Ultima modifica 17 Giugno 2023
Il giubbotto con la sabbia dentro, con pesi estraibili, da un chilo e mezzo fino a 5/6 kg viene già utilizzato in Germania in molte scuole per calmare i bambini iperattivi. 200 scuole l’hanno adottato.
Mettere una zavorra addosso è la loro soluzione. Si dice anche che funzioni.
Attenuanti riportate: i bambini non sono costretti.
La prendono come un gioco e anche i compagni che non hanno bisogno li indossano; è una novità divertente.
Sono un surrogato dell’abbraccio, non tutti i bambini con ADHD hanno bisogno di medicinali e non tutti hanno bisogno di terapie di supporto psicologico, quindi potrebbe essere una soluzione, a scuola.
Tutto questo si deduce dagli articoli letti su varie testate giornalistiche.
Nonostante tutte le attenuanti mi rimane comunque un senso di fastidio tendente alla nausea, se ci penso, perché un bambino che ha bisogno di muoversi più di chiunque altro viene tenuto fermo MECCANICAMENTE.
Sì, certo, non fermo fermo… si stanca prima e si siede prima.
Solo che, sarà l’empatia fulminante che mi prende in questi casi, io mi sento addosso quel peso e, nel caso non riuscissi a muovermi liberamente, mi verrebbe spontaneo toglierlo.
A voi no? Ma in quei “soli” 20 minuti non posso.
Abbiamo idea di quanto possono sembrare lunghi 20 minuti per un bambino costretto?
È ovvio che i bambini iperattivi (non vivaci o ansiosi) hanno un problema ed è anche ovvio che abbiano bisogno di comprensione della loro incontenibilità, perché è solo con quella che esprimono il loro disagio.
E che facciamo? Azzeriamo l’unica valvola di sfogo.
Mi sembra la soluzione regina.
Non sono psicologa, né insegnante di sostegno.
Forse ho solo il desiderio, ogni santa volta, nonostante tutto, di capire i problemi, le difficoltà, i disagi dei bambini, uno per uno e qui non lo vedo realizzato in partenza.
Qui non appare la voglia di capire, ma solo di avere 20 minuti di pace.
Quando sento poi che un insegnante definisce quel giubbotto il surrogato di un abbraccio con la funzione di contenimento, vorrei chiedere se il giubbotto ha anche il rumore del cuore che batte, una cuffietta per mandare random o in successione parole o piccole filastrocche, oppure se è capace di fare quel solletico che interrompe a volte l’attimo di tensione oppure se è in grado di dire “ti voglio bene nonostante tutto”.
E pensando ad un bambino col giubbotto di sabbia seduto in mezzo ai suoi compagni mi viene tanta tristezza, perché quel bambino non è compreso. Non prendiamoci in giro.
Ci fa comodo forse pensarlo, ma non lo è.
Sempre un’opinione personale.
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Non sono psicologa e non ho conoscenze sull’argomento. Ho però due considerazioni da fare.
1 spesso, sempre più spesso, questi bambini, e anche bambini “normali”, passatemi il termine, non hanno alcun tipo di supporto a casa e gli insegnanti di sostegno si trovno SOLI a dover gestire certe problematiche.
2 meglio allora i medicinali?
Se funziona perché no? Nuoce meno dei medicinali e meno di un arresa.
Ciao Renata ti dico che non sono d’accordo perché il contenimento si deve costruire sul bambino attraverso la fiducia e il dialogo sempre. Mai sentito che far stancare un iperattivo porti risultati. Comunque già lo usano. Il risultato ci sarà ma è per la scuola e non per il soggetto. Sarebbe meglio allora nelle ora di lezione trovare un’ora al giorno per andare in palestra? Quel metodo senza individualizzazione continua a non piacermi.
Ciao ciao e grazie per il commento