Parliamo di aggressività e rabbia negli adolescenti.
A volte, manifestano alcuni loro vissuti in tal modo, utilizzando quindi il canale dell’aggressività.
Dietro ciò che è più facilmente visibile ed interpretabile, ovvero l’espressione di atteggiamenti e comportamenti provocatori, sfidanti, giudicanti e chi ne ha più ne metta, si celano diversi significati.
Vorrei, in questo articolo, soffermarmi su uno di essi in particolare, per poi riprendere in altre occasioni eventuali altri aspetti.
Spesso accade che i ragazzi utilizzino la rabbia per separarsi, emotivamente, psichicamente, dalle figure di accudimento, ovvero i genitori.
Ciò può avvenire quando ad esempio questi ragazzi, fin da bambini, crescono in una famiglia iperprotettiva, dove sono presenti dei legami unici, intensi, che non lasciano spazio ad altri e non permettono di proseguire verso una crescita evolutiva tipica.
Da bambini questa può essere una condizione ottimale. Nel senso che, a volte, per i bambini essere al centro dell’attenzione, sempre protetti, accuditi, voluti, li fa sentire bene, godono di questo status e ne usufruiscono quanto più possibile.
Con la crescita, nel periodo della pre-adolescenza, ovvero in quel periodo di passaggio dal sentirsi bambini e l’essere più adulti, questi ragazzi iniziano a manifestare il normale desiderio di individualizzarsi.
Ciò significa che sentono il bisogno di sentirsi separati dalle figure genitoriali, sperimentarsi in autonomia, ovvero crescere e sentirsi pseudo-adulti.
La dinamica fin qui può ancora “reggere”, nel senso che possono non esserci ancora delle manifestazioni eccessive di comportamenti aggressivi.
Alla fase successiva, quindi nel periodo dell’adolescenza, se le figure genitoriali non hanno accondisceso a tale desiderio di crescita, potrebbe verificarsi quanto detto in precedenza.
L’impulso dei ragazzi verso l’indipendenza potrebbe essere talmente forte, tanto quanto la spinta opposta dei genitori di tenere piccoli i loro figli che vedono crescere ed allontanarsi, che altri mezzi non trovano per far comprendere all’altro questo loro bisogno se non l’uso di atteggiamenti aggressivi.
La sottostante rabbia spinge ad esprimere questi atteggiamenti.
La rabbia separa, crea delle distanze, siano esse emotive ma, soprattutto, psichiche.
Ecco ottenuto il loro obiettivo, con degli strumenti poco accetti dall’altro e dannosi anche per se stessi.
Come può allora, secondo questa lettura, un genitore prevenire quanto descritto?
Accompagnare alla crescita, permetterla, sostenerla, trasmettono loro il messaggio di una presenza, non intrusiva, ma efficace se richiesta.

Sono mamma di una splendida bambina. Terapeuta EMDR, Psicoterapeuta (specializzata in psicoterapia dell'infanzia, dell'adolescenza e delle coppie), Consulente per il Tribunale di Varese in materia di separazione/divorzi e Formatrice in progetti di prevenzione al maltrattamento ed abuso infantile. La psicologia non è solo un lavoro ma una vera e propria passione.

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