Ultima modifica 17 Giugno 2023
Autrice di letteratura per ragazzi, sociologa dell’educazione, e insegnante di Scuola Superiore.
La nostra ospite di oggi è Tiziana Bruno, scrive fiabe, romanzi, sceneggiature, dedicati a bambini e adolescenti, ma non soltanto a loro, in verità:
”Un buon libro è per tutti, se appunto è buono davvero”
Da qualche anno si dedica allo studio della letteratura fiabesca e alle sue possibili applicazioni in ambito didattico.
”La fiaba è una forma narrativa che riesce ad appassionarmi e affascinarmi come nessun’altra. Trovo che sia la quintessenza del racconto”.
Adoro fiabe e favole.
Mi consentono di volare con la fantasia, di trasportarmi in luoghi irreali dove vivono fate e folletti… la mia dimensione ideale.
Adoro raccontarle a mia figlia, spesso la sera ci perdiamo in luoghi fantastici prima di addormentarci.
Ho tante domande da farle che non so da dove iniziare…
Quando hai iniziato a scrivere?
La prima volta che ho provato a giocare con la scrittura avevo nove anni.
Mi trovavo a casa della mia compagna di banco con l’intento di preparare mascherine di cartone per l’imminente Carnevale.
Il cartone finì presto, lasciandoci un pomeriggio vuoto da riempire.
L’amichetta preferì accendere la televisione, mentre, suo fratello e io, pensammo di inventarci la sceneggiatura di una recita con i personaggi di Colombina, Rosaura, Pulcinella e Arlecchino.
Fu divertente curare nei dettagli i dialoghi, in pratica avevamo a disposizione un’infinità di possibilità, potevamo immaginare qualunque cosa e questo era molto elettrizzante!
Di quella pièce teatrale purtroppo non è rimasta alcuna traccia, il quaderno che la ospitò non esiste più.
Però è ancora qui con me il ricordo di quel pomeriggio intenso e divertente, il primo di una lunga serie di momenti giocosi, di cui continuo a fare collezione.
Mi hai parlato di fiabe nella didattica… cosa intendi?
Le fiabe costituiscono una delle forme più antiche di narrazione.
La loro nascita risale alla notte di tempi. In pratica possiamo dire che sono nate con l’uomo. E la loro funzione principale è stata sempre di tipo didattico, oltre che ludico.
Le fiabe posseggono la straordinaria capacità di “spiegarci” la vita, proprio perché nascono da antiche e profonde riflessioni.
Potremmo dire che rappresentano un po’ la memoria del sapere umano, sia in ambito spirituale che intellettuale, culturale, storico, geografico, antropologico, sociologico.
Inoltre possiedono la caratteristica di affrontare temi eterni e profondi con una leggerezza unica, cose che nessun altro genere narrativo è in grado di fare.
Direi che tutto ciò le rende uno strumento ideale da utilizzare in classe con bambini e ragazzi, in ogni disciplina, matematica compresa.
Certo, occorre saperlo fare con metodo e con attenzione, non si può improvvisare, ma posso garantire che alla fine rende l’apprendimento molto più gioioso.
Torniamo a parlare di favole, il tuo primo libro per ragazzi è stato “I ladri di favole“, un romanzo pubblicato nel 2007 e ancora attualmente usato nelle scuole come testo introduttivo alla didattica interculturale.
Perché questo titolo?
L’immaginazione, intesa come la qualità privilegiata che ci rende umani, sta scomparendo.
Al suo posto avanzano l’illusione (che invece è pericolosissima) oppure il nichilismo, il pragmatismo e l’aridità del consumismo fine a sé stesso.
Le principali vittime di questo sono i bambini.
Nessuno racconta più loro le fiabe e le favole, manca il tempo e manca la serenità d’animo per dedicarsi ai piccoli come si faceva una volta. Insomma, la fretta consumistica non ammette fantasia e immaginazione, non ammette creatività, non ci
consente di rimanere umani.
La fretta ci ha rubato le favole (ovvero la “favella”, la narrazione).
Questo ho voluto raccontare nel romanzo, evidenzando l’importanza della narrativa fiabesca per diventare grandi nel migliore dei modi e la gioia enorme che la narrazione arreca.
Perché pensi che sia importante leggere? Come possiamo incentivare i nostri figli a leggere?
Perché la lettura apre la mente, apre mondi, apre possibilità.
Mette in comunicazione ognuno di noi con il sapere dell’intera umanità.
Così, con un semplice gesto. Direi che non è poco.
Un genitore che legge, inevitabilmente trasmette la sua passione al bambino.
Anche il solo veder maneggiare libri in casa rappresenta già un grosso incentivo per i piccoli.
Proviamo a pensare al modo in cui sono attratti dal tlefono cellulare già nei primi mesi di vita. Ad attrarli non è tanto l’oggetto in sé, quanto il fatto che quell’oggetto è costantemente nelle mani dei genitori, degli adulti.
Come potrebbro ignorarlo? Ecco, prendiamo in mano un libro, leggiamo il più possibile, e i nostri bambini impareranno di certo ad amare la lettura.
Non c’è un momento ideale per leggere. Ogni volta che un bambino si dimostra curioso, attento, vivace, quello è il momento buono per leggergli qualcosa.
Rispettando i suoi tempi, ovviamente, senza forzarlo mai e soprattutto in un clima di giocosità e (seria) allegria.
E se volete qualche suggerimento…
Intanto è indispensabile cominciare dai classici.
La letteratura fiabesca è ricca e varia, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Dopo i classici, consiglierei scorpacciate di libri moderni. Abbiamo, in Italia, una letteratura per ragazzi fiorente e ricca di bellezza.
Esiste anche un’associazione italiana scrittori per ragazzi (ICWA) a cui si può fare riferimento per la scelta di romanzi e albi illustrati. Sul sito ICWA è possibile trovare i nomi di moltissimi scrittori per ragazzi e notizie sui loro libri. Una fonte preziosa di cui genitori, insegnanti e ragazzi possono approfittare!
Che libro hai sulla scrivania?
Ne ho diversi, purtroppo. Mi piacerebbe poter dedicare moltissime ore alla lettura, ma tutto questo tempo non c’è, e allora finisce che i libri si accumulano sul comodino, in attesa di essere letti. Ma in fondo è bellissimo vederli là che aspettano, è come avere il portagioie colmo di gemme. Prima o poi le indosserai tutte, è solo questione di trovare il momento giusto per ognuna.
C’è una cosa in particolare che ti rende orgogliosa?
Non saprei. Più che orgogliosa, diciamo che sono contenta di alcune cose. Per esempio sono contenta dei talenti che la vita mi ha concesso. I talenti sono doni offerti a tutti, nessuno escluso, anche se in misura diversa. Dunque tutti abbiamo motivo per essere contenti di qualcosa. Sapere questo, mi rende orgogliosa di appartenere alla razza umana. Ecco, alla fine ho trovato qualcosa di cui essere orgogliosa.
E per finire… parliamo di progetti futuri, ne hai? O meglio… quanti ne hai?
Ho un’infinità di progetti, impossibile elencarli tutti, non riesco a smettere di progettare sin da quando ero bambina. Come si può vivere senza strizzare l’occhio al futuro? Improponibile.
Attualmente sto pensando di dedicarmi alla realizzazione di un silent book, chissà se ci riuscirò! Sarebbe la mia prima volta, un’impresa assolutamente nuova per me. Ma il nuovo non mi spaventa, anzi, mi stuzzica.
Come non augurarti di riuscire nel tuo intento.. e grazie per la chiacchierata!