Ultima modifica 22 Gennaio 2018

Ho scoperto, ammetto la mia ignoranza, che esiste un festival delle lettere e già di per sé la cosa mi incuriosiva perché sono stata una tenace scrittrice di lettere fin da ragazzina, poi perché ho trovato le lettere di questa autrice, Francesca Corti,vincitrice della categoria fuori concorso “Lettera di un’adozione”di quest’anno, che mi hanno fatto commuovere fino alle lacrime.

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Sono lettere che ci regalano degli spaccati della sua vita di mamma adottiva della piccola Anna, situazioni dolorose che vengono affrontate con una dolcezza ed una fantasia non indifferenti.
La prima, parla di una “lavatrice del cuore”; una simbolica lavatrice posta nel cuore di ogni mamma che lava via i dolori dei  figli . Un modo perfetto per aiutare i nostri bambini ad appoggiare  un po’ il loro dolore sulle  nostre spalle in modo da dividerlo con noi.

Sappiamo quanto è difficile per i nostri bimbi riuscire ad aprire il loro cuore a noi e parlarci del dolore che si portano dentro. Hanno spesso paura di addolorarci, hanno paura che possiamo pensare che se pensano  a ”lei” noi crediamo che non ci amino abbastanza, spesso le cose  successe nel loro passato sono talmente brutte e, pensando di esserne stati la causa, il senso di colpa gli impedisce di condividerle con noi. Ma il momento arriva per tutti. Quando il dolore è così forte che lo si legge loro in faccia, quando le nostre antenne di mamma si alzano a causa di comportamenti anomali, ecco che arriva il momento di affrontare la situazione.
E qui, l’espediente lavatrice del cuore, può essere veramente utile per trovare quel canale di dialogo così importante.

La seconda che ho letto è quella dedicata a quel primo bilancio che ogni ado-mamma fa dopo qualche tempo. Anche qui le emozioni sono forti ma realistiche. Difficoltà, paure, dubbi messi lì, nero su bianco senza  mezzi termini e senza reticenze.
Una vittoria su di esse ottenuta con l’amore costante, un amore che a volte deve essere cosi lieve che sembra non esserci ed invece è sempre presente, collante fondamentale con cui si costruiscono questi rapporti.

Così mi auguro che le leggiate e vi emozioniate come ho fatto io. Da questo spunto è nato un lavoro teatrale con la bravissima  Maria Amelia Monti presentato al Teatro Franco Parenti di Milano il 3 ottobre.

Elisabetta Dal Piaz

Riminese trapiantata per amore in Umbria da ormai 18 anni. Ex dietista e mamma attempata, di due fantastici figli del cuore che arrivano dal Brasile. Ma il tempo passa e i figli crescono (e non sia mai avere mamma sempre fra i piedi) ho ripreso a studiare e sono diventata Mediatore familiare, civile e commerciale. E a breve...mediatore penale.

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