Ultima modifica 9 Febbraio 2021
Quando ci si trasferisce in un altro paese, si cerca di fare una lista mentale di tutto quello che ci sarà da fare appena arrivati. Quando hai due figli in età scolare, ovviamente, uno dei primissimi pensieri è LA SCUOLA! Ti informi di quali scuole ci sono, come sono qualitativamente. Cerchi la scuola migliore, possibilmente pubblica. Ma non realizzi subito quali possono essere le vere differenze.
E non è solo questione di calendario, orari e materie. No. È proprio tutto diverso. E ambientarsi non è stato facile, né per noi genitori, né per i nostri figli. Ora sappiamo come possono sentirsi gli starnieri quando arrivano in Italia.
Trattandosi di un argomento complesso e completo, ho deciso di suddividerlo per mesi in modo da dare una panoramica completa. E in modo anche da farvi scoprire le cose esattamente come le abbiamo scoperte noi.
PREMESSA: quanto racconto non è valido per tutti gli USA, ma solo per quello che abbiamo vissuto noi. Credo fermamente in una discreta dose di fortuna che mi trascino da quando sono nata.
LUGLIO
Il mese di luglio in realtà, dal punto di vista scolastico, non è interessante, ma per noi il primo anno lo è stato e molto. Era Luglio 2011.
La prima cosa che abbiamo fatto appena arrivati, è stata di entrare in contatto con qualcuno attraverso il sito WISITALIA.ORG. È un consiglio il mio: cercate aiuto e supporto nella locale comunità italo-americana, sanno cose che voi non sapete!
In nostro aiuto è arrivato Ralph, un amico italo-americano e insegnante del liceo. La sua professione si è rivelata determinante quando, una calda mattina di inizio luglio, è venuto a prendere me e i ragazzi e ci ha portato nelle migliori scuole della zona. Prima siamo andati nella scuola elementare e siamo stati presentati al preside. Seduti nel suo ufficio gli è stata spiegata la nostra situazione (ancora in attesa dei visti) ma lui non ha posto obiezioni e ha dichiarato di accettare mia figlia a scuola. Abbiamo fatto presente che la bambina sa pochissime parole in inglese, quasi nulla. Ma ci ha garantito la disponibilità di un tutor.
La scuola, immersa nel verde, è all’interno di un quartiere residenziale con solo villettine, le classiche villette americane. Non ci sono recinzioni e c’è un bel parco giochi.
All’interno c’è una biblioteca da far venire i brividi per quanto è grande (c’è anche una macchina all’interno), la mensa, la palestra grande, 3 aule di musica, un laboratorio artistico, un’aula per bambini disabili/autistici e tante aule.
Bellissima e nuova. È stata costruita per volontà della famiglia di Charles Nash, un costruttore di automobili, ed è attiva dal 2007.
Dopo questo incontro e con gli occhi ancora incantati, siamo andati a visitare la scuola media. Arrivando si passa accanto al campo da football e quello da softball… La scuola è suddivisa in 3 ale per tenere separate le tre età degli studenti ed evitare atti si bullismo. Al centro c’è una biblioteca in cui ci si potrebbe perdere, la mensa ben organizzata anche qui, la palestra di misure spropositate, aule e laboratori vari.
Nell’incontro col preside gli vengono dette le stesse cose e anche lui non ha fatto obiezioni e ci ha garantito l’assistenza di un tutor. Potete immaginare che ne ero già innamorata!
Un salto l’abbiamo anche fatto al distretto scolastico per assicurarci circa l’assistenza dei tutor ma soprattutto per verificare quali documenti sono necessari per l’iscrizione. Per ora basta il passaporto, poi quando rientreremo dall’Italia dovremo portare anche l’elenco delle vaccinazioni fatte.
Insomma, abbiamo trovato massima disponibilità. Non ci resta che aspettare. Le iscrizioni saranno a metà agosto e la scuola comincerà il primo settembre.
Intanto mi mettono a conoscenza del sito on-line su cui trovo anche l’elenco di tutto il materiale scolastico per tutte le classi. Non è come da noi che ogni classe ha un suo personale elenco: tutte le prime di tutte le scuole hanno un elenco, tutte le seconde di tutte le scuole ne ha no un altro e così via. Non si può personalizzare…
Mi resterà fino a settembre il cruccio dei libri: da nessuna parte ho trovato l’elenco dei libri. Lo scoprirò.
Intanto ho scoperto con piacere che il materiale scolastico (quaderni, penne, matite…) ha dei prezzi irrisori rispetto a quelli a cui ero abituata in Italia. E ho scoperto anche che non usano i quaderni a quadretti ma solo a righe!
AGOSTO
Tre cose avvengono ad agosto.
1. Le iscrizioni
Di solito intorno al 15 Agosto ci sono le iscrizioni. Ma tutto varia da città a città e a volte da scuola a scuola: alcune scuole cominciano l’8 Agosto.
Si va nella segreteria delle scuole e si compilano dei moduli con le solite info: dati anagrafici, numeri di emergenza, informazioni mediche (anche tutte le vaccinazioni). Moduli identici per entrambe le scuole. Ho trovato strano che nei dati anagrafici c’è un campo in cui si chiede se lo studente è ispanico, asiatico o né uno né l’altro…
Importi da pagare: 42$ per le elementari e 75$ per le medie (inclusa la carta igienica!!!).
2. Gear Up
Questa l’ho scoperta quest’anno e l’avessimo saputo anche il primo anno… Si tratta di un inserimento di mezza giornata che fanno ai ragazzi che passano dalle elementari alle medie. Spiegheranno loro il funzionamento del “locker”, la giornata tipo, e tutto quello che devono sapere perché il passaggio può essere un po’ shockante. Ci saranno gli studenti dell’ultimo anno a fare questo training.
3. Open House
Qualche giorno prima dell’inizio della scuola, la scuola apre le porte agli studenti, e alle famiglie, per portare tutto il mageriale (che rimarrà sempre a scuola) e, soprattutto, per conoscere i nuovi insegnanti. Scopriremo poi che gli insegnanti si specializzano a seconda del grado in cui andranno ad insegnare. Per cui un insegnante che è specializzato per insegnare in primo e in sesto grado (la nostra prima media), non potrà insegnare in gradi per i quali non ha la specializzazione. Quindi ogni anno gli insegnanti cambiano, anche alle elementari. Così come i bambini disabili possono essere inseriti solo nelle classi in cui l’insegnante ha preso la specializzazione per insegnare ai disabili.
Renata Serracchioli