…ecco questo SI che è un elemento apprezzato dall’utilizzatore medio. L’avvisatore acustico non è solo usato ma ABUSATO..altro che “pericolo improvviso”…qui il clacson ha un unico significato:”TI SUONO, TI AVVISO, MI VEDI, SE MI VEDI VUOL DIRE CHE CI SONO, IL RESTO E’ UN PROBLEMA TUO SPARISCI PERCHE’ IO NON MI FERMO….HO SUONATO..”:
Il clacson è la nostra quarta certezza qui…se qualcuno ti suona meglio scoprire subito il perchè e in seguenza applicare una delle seguenti azioni: bloccarsi se il clacson arriva dal TIR che sta per attraversare l’incrocio…ti avvisa che non si fermerà nonostante abbia già il rosso quindi stare fermi ancora qualche secondo anche se abbiamo il verde. Muoversi molto lentamente se il clacson arriva dalla macchina che deve girare a destra con semaforo rosso e non si ferma anche se tu sei un pedone che sta attraversando la strada (con il verde) e sei già a metà . Lui non si fermerà ma rallenterà o ti girerà intorno. Sparire quando incontri una macchina che ti suona pur arrivando in senso contrario a quello corretto di marcia nella strada ciclabile e in due non ci passate!!!!
Tutto questo qui è normalità…ma non fraintendetemi, l’utilizzatore medio qui non è MAI arrabbiato, non si suona per mandare qualcuno a quel paese o perché si ha fretta, si suona perché è consuetudine farlo. Ogni manovra azzardata è sempre accompagnata dai loro visi sorridenti e dallo stupore quando delle volte sono io a stizzirmi “borbottando” .
E dire che sono Italiana, non siamo certo famosi nel mondo per la nostra Educazione stradale, anzi.. eppure vi assicuro che qui anche il peggior Italiano indisciplinato risulterebbe un dilettante!
Mio marito sostiene che da queste parti esista un qualche santo protettore della circolazione che è impegnato solo qui continuamente perché, nonostante questo caos, devo dire che in due anni ho assistito a pochissimi incidenti e vi assicuro che per quello che vedo ogni giorno mi stupisco di non vederne continuamente!.
A tutto questo c’è comunque un perché…anche piuttosto evidente: la velocità di passaggio dalle biciclette alle macchine e la velocità di trasformazione del paesaggio in tempi troppo rapidi.
Tanti hanno fatto il passaggio diretto dalla bicicletta al macchinone di lusso e quelli che sono rimasti alla bicicletta sono passati dalla stradina di campagna o dal vicolo cinese alla strada a 4 corsie senza che nessuno gli spiegasse come andavano percorse…..noi occidentali diamo per scontate molte cose perchè fanno parte del nostro mondo da molto tempo oppure perchè ci sono giunte per gradi ma qui è arrivato tutto troppo infretta.
Quindi che fare….armarsi di tanta pazienza, tanta, TANTISSIMA prudenza e imparare a conoscerli scoprendo come si muovono. Sono convinta che anche nel loro caos generale qualcosa di convenzionale e ripetitivo si possa trovare ma ancora non ho scoperto cosa. Per il momento mi limito ad indossare il casco vero, (altra cosa che nessuno fa) a porre la massima attenzione nei miei movimenti, ad usare anche io il clacson tutte le volte che non capisco cosa vuole fare quello davanti a me e magari prossimamente posso chiedere momentaneamente la cittadinanza cinese per potermi affidare anche io al “Santo protettore della circolazione cinese!”
Daniela Marzari
Fantastico questo articolo! Non potevi descrivere meglio i cinesi e la guida!
Quante se ne potrebbero raccontare vero Antonella??