Ultima modifica 7 Maggio 2019
Inizia oggi una serie di articoli dedicata ad alcuni libri per bambini e ragazzi finalisti per il Premio Andersen 2014.
Questo venerdì desidero parlarvi di un delizioso albo illustrato francese (pubblicato per i tipi di Gallimard nel 2006) che la casa editrice Sinnos ha fatto conoscere qui in Italia.
Sinnos Editrice è una Cooperativa nata nel carcere di Rebibbia, negli anni Novanta, per dare un’opportunità di lavoro ai detenuti. Si è dimostrata sempre attenta alle tematiche relative alla difesa dei diritti, all’inclusione sociale, alla sensibilità verso le persone e l’ambiente, alle relazioni fra culture diverse.
Forse anche voi avete alcuni libri “speciali” che amate regalare ad un’amica in attesa, oppure ad una coppia di neogenitori.
Quando ho iniziato a sfogliarlo, ho capito in poco tempo che La prima volta che sono nata sarebbe entrato nella mia “lista”.
Ci sono aspetti differenti che contribuiscono a creare un legame particolare con questo libro. Innanzitutto, il formato: a volte non si presta molta attenzione alla forma di un albo illustrato, invece anch’essa contribuisce a veicolare i messaggi racchiusi fra le pagine.
In questo caso, il libro è un quadrato, né troppo grande, né troppo piccolo, per adattarsi alle mani degli adulti come a quelle dei bambini.
Le illustrazioni sono sulla destra, a tutta pagina, connotate da tinte forti, tuttavia smorzate da un tocco rétro che rimanda alla memoria le istantanee degli anni Settanta, quelle che possiamo scovare chiuse nei cassetti dei nostri genitori.
E’ il tono del ricordo, sospeso fra memoria e fiaba.
I tratti moderni e minimali richiamano lo stile informale dei fumetti.
Solo apparentemente semplici, sono in realtà ricchi di sfumature, in grado di ampliare, non solo di rappresentare, il significato delle parole.
Il fascino narrativo delle illustrazioni è reso più efficace da alcuni elementi ricorrenti, primo fra i quali lo strumento musicale: una tromba che Nina impara a suonare e che le farà conoscere il futuro compagno di vita.
La musica, in effetti, fa parte a pieno titolo di questa storia.
Le parole stesse richiamano elementi sonori, costruendo una sorta di accompagnamento musicale che i lettori possono provare a immaginare, a seconda del proprio gusto, dei ricordi personali.
Un altro tema ricorrente è l’acqua: il mare, i pesci, l’elemento della vita per eccellenza.
Il testo (dal carattere ben leggibile), posto sempre a sinistra, si apre ogni volta con “La prima volta che” in grassetto e prosegue con frasi semplici e chiare.
Il messaggio a volte è tenero, commovente, altre ironico e divertente, senza essere mai ridondante. Anche quando immagini e parole, fuse insieme, risuonano dentro il lettore sino a fargli venire la pelle d’oca, il racconto di Nina non risulta mai zuccheroso.
La storia ha una struttura circolare: la prima tavola (con la madre di Nina) e l’ultima (con Nina e la piccola Arianna) sono molto simili. Si differenziano solo per pochi particolari, come il paesaggio metropolitano sullo sfondo (i grattacieli, più numerosi, suggeriscono il tempo trascorso e lo sviluppo urbano).
E’ un racconto di formazione condensato in poche pagine, nel quale il punto di vista di Nina si evolve man mano che da bambina diventa ragazza e poi donna.
Anche se si tratta di un libro finalista per la categoria 0/6, si può affermare che La prima volta che sono nata non ha età.
Adulti e bambini, facendo leva sul proprio vissuto, vi troveranno spunti diversi.
Il piccolo lettore si sentirà solidale con la protagonista che dimostra di non gradire il primo assaggio di un piatto di verdure. La mamma o il papà si metteranno nei panni del bambino che deve imparare a conoscere il mondo.
Insieme potranno ripercorrere le tappe della relazione fra genitori e figli, fatta di errori, conquiste, e di una lunga serie di “primi passi”.
Vincent Cuvellier, Charles Dutertre, La Prima volta che sono nata, Sinnos Editrice 2013
Dai 4 anni
Questo libro è stupendo..