Ultima modifica 4 Maggio 2018

Tu ed io abbiamo la fortuna di poter guardare, insieme, il mare.
Ed è una di quelle fortune che valgono una vita intera.
Tu ed io ci siamo sentiti, riconosciuti, annusati e incontrati.
Non succede a tutti di poter abbracciare il figlio pensato, chiamato, desiderato.

mamma-e-figlio

La donna che vuole un figlio e riesce ad averlo raggiunge una vittoria, la donna che vuole un figlio e non riesce ad averlo porta un lutto nel cuore che nessun’onda del mare riesce a lenire.
E potrà vivere, viaggiare, bere, mangiare ridere, vivere nuovamente cento vite, ma le si fermerà sempre al centro del petto il respiro, ogniqualvolta guarderà un bambino.

E sarà inquietudine, farfalla e groviera, un vaso forato.
Sarà difficile sentirsi sazia e paga.

Io ti guardo, ti parlo, ti sussurro silenzi e ti canto la grazia di alcuni.
Sii sempre grato, allora, per l’opportunità che abbiamo avuto.

E soprattutto, spera. Spera sempre. Perché la speranza è la cosa che muove il vento e le montagne, si abbraccia alla forza e al coraggio e lotta conto i mulini al vento, se ce ne sono.

E la vittoria per la donna che vuole un figlio e riesce ad averlo è una conquista soffice, un lento ringraziare.

Tu ed io abbiamo la fortuna di poterci chiamare, tu mamma io, figlio.

mamma-e-figlio

 

Il suono di queste due parole fa ancora una eco bislacca sulle mie labbra, e risuona lo stupore, quasi avessi paura, ancora e ancora di pronunciare una frase e che il sogno possa svanire.
Posso abbracciarti e abbracciare il tuo dolore e quello degli altri, ma non posso tacere un dispiacere che grida.
Ovunque ci sarà una madre, che madre ancora non è.

Ovunque donne senza fondo ballano scalze sui propri sogni. Ovunque ci saranno persone che sperano. Dagli coraggio, allora, aiutale a sperare, perché si rischia di farsi molto male, ma il rischio vale sempre la pena.
Vale una vita intera, poter guardare, insieme, il mare.

Raffaella Clementi

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