Ultima modifica 17 Giugno 2023

La penna cancellabile o, affettuosamente, cancellina, io la odio… e la odio per motivi miei che, confrontandomi con molti insegnanti, non sono diffusi.
Ma vi assicuro che la odio.
In genere la penna cancellina viene investita della parte di corruttrice dell’ortografia e della calligrafia (non vi sembra di sentire la voce di Gassman?).

Per dare un’idea di quanta filosofia (secondo me sprecata…) ci sia su questo oggetto scolastico, c’è un pezzo su youreducation

Si dice che il bambino, se può cancellare agevolmente, non vede mai l’errore e quindi i quaderni sono sempre corretti.

1. Che vuol dire che non vede mai l’errore?

penna cancellabile a scuola

Se lo corregge sempre, forse lo vede sempre… e anzi, lo corregge nel momento in cui la sua mente se n’è accorta. Imparare. Si chiama imparare.
“Uhhh e se glielo dice un compagno che ha sbagliato e poi corregge prima di andare dalla maestra?”
Eh, e se glielo dice la maestra in sede di correzione, il risultato non è lo stesso?
Cioè, trovo queste motivazioni molto adulte e anche un po’ vintage.
Col t9 e il correttore ortografico, ci andiamo a preoccupare del modo in cui un bambino corregge?
Stressato dal “nonpossosbagliaresennòfacciolapatacca” con la penna che non si cancella, va meglio?

2. Poi che vuol dire “i compiti sono sempre corretti”?

Che sono stati corretti, credo. Quindi dovrebbe essere tutto a posto.
Dov’è il problema di un compito corretto?
Mi sono immedesimata in un bambino come sempre cerco di fare.
Scrivo, un dettato, un testo, delle operazioni, un problema e mi accorgo di aver sbagliato.
Mentre scrivo inevitabilmente penso, ma sono piccolo, sto imparando e sbaglio.
Io cancello quando sbaglio per correggere ciò che ho scritto male.
La mia mente, se viene lasciata libera di sbagliare, lavora in una modalità diversa, tranquilla, e probabilmente riesce a concentrarsi meglio. No?
Critichiamo l’ansia da prestazione…e poi li facciamo scrivere con la penna incancellabile già in seconda.
Ma dov’è il problema se mi sono corretto senza pasticciare? Ho davanti a me una bella pagina, l’ho scritta io… e non va bene?

Non so: a volte abbiamo l’atteggiamento di quelli che cercano apprendisti con esperienza.

Cioè i bambini la “a” la imparano ogni giorno, non quando la maestra legge la pagina della “A”.
Da lì in poi assorbono, assimilano, a casa sul tavolino da gioco la fanno scrivere al fratellino di 2 anni e mezzo… voglio dire, imparare non è un colpo di fucile, ma un processo.

Il problema per gli anti-cancellina non è la penna cancellabile, ma che io possa sbagliare e correggere.

E invece io non la odio per questo… perché non vedere in quell'”a” senz’ acca un grande momento di apprendimento: l’acca gliela metto davanti e re-imparo.
Oppure, se ne ho messa una di troppo, la posso cancellare, farla sparire, rendere giusto ciò che non lo è.
Questo, secondo me, in fase di apprendimento è fondamentale.
Non vuol dire non correggere, ma farlo in modo diverso, rilassato, sempre.
Apprendimento emotivo, così vicino a parole e così lontano nei fatti…

penna cancellabile scuola

Da qui, spiego il mio odio: semplicemente, basta una matita.
In realtà i miei bambini usano ciò che vogliono, basta che siano tranquilli, e la matita la consiglio sempre nei calcoli, perché non siamo sotto tiro: se sbaglio, correggo, e non sembra un bombardamento.
A cosa servono quelle penne, se già esiste qualcosa di migliore che va bene per destri e mancini, per i sicuri e gli insicuri? E poi sapete quanto risparmio di plastica, di penne “comelamianessunomai” che si perdono un giorno su due?

Io userei la matita forever, tranne in verifica (perché lì dobbiamo vedere tutti a che punto siamo e se le correzioni hanno avuto effetto).
E poi, per diversificare parti del testo, pensate che bello sottolineare col righello e un bel pastello rosso/verde/cartazucchero (una competenza in più da sviluppare).

Lo ammetto, questo sistema è l’unica cosa che ho apprezzato da un quaderno che una mia ex alunna mi ha riportato dopo essere stata 6 mesi in una scuola in Inghilterra. Matita e tanti colori.
Mi ha proprio dato la sensazione del quaderno come laboratorio.
Una cosa bella, un impatto di precisione e gioia invece che la tristezza pennarossapennablu.

E poi i miei motivi più frivoli anti-cancellabile: quelle che tracciano morbido hanno un inchiostro indeciso, con quelle striature biancastre che ogni tanto si ricordano di essere penna e lasciano piccoli grumi.
Quelle in gel invece mi danno un senso allergico quando scrivo, un rumore come fosse un ago sulla carta e non scolpiscono il foglio, perché il gel lascia il segno anche se non spingo.
No, il foglio io lo devo un po’ solcare, altrimenti non mi piace.
E cosa penso della stilografica?
La stilografica è bellissima. Un’esperienza magica, un tuffo nella scuola di un tempo, un’ispirazione per quei bambini appassionati che possono poi chiederla a Natale per scriverci i loro pensieri.
Bello, ma un’esperienza è sufficiente.

®Riproduzione Riservata

Volevo fare l’archeologa… invece sono moglie, mamma, sorella e maestra e per me è più che sufficiente, anzi, ottimo. Sono una donna “orgogliosamente media”, ma decisamente realizzata, che non si annoia neanche un po’…

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